Due studiosi alla ricerca dei volumi dispersi in Francia

Due studiosi alla ricerca dei volumi dispersi in Francia Due studiosi alla ricerca dei volumi dispersi in Francia Le biblioteche perdute di Vittorio Alfieri ASTI. La biblioteca di Alfieri è un mistero che piacerebbe a Indiana Jones. E un po' come l'avventuroso archeologo, due ricercatori, un'italiana e un olandese, si sono messi sulle tracce dei volumi appartenuti al trageda astigiano, di cui si sono aperte le celebrazioni nel 250° anniversario della nascita. «In realtà i misteri sono due specifica Carla Forno, direttore del Centro studi alfieriani perchè sono due le biblioteche perdute di Alfieri. Una è quella disintegratasi durante la rivoluzione francese. Il poeta fu costretto ad abbandonarla lasciando la Francia. Sono stati scoperti alcuni volumi di quella raccolta in varie biblioteche europee, grazie agli appunti di Alfieri sulle pagine». Aggiunge Carla Forno: «Il professore olandese Van Neck ha compiuto numerose ricerche per conto del Centro, anche grazie ad una borsa di studio del governo olandese. E' un lavoro enorme, basato sulle Uste di libri lasciateci dallo stesso Alfieri, che era un meticoloso annotatore delle sue proprietà. Alle ricerche partecipa anche Clara Domenici di Firenze, specializzata nei testi classici greci e latini posseduti dal trageda». «Il secondo mistero - prosegue Carla Forno - è quello di Montpellier, dove non esiste un fondo Alfieri. Ci sono invece due fondi, del pittore Fabre e della d'Albany, di cui Montpellier ci ha inviato i cataloghi completi dieci anni fa». In quei due gruppi di volumi si trovano i libri di Alfieri. Il trageda li aveva lasciati all'amante, la contessa d'Albany, nominandola erede universale. In seguito, la donna li lasciò al pittore Frangois Xavier Fabre, con cui aveva intrecciato una relazione amorosa, il quale donò tutto alla sua città, Montpellier. Secondo lo storico astigiano Niccola Gabiani, dietro a questa decisione ci sarebbe una sorta di vendetta della nobildonna, ingelosita da una relazione di Alfieri con una dama francese. Asti chiese i libri a Montpellier nel 1903, a cent'anni dalla morte del poeta. L'allora sindaco Bocca reclamò i volumi del poeta, ma ottenne un cortese quanto deciso rifiuto. In seguito la città di Montpellier inviò libri e oggetti alfieriani. Giunsero alcuni volumi dell'edizione Didot delle tragedie (curata dallo stesso Alfieri), una cinquecentina, riproduzioni di quadri e lettere, poi esposti in una vetrina del Museo alfieriano. Arrivò anche il catalogo dei libri in ordine alfabetico, compilato dal segretario di Alfieri, Tassi. «La sorte delle carte - aggiunge Carla Forno - è differente. Sono conservate alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, a Montpellier e qui ad Asti. La maggior parte di queste carte sono disponibili al Centro in microfilm, fotografie e fotocopie». [c. f. e.]

Persone citate: Carla Forno, Clara Domenici, Niccola Gabiani, Vittorio Alfieri, Xavier Fabre

Luoghi citati: Asti, Firenze, Francia