I tabù del «politicamente corretto». Fs, i sogni fanno viaggiare gratis

I tabù del «politicamente corretto». Fs, i sogni fanno viaggiare gratis LETTERE AL GIORNALE I tabù del «politicamente corretto». Fs, i sogni fanno viaggiare gratis Vìdal, i romanzi e la pornografia Cara Stampa, quel giudice capo della Corte Suprema degli Stati Uniti, William Rehnquist, potrebbe ancora apparire un oggetto sconosciuto, in Europa. Ma basta riaprire il romanzo Myron di Gore Vidal (uscito nel 1974) alla prima pagina. Qui si menziona una recente decisione della Suprema Corte, appunto, che lascia libera ogni comunità di stabilire che cosa sia la pornografia, e se vi si può ravvisare un nesso con i comportamenti antisociali. E Vidal si chiedeva se gli editori di romanzi di vita contemporanea non dovessero allora farne due edizioni diverse. Per esempio, una per Los Angeles, con le parolacce normalmente usate a Los Angeles, e una per il moralistico North Dakota, dove gli stessi termini potrebbero suonare spregiativi e sconvenienti. Da parte sua, Vidal decide di sostituire - in tutte le scene di sesso più spinto e pazzesco in Myron ogni parolaccia col nome di un giudice rispettabilissimo della Corte Suprema responsabile della decisione. E soprattutto, Rehnquist. Per esempio: «un lungo relmquist scuro lievemente curvo in punta, e due grosse powell (altro giudice) pendule». Chissà se anche oggi si potrebbero applicare gli stessi eleganti accorgimenti stilistici agli attuali veti e dogmi e tabù della «politically correct»? Magari lasciando ancora libere le comunità di decidere sugli orgogli e sui pregiudizi? Alberto Arbasino Meraviglie in arrivo sui treni lumaca Martedì 12 gennaio 1999, leggo su La Slampa il nuovo criterio con cui le Fs calcoleranno il costo del biglietto ferroviario. Non più su classe e chilometraggio, ma sulla «velocità», puntualità, confort, frequenza» ecc.; sogno o son desto? A questo punto mi pare pro¬ prio che il ministro dei Trasporti intenda far viaggiare gratis gli italiani. Molto probabilmente egli si serve esclusivamente del Tgv Roma-Milano, perché se usasse altre linee, in particolare in Piemonte, una proposta del genere non l'avrebbe certamente esternata. Verranno a cessare carrozze in esclusivo uso di donnine di ogni colore e nazione che costringono i viaggiatori paganti a rimanere in piedi nei corridoi, senza che nessuno intervenga a risolvere l'annoso problema, vedi in particolare Torino-Milano. Non avremo più scioperi e ritardi. Niente treni stipati all'inverosimile per mancanza di iniziativa del personale dirigente. Non più pendolari che debbono arrancare ogni giorno su treni lumaca che fanno perdere ore di lavoro a causa di ritardi, o Intercity con servizi igienici inservibili per la sporcizia e l'incuria, sfrutteremo la velocità di moderni treni su linee costruite anteguerra, forse '15-'18, e dulcis in fundo cesserà il pericolo di contrarre l'asbestosi, così dicono gli esperti, per le carrozze coibentate con l'amianto. Sono certo che continueremo a subire disagi, ma viaggeremo gratis, perché non riesco a capire come faranno a realizzare tutte queste meraviglie per calcolare il costo del biglietto. Grazie signor ministro, anche le illusioni a volte aiutano a vivere. Carlo Gaito Moncalieri Lavoro impossibile per i non militesenti Mario e Maria si diplomano o si laureano e desiderano entrare nel mondo del lavoro. Entrambi hanno le capacità per occupare brillantemente il posto di lavoro che viene loro offerto. In regime di pari opportunità i dirigenti dell'azienda sceglierebbero sulla base dell'esito di un colloquio e di test psicoattitudinali. Ma c'è un particolare non trascurabile: Mario non è militesente per cui non sarà disponibile prima di un anno e mezzo circa (tempo necessario per l'arrivo della «cartolina» per la chiamata alle armi più la durata