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Il Canavese industriale non scommette sul '99 Previsioni pessimistiche dall'ex Tecnocity italiana Il Canavese industriale non scommette sul '99 IVREA. In molti hanno definito il 1999 come l'anno della svolta: il Canavese avrebbe potuto lasciarsi alle spalle la crisi economica per affrontare il rilancio. Non sembra essere così, invece, per i piccoli e medi imprenditori. Basta sfogliare i dati dell'indagine congiunturale trimestrale - l'inchiesta realizzata dall'Associazione Industriali del Canavese, su un significativo campione di aziende - per dedurre che questo inizio d'anno è improntrato quanto meno all'incertezza. A partire dall'attività produttiva. Solo il 24 per cento degli intervistati (contro il 28 per cento di ottobre, e il 35 di inizio estate) prevede una crescita. Aumentano, invece, i pessimisti, che dal 18 passano al 29 per cento. «E' un dato tutt'altro che secondario - afferma il presidente dell'Assindustria, Giovanni Trione -, Soprattutto perchè ha una sensibile ricaduta sui valori dell'andamento occupazionale». Il 17 per cento degli imprenditori, infatti, prevede aumenti della forza lavoro, il 15 per cento una diminuzione. «Ma i pessimisti, 3 mesi fa, rappresentavano appena il 4 per cento». E raddoppia - dal 7 al 15 per cento - il numero di aziende che mettono in preventivo il ricorso alla cassa integrazione nei prossimi 3 mesi. Un avvio d'anno in salita, quindi, come dimostrano anche i dati riguardanti l'acquisizione di nuovi ordini: in diminuzione per 28 imprenditori su cento (erano la metà a ottobre), in aumento per 21. «La rilevazione - continua Trione - evidenzia una difficoltà per le aziende canavesane, che dichiarano di considerare sempre forte la competitività dei concorrenti esteri. E questo sia sul mercato interno che al di fuori dei nostri confini». Ma non sono solo le piccole e medie imprese a vivere una situazione di incertezza. La prossima settimana il ministro dell'Industria Bersani riconvocherà a Roma il tavolo di trattativa della OP Computers di Scarmagno.