Quel motore pare la lesta della Medusa di Cosimo Mancini

Quel motore pare la lesta della Medusa MOTO Test della Triumph Speed Triple: 230 l'ora (in circuito), prezzo 20 milioni di lire chiavi in mano Quel motore pare la lesta della Medusa Una «mille» senza carenatura, con tubi e cavi in bella vista TORINO. E' la nuda del momento, e chi la desidera deve adeguarsi alla politica commerciale della Triumph sborsando il prezzo di listino, senza sconti: 20 milioni chiavi in mano. In compenso, come sottolinea il suo importatore e profeta, Carlo Talamo: «Ti porti a casa un oggetto che ha un valore intrinseco e non qualcosa di cui, per l'80%, paghi il progetto». Parliamo della Speed Triple modello 1999, l'imponente moto priva di carenatura in cui il motore gioca un ruolo determinanate sia dal punto di vista dell'estetica che delle prestazioni. Tubi, tubicini e cavi circondano il propulsore come i serpentelli che fanno da aureola alla testa della Medusa. Il nuovo motore, da 955 ce, è quello, depotenziato, del Daytona: 70 ce più della versione 1998. Tutto qui? No: i tecnici della Lotus hanno migliorato la fluidodinamica intervenendo su condotti di aspirazione, valvole, camere di scoppio, mappatura dell'alimenta¬ zione (a iniezione) e dell'accensione. Ed ecco prestazioni che la mettono al top delle «nude». Sul banco della Pacchetti Tuning Byke abbiamo misurato 105,2 cavalli alla ruota al regime di 9500 giri, un paio in più di quelli trovati dagli esperti di una rivista specializzata che ha avuto in prova lo stesso mezzo prima di noi, segno che, con il passare dei chilometri, cresce l'esubernza di questo motorone. Più che le prestazioni massime (230 all'ora per una moto senza carenatura rappresentano un bel traguardo) sono quelle intermedie a risultare piacevoli. Per un notevole arco di utilizzo il nuovo motore eroga mediamente 25 Cv in più, allo stesso regime. Ciò si traduce in una guida in cui si fa scarsamente ricorso all'uso del cambio pur avendo sempre a disposizione coppia e potenza da vendere. Ma la prerogativa più esaltante della Speed Triple è la sicurezza con cui scende in piega: merito del bel telaio in tubi di alluminio (solo 12 chili) e dei pneumatici Bridgestone (120/70 all'anteriore e 190/50 al posteriore). Diciamo la verità, curvare con una mille da oltre cento cavalli e due quintali di peso genera nei piloti qualche piccolo patema. Qui è una gioia avvicinarsi all'asfalto: il baricentro alto si sposa con la forcella scarsamente inclinata e con la geometria del telaio. Beninteso parliamo di andature sostenute ma non ai limiti, perché miracoli non ne ha fatti ancora nessuno, anzi, restando in tema di telaio e piacevolezza di guida, occorre sottolineare l'unico neo rimarchevole della Speed: la risposta dell'ammortizzatore posteriore che è uno Showa regolabile. La molla è troppo debole per i piloti di taglia forte o per la guida con passeggero: va «a pacco» e ne consegue uno scarso comfort. Qualcuno rimedia sostituendo quella originale con prodotti nati in Italia (200 mila). Altrimenti si può puntare decisamente su un ammortizzatore Ohlins (un milio¬ ne e mezzo) che, al momento di rivendere la moto, può essere recuperato rimontando lo Showa. I dischi anteriori da 320 nini e quello posteriore da 200 assicurano un'eccelente frenata. I cerchi in lega leggera sono veramente da museo d'arte moderna e contribuiscono alla duttilità di guida. Il manubrio, che si ispira alla vecchia scuola inglese, consente un ottimo controllo del mezzo mentre la sella, comda nei percorsi brevi, in quelli lunghi stanca un pochino. In compenso, consente l'agevole spostamento del corpo quando si decide di impegnarsi. Per il passeggero c'é un comodo maniglione di appiglio (solo come accessorio). Si poteva fare un piccolo sforzo e darlo in dotazione di serie. L'insolito cupolino, che ben si attaglia all'insieme, è minuscolo ma protegge la testa dall'aria fino a buone andature. Garanzia di 2 anni, chilometraggio illimitato. Cosimo Mancini

Persone citate: Carlo Talamo

Luoghi citati: Italia, Torino