Sul numero in ritardo basta il sospetto dell'avventore di un bar

Sul numero in ritardo basta il sospetto dell'avventore di un bar Sul numero in ritardo basta il sospetto dell'avventore di un bar Il 39 continua a non uscire una «voce», scatta l'inchiesta GENOVA. Un pettegolezzo da bar (siamo quasi nell'ambito delle storiche «voci di barberia» che sino a 50 anni fa le forze dell'ordine inserivano nei loro rapporti) ha fatto scattare una formale indagine della magistratura sulla delicatisima questione del «39», numero ritardatario e anche plurimiliardario della ruota di Genova. Nella giornata di ieri, in un caffè del centro, uno sconosciuto ha affermato tragli avventori d'essere certo che esistano manovre per «bloccare» sino al prossimo mese di febbraio l'uscita del «39». Questo, ovviasmente, dovrebbe far crescere il premio e forse favorire certi giocatori. In procura, per la verità, i magistrati hanno sorriso alla denuncia anonima, che è apparsa, sulla base delle prime verifiche, infondata. E così certamente è, anche se, dopo i fatti di Milano, nessuno è più disposto a giurare a occhi chiusi sulla correttezza di tutto e di tutti. In Liguria comunque, considerato il considerevole ritardo del fatidico «39», che non esce addirittura da più di cinque anni (centoventi settimane consecutive), c'è stata una vera e propria escalation delle puntate. I responsabili di Lottomatica hanno informato ieri sera che a tutto mercoledì scorso in tutta la Liguria le giocate avevano già superato i nove miliardi di lire. La Liguria è una terra di giocatori e tutti i giochi legali (e illegali) segnano interessanti record. Si combatte la malasorte, anche con la scaramanzia: nella giornata di ieri in un bar-ricevitoria del centro cittadino, sempre assai frequentata, accanto a un gigantesco cartello dove spiccava il «39» a lettere cubitali con a fianco, appeso e ondeggiante al vento, un grande corno ritorto di plastica color rosso sanguigno. In parole povere: se i genovesi ci si mettono, in materia di gioco e di «smorfia» non sono da meno dei napoletani. Ma dev'essere un «Dna» che è comune a tutti i popolari marinari, abituati a sfidare, oltre ai marosi, anche i cattivi colpi della fortuna. Per questo vennero inventate le assicurazioni, [p. 1.] Una ricevitoria del Lotto

Luoghi citati: Genova, Liguria, Milano