Liste d'attesa, accuse nel Tigullio

Liste d'attesa, accuse nel Tigullio Convegno su una delle più croniche disfunzioni della sanità ieri mattina a Chiavari Liste d'attesa, accuse nel Tigullio Un anno per una visita oculistica a Lavagna CHIAVARI. Trecentosessantacinque giorni di attesa per una visita oculistica all'ospedale di Lavagna sono veramente troppi; per la stessa visita a Chiavari si aspettano 42 giorni, a Rapallo 13 giorni come a Santa Margherita, Sestri Levante e a Cicagna. Numeri a tre cifre anche per una mammografia: 336 giorni all'ospedale di Lavagna, 237 a quello di Sestri Levante. Ma il dato che scandalizza tanto i pazienti come il Tribunale del malato sono i 30 giorni di attesa per ritirare il risultato dell'esame di una mammografia all'ospedale di Santa Margherita. Sono dati resi noti ieri durante il convegno «Liste di attesa: quali soluzioni» organizzato dalla Federazione Democratici di sinistra all'hotel Monterosa di Chiavari. Nel campo della cardiologia a Lavagna si devono aspettare 162 giorni per un ecocardiogramma, 133 giorni a Rapallo. «Le liste di attesa in generale, le code fisiche in particolare, sono indubbiamente antipatiche - ha detto nella sua relazione Antonio Lupo, responsabile autonomia telematica salute dei Ds. Di certo nella società informatizzata possono essere ridotte al minimo, ma quando sono inevitabili devono essere accettate come un momento di vita democratica, come un accesso alle risorse comuni, che hanno ed avranno sempre dei limiti». Secondo Mario Fato, del tribù- naie del Malato, «liste di attesa uguale sfiducia e rabbia da parte del cittadino. La rabbia è motivata dalla percezione che il risparmio della spesa pubblica viene fatto pagare tutto sulla pelle dei cittadini». Fato ha aggiunto che il paziente quando vede che il medico presso la struttura pubblica ha tempi di attesa lunghissimi ed è invece immediatamente disponibile a pagamento, «capisce di essere ostaggio di un sistema che opprime molti a vantaggio di po¬ chi». Secondo il direttore generale dell'Asl Domenico Crupi i dati relativi ai tempi di attesa «rientrano nella media nazionale. Criticateci pure - ha detto - ma con numeri e tecnica. Estrapolare solo alcune cose, alcune cifre è fuorviarne. Se affrontiamo il problema solo dal punto di vista dell'offerta, non facciamo molta strada perchè il problema è nazionale». Crupi ha ricordato il noto principio che l'offerta, anche nel campo sanità, genera la doman¬ da perchè c'è l'evoluzione della tecnologia. «Dobbiamo investire e noi comunque siamo impegnati nel miglioramento del sistema delle liste di attesa. Esistono carenze nella struttura, ma è indispensabile una riorganizzazione della domanda per razionalizzare il servizio». Secondo Crupi non sempre la lunga Usta di attesa è sinonimo di inefficienza. «Bisogna saper leggere i dati sui tempi di attesa - ha aggiunto. Ogni mattina abbiamo mille prenotazioni. Se in un reparto ci so¬ no 30 persone, il primo sarà servito subito e gli altri dovranno aspettare. Come si aspetta in banca». L'assessore regionale alla sairità Franco Bertolani ha detto che la situazione è la conseguenza di politiche effettuate da amministrazioni precedenti «che hanno creato un grosso indebitamento. Colpa anche dell'incertezza politica della prima parte degli Anni '90, in cui si sono alternati ben sei governi». Giuliano Vignalo Medici in sala operatoria all'ospedale di Lavagna pronti per un intervento

Persone citate: Antonio Lupo, Domenico Crupi, Franco Bertolani, Mario Fato

Luoghi citati: Chiavari, Cicagna, Lavagna, Rapallo, Sestri Levante