«Guerra della divisa» al check-in di Caselle

«Guerra della divisa» al check-in di Caselle Le addette in sciopero: vogliono i pantaloni «Guerra della divisa» al check-in di Caselle CASELLE. E' piena di maxi-spifferi e correnti d'aria micidiali la sala accettazioni dell'aerostazione di Caselle. Al punto che all'inizio di dicembre le addette al check-in, che in quest'area trascorrono tutto il loro orario di lavoro, hanno dato vita, in silenzio, alla «guerra dei pantaloni». La loro elegante divisa prevedeva solo giacca e gonna. Ma, violando il regolamento e rischiando sanzioni disciplinari, si sono presentate in aeroporto per 15 giorni in pantaloni, indumenti più adatti a sopportare il disagio. Disagio che però - misteriosamente - è cessato prima di Natale. «Eravamo già felici che il posto di lavoro fosse diventato più umano - dicono - la temperatura era sempre la stessa, ma l'ambiente più sopportabile». Ma ieri è ricominciato: non tanto il freddo - l'azienda ha misurato 20,5° gradi nel salone principale - quanto le correnti d'aria continue hanno costretto le addette, che i pantaloni li avevano lasciati a casa, a ricorrere come misura di emergenza, al cappotto. E così hanno lavorato ai banchi di accettazione col cappot¬ to, con i passeggeri fra l'incuriosito e il divertito. La solita minaccia di sanzioni disciplinari non è servita: la legge 626 sulla sicurezza, se la temperatura è immodificabile, consente di lavorare anche col cappotto. Ma della divisa. Per domenica - giorno di gran lavoro a Caselle per il movimento dei charter neve dal Nord Europa - è previsto uno sciopero in aerostazione. Gli addetti alla rampa, soprattutto i pochi stagionali, non hanno cappotti impermeabili adeguati. Domenica 10 gennaio ciò ha provocato disagi notevoli fra i lavoratori e il ritardo per il 51 per cento dei voli. Da ciò la protesta. Ma ci sono altri guai che covano nell'apparente tranquillità della Sagat. Primo: gli addetti al checkin temono che l'azienda voglia appaltare all'esterno anche questo servizio non considerato «strategico» per l'aeroporto. Come è accaduto per altri settori. Secondo: l'Alitalia continua a penalizzare il volo Torino-Roma con aerei a bassa capacità, mentre si ventila l'abolizione dei voli con Londra e Parigi. L'Alitalia smentisce, ma la preoccupazione resta. [g. b.)

Luoghi citati: Londra, Parigi, Roma, Torino