Rimarranno solo quelli nominati a vita per i loro meriti o per considerazioni di ordine politico di Fabio Galvano

Rimarranno solo quelli nominati a vita per i loro meriti o per considerazioni di ordine politico Rimarranno solo quelli nominati a vita per i loro meriti o per considerazioni di ordine politico Blair espropria ai Lord la carica ereditaria Pronto il progetto di legge contro la secolare tradizione nobiliare LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tony Blair parla di un progetto «radicale e storico»; ma molti Lord, ieri, storcevano il naso. Perché il primo ministro ha presentato proprio le attese proposte per togliere il voto ai Pari di diritto ereditario e per riformare in tempi brevissimi una Camera che avrà molti pregi, ma non certo quello di essere espressione democratica del Paese. Non è la fine della Camera dei Lord, ma è la fine di una secolare tradizione che premia una nobiltà inglese sovente legata ad antiche vicende mercantili o addirittura a battaglie d'alcova: mia situazione irritante per Blair e per il governo laburista, in quanto tali Lord sono in grande maggioranza di fede conservatrice. Resteranno, insomma, soltanto i Lord a vita: quelli nominati per meriti o considerazioni politiche; anzi tale scelta, per garantire eqxiilibri partitici, sarà in futuro demandata a una commissione che esaminerà anche i candidati proposti dal pubblico, quelli che i tabloid già definiscono «i Lord del popolo». Due i documenti presentati. Il primo è un progetto di legge per togliere con effetto quasi immediato ogni diritto ai Lord ereditari: dovrebbe essere varato entro l'estate. Il secondo è un «libro bianco» che fissa i parametri di una Royal Commission incaricata di presentare entro fine anno le proposte per la futura House of Lords, quella che nei desideri del governo dovrebbe nascere entro il 2002 e forse addirittura essere ribattezzata Senato. Il documento illustra anche le misure per una Camera transitoria in attesa di quel progetto definitivo. «Troppo a lungo - ha detto Blair - Pari ereditari senza legittimazione democratica, con un molo basato su diritti di nascita e non di inerito, sono stati in grado di varare leggi che riguardano tutta la popolazio¬ ne. Troppo a lungo la Gran Bretagna è andata avanti con una seconda Camera che non è il meglio. Troppo a lungo successivi governi si sono sottratti alla responsabilità di mia riforma». Sono 759 i Lord ereditari (fra marchesi, duchi, conti e baroni, su mi totale di 1295 Pari) che perderanno il loro potere legislativo. In compenso ne conquisteraiuio altri. Per esempio quello di votare come comuni cittadini alle elezioni politiche o locali; ma anche di potersi candidare ai Comuni senza dover rinunciare al titolo. In ogni caso 91 dei 759 condannati alla ghigliottina politica resteranno in carica nella fase transitoria secondo il controverso «compromesso Weatherill» (dal nome dell'ex speaker dei Comuni): poco più che un contentino, in cambio di una non belligeranza dei Lord quando saranno chiamati a votare sul proprio ridimensionamento. Per tagliare le gambe ai conser- vatori, che proprio ieri per voce del loro leader Lord Strathclyde hanno accusato il governo di «non avere una chiara visione del futuro», Blair ha nominato a capo della Royal Commission un l'ari conservatore, Lord Wakehani. Dovrà determinare iuoIo, composizione e formato della futura Camera dei Lord, pronunciandosi anche sull'eventuale presenza di rappresentanti di Scozia, Galles e Man¬ da del Nord alla luce delle trasformazioni istituzionali provocate dalla «devolution» hi corso; o il molo dei Law Lords, i Lord della legge che sono mia sorta di tribunale supremo e che proprio in questi giorni sono impegnati nel processo-bis a Pinochet; o quello dei vescovi anglicani, con la possibile apertura anche a rappresentanti di altre religioni. Non meno importante sarà la Camera dei Lord in formato «transitorio»: con la riununcia del primo ministro - a favore del «Comitato per le nomine» - alla prerogativa di scegliere i Lord a vita: una mossa volta a parare le accuse di voler sostituire al club conservatore quello - oggi così chiacchierato - dei «cronies», gli «amicucci» laburisti. Fabio Galvano E la nuova norma prevede anche «i Lord del popolo» Un'immagine della Camera dei Lord durante un discorso della regina

Persone citate: Tony Blair

Luoghi citati: Londra