Sei ambientalisti intervengono sulla polemica per la natura deturpata di Giuseppina Fiori

Sei ambientalisti intervengono sulla polemica per la natura deturpata Sei ambientalisti intervengono sulla polemica per la natura deturpata «Difendiamo le colline di Langa» Continua la battaglia contro i capannoni ALBA. «Saper essere intransigenti quando vi sono buone cause da difendere non ci pare un difetto e quindi vorremmo ringraziare Bartolo Mascarello per aver evidenziato l'ennesimo esempio di degrado urbanistico della nostra zona. Siamo stati colpiti dalla scarsa sensibilità dimostrata da persone venute da fuori e che avrebbero potuto essere invece di esempio». Così intervegono, con una lettera a «La Stampa», sei giovani ambientalisti, impegnati nella vita sociale albese, nella polemica più che mai accesa sulle brutte costruzioni che proliferano nelle Langhe e Roero. La lettera, firmata da Claudio Rosso, Umberto Fava, Daniele Manzone, Bruno Bruna, Enrico Rivella e Marco Martini, fa riferimento alla presa di posizione del «patriarca» del barolo, Bartolo Mascarello, contro il capannone costruito per ampliare le storiche cantine Prunotto in località San Cassiano, ora di proprietà dei Marchesi Antinori. Cosa fare per dare una svolta ad una situazione sempre più critica? I sei albesi chiedono alla Giunta regionale di adottare il «piano territoriale operativo», con norme che regolino lo sviluppo in tutta la zona. Alle associazioni dei sindaci del Roero, del Barolo, del Barbaresco chiedono di svolgere un'azione di stimolo verso la Regione e di iniziare davvero a delineare la salvaguardia del paesaggio come bene economoco. Dice Claudio Rosso, che è anche consigliere comunale ad Alba: «Mentre sul restauro delle cascine vi è un'alta sensibilità, grazie anche all'esempio degli svizzeri che hanno pregevolmente ristruttuato vecchi ruderi, nell'edilizia artigianale e industriale non si tiene ancora conto dell'inserimento ambientale. Questo comporta commistioni tra aree di alto pregio vitivinicolo e zone di sviluppo produttivo». Prosegue Rosso: «Al di là del caso citato da Mascarello, vi sono molti altri esempi negativi. Anche quando ci sono prescrizioni, come alberi e verde di copertura, spesso non vengono fatte rispettare. Nessuno nega la necessità di favorire lo sviluppo artigianale e industriale, ma questo non deve danneggiare altri tipi di economia. Si vedono anche capannoni chiusi e inutilizzati». Uno di questi con il cartello «In vendita» si trova in territo¬ rio di La Morra, dopo l'abitato di Grinzane Cavour, alle porte della zona del barolo. Per Umberto Fava, direttore della Società consortile Langhe, Monferrato, Roero, la gestione non corretta del paesaggio è in primo luogo un problema culturale: «I vincoli non sono sufficienti - afferma Fava -. E' necessario sensibilizzare la popolazione e promuovere la formazione e l'aggiornamento dei tecnici per ottenere dei risultati. Tutti dobbiamo farci un esame di coscienza e lavorare per la valorizzazione dell'ambiente sull'esempio di quanto è stato fatto per il vino». Daniele Manzone, direttore di Turismo in Langa: «Abbiamo contatti quotidiani con i turisti e possiamo dire che tra le cose che infastidiscono di più, ci sono proprio le brutture sulle colline. Non solo capannoni, ma tralicci, discutibili villette e discariche. Dobbiamo prendere l'esempio dalla Toscana e dall'Alto Adige, che sono riusciti ad armonizzare lo sviluppo con la salvaguardia del paesaggio. Dobbiamo veramente passare dalle parole ai fatti». Aggiunge Bruno Bruna dell'associazione per la rinascita della Valle Bormida: «La lotta che conduciamo serve a far capire che lo sviluppo passa attraverso la valorizzazione delle risorse locali». Rosso, Fava, Rivella avevano lavorato con la Regione e alcuni architetti alla formazione di uno studio preliminare per il piano territoriale, rimasto inattuato. Rosso e il presidente delle «Città del vino», Massimo Corrado, hanno ora collaborato a una «Guida al restauro dell'edilizia rurale in Bassa Langa e Roero» che la Regione ha appena pubblicato. Potrà essere punto di riferimento per amministratori e quanti sono interessati a restaurare e ricostruire. La questione «capannoni», già sollevata in incontri e convegni, sarà uno degli argomenti più discussi a «Fuori il rospo», il dibattito che il Consorzio di tutela terrà a metà febbraio. Giuseppina Fiori Capannone sulla strada Alba-Barolo Da sin. Claudio Rosso, Umberto Fava e Daniele Manzone lottano contro il grave degrado urbanistico

Luoghi citati: Alba, Grinzane Cavour, La Morra, San Cassiano, Toscana