del servizio di leva). A questo punto la scelta è ovvia: Maria avrà il po¬ sto e Mario non sarà neanche convocato per un colloquio. Finito il servizio di leva Mario andrà alla ricerca di un lavoro, ma complessivamente avrà un anno e mezzo in meno per trovarlo. Dal momento che ciò avviene quando Mario ha un'età compresa fra 20 e 28 anni mediamente e che questo è il perio¬ do più fortunato per la ricerca di un'occupazione, si capisce che un anno e mezzo di «inerzia» dovuto al militare pregiudica al giovane molte opportunità in barba a quanto sancisce la Costituzione. Ma non è solo il gentil sesso ad essere esentato da questo iniquo, ma legale, trattamento. In realtà, purtroppo le donne sono ancora troppo spesso discriminate nel mondo del lavoro, ma ciò avviene per l'arretratezza culturale di colui che discrimina, non per una discriminazione attuata direttamente dallo Stato con le sue leggi. Cosa dire del terzo fratello maschio che non deve fare il militare? E dei fortunati che ricevono il congedo per esubero, quasi fosse una lotteria? E di coloro che non hanno una vista da falco o che sono troppo magri e sono riformati? (l'esercito non ha bisogno di cecchini o di lottatori, esistono mansioni d'ufficio). Ed ancora, sapete che se un giovane entro il compimento del 25° anno ottiene un contratto di lavoro all'estero, è esentato dal fare il servizio di leva? Se invece lo ottiene in Italia, dovrà fare il militare; comunque in Italia non lo otterrà mai, perchè non è militesente (ditemi se non è un'ingiustizia). Insomma, il militare devono farlo tutti, ma proprio tutti oppure nessuno. Oggi non esistono più le condizioni perchè la coscrizione obbligatoria esista; anche un paese nazionalista come la Francia l'ha abolita. Mi viene da pensare che tanta ritrosia in Italia sia dovuta alle costosissime forniture militari che sparirebbero; avete idea di cosa potrebbe farsi con quei soldi diversamente utilizzati? Grazie per aver sopportato l'amaro sfogo di un ventisettenne brillantemente laureato in Ingegneria, non militesente. Dario Trifone Ficarazzi, Catania trifoned@iol.it I contrabbandieri fermano gli albanesi Apprendo dai giornali che i contrabbandieri di sigarette che operano nel Brindisino sono stati in grado di bloccare gli scafasti albanesi. Un'idea: ritiriamo le motovedette della guardia di Finanza e delle altre forze di polizia che operano nel Canale d'Otranto, e che non servono né a fermare il contrabbando né il flusso continuo di immigrati, e appaltiamo ai contrabbandieri il blocco degli extracomunitari. Pagheremmo con un probabile maggior arrivo di sigarette, ma risparmieremmo parecchio di più con la cessazione dell'assalto di clandestini al Bel Paese, e mettendo a riposo i nostri guardacoste. Da notare che i contrabbandieri non hanno pattugliato il mare antistante le nostre coste, non hanno costituito blocchi navali davanti all'Albania, ma semplicemente hanno avvertito che la faccenda dava a loro fastidio. Vincenzo Forneris, Torino Adozioni e famiglie l'amore non basta Son rimasto colpito da ima lettera di una madre adottiva, che è tutto un inno all'adozione: l'adozione è stupenda, l'adottato meraviglioso, lei ama persino la madre «biologica», nessun problema, l'amore risolve tutto, lei trabocca di amore ecc. ecc. Sarà! Allora come mai nelle famiglie adottive (come del resto in tutte le famiglie!) ci son diffi colta, delusioni, zone d'ombra? E' tutto davvero risolvibile con la dedizione e l'amore? Mi pare che nell'attuale tempo ci sia una massiccia negazione dei lati difficili, problematici, negativi di qualsiasi rapporto umano, vedi extracomunitari: son tutti buoni, bravi, basta tender loro la mano... oplà, tutto risolto!. Filippo Arditi

Persone citate: Alberto Arbasino, Carlo Gaito, Dario Trifone, Filippo Arditi, Gore Vidal, Vincenzo Forneris, William Rehnquist