Il ribaltone di Napoli finisce in Procura

Il ribaltone di Napoli finisce in Procura Consiglio regionale occupato nella notte. Oggi si vota: per la nuova giunta maggioranza scontata? Il ribaltone di Napoli finisce in Procura La Digos acquisisce i verbali della seduta contestata NAPOLI. Forse il menù è stato scelto per caso, di certo il piatto base della cena, nella lunga notte del ribaltone mancato, rispecchiava pienamente lo stato d'animo dei consiglieri di centro sinistra. Penne all'arrabbiata, piccanti quanto basta per tenere viva la protesta del gruppo impegnato ad oltranza in un «presidio democratico». Un sacrificio premiato con la vittoria raccolta nella tarda mattinata di ieri, quando già i reduci dell'occupazione avevano consumato la faticosa ricerca di un bar aperto di domenica, tra i grattacieli vuoti del Centro Direzionale, ma con un unico obiettivo: un cornetto e un cappuccino. Il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Calabro, di FI, non ha ammesso di aver compiuto un errore dichiarando chiusa la seduta di sabato dopo la clamorosa bocciatura della giunta di Andrea Losco, fermamente voluto dall'Udr di Clemente Mastella. Ma di fatto ha dato ragione alla nuova maggioranza caduta per un voto: oggi alle 13 il consiglio è convocato per procedere, come preteso dal centro-sinistra, alla terza votazione, quella in cui il quorum si abbassa alla metà più uno dei presenti (31 consiglieri) e sarà sufficiente la maggioranza semplice ( 16 voti) per sancire il sofferto ribaltone. Una vittoria per la coalizione che v uole mandare a casa il governatore Antonio Rastrelli, anche se Calabro continua a difendere il suo operato e si appella agli esperti di diritto amministrativo chiamati a consulto dopo la bagarre scoppiata in consiglio: «Ho raccolto interpretazioni contrastanti tra i giuristi e questo mi conforta sulla sostanziale correttezza delle mie scelte». Nonostante la serenità di Calabro, la convocazione invocata dalla nuova maggioranza è arrivata mentre il «giallo» della crisi regionale di avviava ad avere una coda giudiziaria. Gli agenti della Digos hanno acquisito i verbali della seduta finita tra le urla dei due opposti schieramenti. Il presidio del centro-sinistra, con l'occupazione dell'aula consiliare, ha fatto scattare l'inchiesta della magistratura, che a questo punto si interessa a pieno titolo al caso. E come in un thriller capace di inchiodare alla poltrona lo spettatore, non è detto che la crisi alla Regione Campania non conosca nuovi colpi di scena. Il centrodestra non sembra intenzionato a cedere, e già parla di convocazione '(irrituale». «L'assemblea - insiste il capogruppo di An, Bruna Esposito è stata sciolta dopo ima votazione valida ed esaustiva». Quasi certamente d Polo diserterà oggi l'aula per protesta, mentre nulla esclude nuove strategie per guadagnare tempo nella speranza che la fragile maggioranza di Andrea Losco vada in pezzi da sola. Senza contare un possibile ricorso al Tar, sia pure a giunta formalmente letta. Nell'attesa, i consiglieri che hanno scelto Andrea Losco non hanno alciuia intenzione di abbandonare la loro posizione: saranno già in aula quando Calabre darà il via all'appello, visto che hanno deciso di trascorrere un'altra notte nell'aula consiliare, rivendicando il «diritto a votare la giunta». Il vicepresidente designato, Nino Daniele, Ds, sostiene che il mancato voto si è tradotto per il centro-sinistra in una «aggressione», resa ancora più violenta da «presenze inquietanti dentro e fuori l'aula consiliare». E rivela che è stato necessario scortare a casa il segretario generale della Regione, bersaglio di minacce anonime, mentre il presidente incaricato Andrea Losco annuncia la prosecuzione del presidio: «Difendiamo la possibilità di esercitare i diritti costituzionali». Una seconda notte di vegUa, dopo quella trascorsa nell'aula che occu- pa i sotterranei di un grattacielo di ventuno piani. A confortare gli occupanti, la pasta, giunta alle 11,30 di sera, e innaffiata con un vinello rosso del Cilento: «Questo lo garantisco io», ha assicurato il futuro assessore all'Agricoltura, Antonio Lubritto. Lì sotto, dove non c'è una finestra e anche di giorno l'atmosfera è notturna, si sono ritrovati tutti 31 i consiglieri, compreso Mario Esposito, il cossuttiano, che con la sua assenza in aula aveva offerto al Polo la ghiottissima occasione per im- pallinare Losco. (E che ieri sera ha precisato: oggi sarà in aula e voterà a favore della giunta). Ma il gruppone si è andato via via assottigliando, con «staffette» per consentire ai più provati di fare una puntatina a casa e sostituire giacca e cravatta con un comodo pullover. Nessim cedimento, invece, per il «nocciolo duro» del presidio: presidente designato e futuri assessori, rimasti nell'emiciclo fino al mattino. Loro hanno continuato a discutere, costringendo allo straordina¬ rio un consigliere-avvocato dell'Udr, chiamato a imbastire un possibile ricorso al Tar contro Calabro. Per resistere a stanchezza e tensione, soltanto brevi pause, un sonnellino sulle poltrone trasformate in letto di fortuna. Sfiniti e con le occhiaie, gli irriducibili sono ricomparsi a gruppetti alla luce, nel deserto del Centro Direzionale, dove un bar di domenica può essere un miraggio. Mariella Cirillo Penne all'arrabbiata per il centrosinistra impegnato in un «presidio democratico» Ma il Polo contesta «L'assemblea è stata sciolta dopo una votazione esaustiva» L'abbraccio dei consiglieri del Polo al presidente uscente Rastrelli dopo il voto

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