Lanzo punta sul ternario di Gianni Giacomino

Lanzo punta sul ternario Il complesso da 36 mila metri quadrati è costato 5 miliardi Lanzo punta sul ternario Pronta la nuova area industriale LANZO. Una ventina di capannoni nuovi di zecca per cercare di rianimare la magra economia delle piccole e medie imprese del Ciriacese e delle valli di Lanzo. Con questo obiettivo aprirà i cancelli tra una settimana il megacomplesso da 36 mila metri quadrati, costruito nei pressi del centro polisportivo di Lanzo, al confine con il Comune di Bnlangero, e destinato ad accogliere gli artigiani della zona. Il nuovo punto di sviluppo del terziario, ideato e progettato dal Consorzio artigiani lanzesi nel 1992, è costato circa 5 miliardi di lire, due dei quali sono stati finanziati dal fondo di sviluppo regionale dell'Unione europea. «Abbiamo già avuto diverse richieste dagli operatori di molti Comuni - spiega Domenico Ciccaldo, presidente del Co.Ala -. Solo cinque lotti, però, sono stati venduti ad imprese di Venaria, Piano, Balangero e Calasse, aziende specializzate nella meccanica e nei servizi». E aggiunge: «L'unico vincolo che abbiamo imposto come consorzio è quello di negare l'insediamento di attività che trattino materiali tossico-nocivi e che possono inquinare l'ambiente circostante». Per chi intenderà spostare e intraprendere un'attività all'interno dei 10.500 metri quadrati di superficie coperta dai capannoni sistemati lungo le rive del torrente Stura, già allacciati al depuratore e provvisti di corrente elettrica, gas e impianto idrico, sono previste diverse agevolazioni, a cominciare dall'abbattimento dei costi del tasso di interesse. Per acquistare uno spazio basterà sborsare 670 mila lire al mq (normalmente si va dalle 850 alle 900 mila lire) con uno sconto di 20 mila lire se l'artigiano che si insedia appartiene ad uno dei 35 Comuni che fanno parte della Comunità montana Valli di Lanzo. Per le aree circostanti, non coperte, il prezzo invece è di 25 mila lire al mq. Altre facilitazioni, essendo la vai di Lanzo zona considerata dall'Unione Europea in grave declino industriale, si potraimo ottenere attraverso la Cassa artigiani. «Il complesso è in una posizione strategica, ad un tiro di schioppo dalla strada provinciale numero 2 e dalla direttissima della Mandria, le principali arterie che permettono di raggiungere Torino e a venti minuti dall'aeroporto di Caselle conclude Domenico Ciccaldo -. Credo che per chi voglia e abbia il coraggio di investire questa sia una occasione da non perdere». Se non si frapporranno intoppi burocratici tutta l'area dovrebbe essere occupata dagli imprenditori ed entrare in pie¬ na produzione già prima dell'estate prossima. «In tutto dovrebbero crearsi una quarantina di posti di lavoro nel settore destiato al terziario, senza contare la manodopera che verrà impiegata nei 3000 mq utilizzati per la produzione industriale - dicono i dirigenti del Co.Ala -. Poi, in un secondo tempo i capannoni potranno espandersi anche sul territorio di Balangero, abbiamo già preso contatti con gli amministratori». Quaranta posti di lavoro in più, una goccia nel fiume di disoccupazione che a partire dalla fine degli Anni 70 ha investito senza fermarsi il Ciriacese e la valle di Lanzo. Da allora si sono infatti persi circa 20 mila posti di lavoro e oltre un migliaio tra piccole medie e grandi imprese come l'Amiantifera di Balangero, le Acciaierie Mandelli di Cafasse o il Cotonificio Vallesusa di Lanzo hanno dovuto chiudere i cancelli. Gianni Giacomino

Persone citate: Domenico Ciccaldo

Luoghi citati: Balangero, Cafasse, Torino