Oggi e domani al Lingotto la pianista Zilberstein diretta da Inbal di Leonardo Osella
Oggi e domani al Lingotto la pianista Zilberstein diretta da Inbal Oggi e domani al Lingotto la pianista Zilberstein diretta da Inbal Lilya e Eliahu per Rachmaninov Si esegue anche Ciaikovskij Lilya Zilberstein ritorna a Torino con una pagina di pianismo virtuosistico. Basti dire che il brano in questione è di Sergei Rachmaninov ed è ispirato a Niccolò Paganini; il titolo esatto è «Rapsodia su un tema di Paganini op. 43 per pianoforte e orchestra». L'occasione per riascoltare questo lavoro si presenta al pubblico questa sera alle 20,30 e domani alle 21 all'Auditorium del Lingotto, per i concerti dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, sotto la direzione di Eliahu Libai. La «Rapsodia», già allettante di per sé, acquista ancora maggior fascino se si pone mente al fatto che essa costituisce anche la trama musicale per un balletto: scritta ed eseguita in uno spettacolo concertistico nel 1934 a Baltimora dallo stesso Rachmaninov con Leopold Stokowski sul podio, fu poi adattata con un finale diverso allo spettacolo coreografico che nel 1939 Michail Fokin realizzò al Covent Garden di Londra. La struttura dell'opera, sostanzialmente una serie di variazioni, ruota attorno al tema del «Dies irae», inteso come polo negativo di una vicenda artistica che vede Paganini cedere faustianamente l'anima al diavolo per una donna. Ovvio che il pianoforte abbia un ruolo di alta difficoltà. Ma anche l'orchestra ha i suoi bravi scogli da superare, come nel punto in cui il tema base (quello del «Capriccio n. 24») viene eseguito da tutti i violini nella letterale versione solistica di Paganini. Il susseguirsi delle ventiquattro variazioni è esaltante e naturalmente finisce alla grande, con il solista che deve dare fondo a ogni risorsa tecnica e manda il pubblico al calor bianco. La seconda parte della serata è riservata ad un altro autore russo di grosso calibro, Piotr Ujc Ciaikovskij. E' stata scelta la popolare e sempre graditissima «Quinta Sinfonia in mi minore op. 64», un capolavoro tipico dell'ultima produzione del grande compositore. Come già nella sinfonia a sfondo letterario «Manfred», Ciaikovskij adotta il criterio del tema a ritorno ciclico. Enunciato con andamento funebre fin dalla prima battuta dai due clarinetti, questo tema che è stato ribattezzato «del destino» ritorna nel prosieguo: drammaticamente nel secondo tempo attraverso i tromboni e i fagotti; con i timbri felpati di fagotti e clarinetti nel terzo, un delicato e scorrevole valzer quasi scevro da nubi; nel movimento finale proprio dall'esordio, con tutti i violini e i violoncelli all'unisono che intervengono in un tono maggiore sì ma ancora minaccioso, e nella conclusione volutamente caricata ed ebbra, a testimoniare un ottimismo che è soltanto di facciata. Leonardo Osella A fianco, il direttore d'orchestra Eliahu Inbal sul podio oggi e domani all'Auditorium del Lingotto Sopra, la pianista russa Zilberstein
Persone citate: Eliahu Inbal, Inbal Lilya, Leopold Stokowski, Michail Fokin, Niccolò Paganini
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