C'è anche la cuoca da marciapiede di Alessandra Pieracci
C'è anche la cuoca da marciapiede Una colombiana non in regola si era attrezzata per una nuova fruttuosa attività C'è anche la cuoca da marciapiede Scoperta dagli agenti la «vivandiera» delle lucciole GENOVA. Cuoca da marciapiede: è la nuova professione inventata da una colombiana che si era attrezzata il cucinino in un appartamento nei vicoli per consegnare a domicilio, nei magazzini a luci rosse delle giovani prostitute, i piatti tipici sudamericani. Ovviamente a prezzi modici, ulteriormente ritoccati in caso di abbonamento a lungo termine, retate della Buoncostume permettendo. L'insolita attività di catering fai da te è stata scoperta dai poliziotti dell'Ufficio prevenzione generale della Questura che, in particolare con la sezione centro storico, in questi giorni hanno passato al setaccio i vicoli, concludento le operazioni l'altra notte, con 17 extracomunitari, tra donne e uomini, molti dei quali stavano festeggiando a tutta birra la fine del Ramadan, accompagnati negli uffici di via Diaz per accertamenti. Nel bilancio, tre notifiche di espulsione, due denunce per possesso di coltello, dodici per mancanza di documenti. La mensa per le operaie del sesso era stata allestita in un appartamento di via Prè. L'alloggio, in origine unico e grande, è stato diviso dai proprietari, una famiglia italiana sulla quale pende il rischio di sanzioni amministrative, in due bilocali e servizi, affittati a 700 mila lire mensili ciascuno. In uno c'erano alcuni albanesi, nell'altro un via vai di sudamericani, tra cui due donne, che vi si erano stabilite già da qualche mese. La più anziana, Lourdes, colombiana quarantaduenne, era arrivata in Italia nel novembre scorso e, dopo essersi arrangiata come poteva, da qualche tempo si era inventata la remunerativa attività di catering, cucinando piatti tipici sudamericani per le giovani donne che in via della Maddalena e nei vicoli adiacenti aspettano e intrattengono clienti in magazzini a luci rosse, ovvero l'equivalente genovese, per squallore e f atiscenza, dei bassi napoletani utilizzati al medesimo scopo. Lourdes usciva tutte le mattine e faceva il giro della clientela per ricevere le ordinazioni. Una volta a casa, si metteva ai fornelli per avere tutto pronto poco prima di mezzogiorno. Puntuale, infatti, alla mezza passava di porta in porta con i contenitori termici, preceduta e seguita da una scia di penetranti profumi di spezie. Consegnava il piatto caldo a un prezzo variabile dalle 10 mila alle 12 mila lire, secondo la ricetta del giorno e l'eventuale acqua minerale compresa. La cena veniva servita presto, alle 18,30: gli orari erano quelli in cui le clienti avevano ritenuto di potersi ritagliare la pausa dal loro lavoro. Piano piano, Lourdes si era conquistata una quindicina di ordinazioni per il mezzogiorno e altrettante per la sera, che le garantivano un ricavo minimo quotidiano di circa 300 mila lire. Dalle clienti più affezionate accettava anche richieste specifiche, soprattutto di alcuni piatti colombiani in cui pare la cuoca eccellesse. Sulla qualità del servizio, a quanto sembra, non c'erano mai state lamentele. Alessandra Pieracci **mm.m-. E' ripresa la lotta alle prostitute
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