Al lotto esce una truffa miliardaria

Al lotto esce una truffa miliardaria Sette bussolotti su 90 erano riconoscibili: in manette nove persone, irregolarità continuata per anni Al lotto esce una truffa miliardaria / bambini estraevano palline truccate sulla ruota di Milano CINISELLO BALSAMO DAL NOSTRO INVIATO Adesso che hanno trovato quella valanga di miliardi, si parla di due sui conti correnti degli indagati ma la cifra potrebbe presto arrivare a dieci, c'è solo da calcolare quante giocate al lotto siano finite sulla ruota di Milano, quella col trucco. «Non lo sappiamo ancora, calcoliamo un dieci venti puntate all'anno negli ultimi tre o quattro anni», giura Giovanni Pepe, il commissario di Cinisello Balsamo che in pochi mesi sventa la truffa e scoperchia l'ultimo scandalo all'italiana. Nove persone finiscono in carcere, altre sei sono denunciate a piede libero. In carcere vanno due funzionari del ministero delle Finanze, Giorgio Raggi 42 anni di Milano e Maddalena Vitella, 56 anni di Cinisello. Più un vigile urbano sempre di Cinisel¬ lo, Francesco Curatoli di 53 anni. A dicembre erano state altre sei persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, tutti pugliesi saliti sul carro dei vincitori giocando forti somme, minacciando chi voleva tirarsi indietro. Come Giuseppe A. e Loreta T., i due coniugi all'origine della truffa e dell'inchiesta. Erano stati loro, lui è un funzionario del ministero che in via Moscova a Milano partecipava alle estrazioni dei numeri del lotto, ad accorgersi che la dea bendata poteva essere aiutata, che i numeri da estrarre si potevano prevedere prima, addirittura orientare. Era stato Giuseppe A., ad ac- corgersi che alcuni bussolotti usati per l'estrazione erano meno consumati degli altri, erano più riconoscibili al tatto. Sette bussolotti, per l'esattezza. Sette sfere di alluminio che le mani di cinque bambini istruiti per l'occasione, sapevano riconoscere al primo tocco. Dopo essere stati allenati, prima di essere premiati con un giocattolo o un pò di soldi. «Con quel sistema ho vinto 500 milioni», racconta alla polizia prima e al magistrato di Monza Walter Mapelh poi, Giuseppe A., quello che aveva la tombola in testa. Giocava sempre sulla ruota di Milano, ambi, terni e quaterni soprattutto. Giocava nelle ricevitorie sotto casa, ma anche in tutte quelle dell'hinterland, per non farsi riconoscere, per evitare che tutti sapessero. Alla fine, il gioco era diventato più grande di lui. Aveva dovuto coinvolgere un vicino che abita tre palazzoni più in là alla periferia di Cinisello, il vigile urbano Curatoli che in banca aveva oltre un miliardo e mezzo. E poi altri vicini, altri amici, in un moltiplicarsi di numeri e di vmeite. Tanto che alla fine lo sapevano tutti, che a Cinisello Balsamo si giocava forte al lotto e si vinceva altrettanto. Per non insospettire le commissioni ministeriali, erano aumentati anche i bambini, quelli con la benda sugli occhi in grado comunque di riconoscere il bussolotto giusto, il numero preciso da estrarre. Adesso c'erano i figli, i figli degli amici e dei conoscenti. «Una gang, oramai», scrive il gip di Monza Giuseppe Airò nella sua ordinanza. «Lo sapevano tutti che qui a Cmisello vincevano sempre gli stessi», racconta il commissario Pepe. E alla fine lo viene a sapere pura la banda dei pugliesi, sei malavitosi con precedenti penali lunghi così, che decidono di giocare pure loro. Le puntate si fanno sempre più alte, le richieste di garanzia nelle estrazioni diventano pressanti. E c'è da scommettere, se è vero che Raffaele De Palma, uno dei primi arrestati a dicembre, con una sola giocata meassa 800 milioni. Giuseppe A., inizia ad avere paura. A lui gli bruciano la macchina, a suo cognato Pasquale tirano due pistolettate nel vetro del negozio. E poi ci sono le minacce telefoniche, la Bmw con un certo Ciccio che viene da San Severo che si lenna davanti al negozio del cognato, lo minaccia di morte e gli intima di continuare a giocare. «Che io non scherzo, che ho partecipato alla strage di Capaci, quella del giudice Falcone», gli dice anche se non è vero. I pugliesi giocano ancora più pesante. Ad uno dei funzionari del ministero delle Finanze, fanno arrivare una denuncia con il nome di Giuseppe A. e con tutta la storia. Il funzionario, anziché chiedere chiarimenti, vuole essere anche lui della partita. «Si può trovare un accomodamento...», dice a Giuseppe A.. Giuseppe A. il 18 febbraio '98 fa la sua ultima giocata, poi chiede di essere trasferito ad un altro ufficio. Giorgio Raggi e Maddalena Vivella, gli altri due funzionari, non sono in grado di reggere la truffa da soli. Le minacce dei pugliesi si moltiplicano, ma ci vogliono ancora otto mesi perchè Loreta T., la moglie di Giuseppe A. decida di denunciare tutti. E il 14 ottobre dell'anno scorso, sale gli scalini del commissariato di via Cilea. Fabio Potetti «Da due anni volevo denunciare tutto, ma avevo paura: i pugliesi ci minacciavano» «L'ultima giocata un terno a febbraio: 6-10-14 Garantì supervincite da Milano a Manfredonia Ci sono anche giocatori che delusi dalla notizia dello scandalo hanno strappato le schedine delle giocate L'IMBROGLIO SVELATO

Persone citate: Francesco Curatoli, Giorgio Raggi, Giovanni Pepe, Giuseppe Airò, Maddalena Vitella, Maddalena Vivella, Walter Mapelh