Pochi indizi sul «rogo» di Bormida

Pochi indizi sul «rogo» di Bormida Il caso Olivieri Pochi indizi sul «rogo» di Bormida BORMIDA. Nessun nuovo indizio, almeno sino a questo momento, sul fronte dei nuovi accertamenti, disposti dal procuratore-capo Vincenzo Scolastico, sulla morte di Romano Olivieri, il bracciante-custode trentunenne di Bormida trovato carbonizzato il 4 ottobre scorso sulla sua auto. I controlli, effettuati nella giornata dell'altro ieri, infatti, non hanno portato a nulla. Tuttavia, i carabinieri del nucleo operativo di Cairo che si occupano delle indagini, proprio in queste ore sono impegnati in ulteriori accertamenti per far luce su di una vicenda che a distanza di tre mesi è ancora avvolta dal mistero. Anche perchè dalle perizie dei Cis sui resti della Fiat «Croma», risulterebbe che il rogo che ha distrutto la vettura sia stato di origine dolosa. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti non escludono neppure che si sia trattato di un tragico scherzo o di un omicidio. [1. b.] Romano Olivieri

Persone citate: Romano Olivieri, Vincenzo Scolastico

Luoghi citati: Bormida, Cis