Nella zona di corso Casale: trovato dalla polizia «plastico» ad alto potenziale

Nella zona di corso Casale: trovato dalla polizia «plastico» ad alto potenziale Nella zona di corso Casale: trovato dalla polizia «plastico» ad alto potenziale Esplosivo in camera da letto Arrestata una donna. Sequestrate anche armi asti. In gergo si chiama «T4». Un esplosivo al plastico, definito ad alto potenziale: bastava quel panetto da un chilo e due atti, a far saltare, per esempio, un'auto e seminare morte e distruzione nel raggio di 200 metri. Oppure a sbriciolare l'appartamento dov'era custodito e l'intero edificio, dalle fondamenta. Così, quando sono arrivati gli agenti delle «Volanti», nessuno, tra i condomini di quella villetta a schiera, in via Falcone 79 (zona corso Casale) immaginava che lì si potesse nascondere una vera «bomba». Era nascosta in ima scatola di cartone, nella camera da letto di Piera Pigna, 33 anni, ex impiegata di una ditta astigiana ed attualmente collaboratrice domestica. Nella sua abitazione (dove sono stati trovati anche un fucile a canne mozze, una pistola Berbardelli calibro 6,35 con colpo in canna, rubata a Napoli nel '92 e centinaia di munizioni, tutte illegali, oltre ad alcuni metri di miccia) i poliziotti sono arrivati seguendo il filo di un'altra indagine. La donna (finita in manette) qualche giorno fa era stata denunciata dal suo nuovo datore di lavoro, un imprenditore astigiano che l'aveva appena assunta come colf. Dalla casa dell'imprenditore erano spariti gioielli per una cinquantina di milioni. I sospetti si sono appuntati sulla Pigna, che ha negato tutto. «Mai preso niente» aveva detto alla polizia. E' stata disposta una perquisizione. E quando gli agenti sono arrivati in via Falcone, invece dei gioielli si sono trovati davanti quell'arsenale. Un artificiere della questura, chiamato dai colleghi, ha immediatamente confermato che quel panetto di esplosivo poteva essere pericolosissimo. Il «T4», una sorta di «pongo», usato soprattutto dagli specialisti militari, ma non solo (ovviamente non è in vendita libera) se maneggiato incautamente, anche senza innesco, può infatti esplodere, così come eventuali sbalzi di temperatura possono scatenare reazioni che portano all'autodetonazione. Logico dunque che per il trasporto fino in questura si siano adottate tutte le precauzioni. Ieri, al comando di corso XXV Aprile, c'è stato anche un primo sopralluogo degli artificieri della Direzione di artiglieria di Alessandria, che oggi torneranno a «prendersi cura» del plastico. Ora le indagini, affidate ai commissari Pier Paolo Fanzone (Mobile) e Gianfranco Vaccaneo (Volanti: è stato quest'ultimo a coordinare il primo intervento). Il sostituto procuratore della Repubblica, Luciano Tarditi, ieri, commentando l'episodio, non ha voluto fornire ulteriori elementi sull'inchiesta: «Stiamo cercando di capire la provenienza e la destinazione del plastico e delle armi. Ma so¬ prattutto dovremo verificare l'eventuale, possibile coinvolgimento di altri personaggi». Parole dettate dalla prudenza e dall'esigenza di non compromettere gli indizi raccolti dagli investigatori. L'attenzione è puntata soprattutto sulla donna (assistitila dall'avvocato Pier Paolo Berardi: è detenuta nella sezione femminile del carcere delle Vallette di Torino). A suo carico qualche piccolo precedente e nient'altro. Un'esistenza tranquilla, apparentemente. Ma l'arsenale in casa e soprattutto la presenza del «T4» lasciano presumere che Piera Pigna possa nascondere una doppia vita. Forse, però, neppure lei si rendeva conto della pericolosità del plastico: sarebbe bastato un niente per causare una strage. Franco Binello Si tratta del micidiale «T4» Oggi interverranno anche gli artificieri dell'Esercito WÈt li commissario Gian Franco Vaccaneo (secondo da destra) mostra l'eplosivo e le armi trovate nell'alloggio di una donna astigiana [FOTO MORRA]

Persone citate: Foto Morra, Franco Binello, Gianfranco Vaccaneo, Luciano Tarditi, Piera Pigna

Luoghi citati: Alessandria, Napoli, Torino