All'udienza del mercoledì Giovanni Paolo II ha parlato anche dello Iahvè degli ebrei «Non è vero che è un giudice crudele»

All'udienza del mercoledì Giovanni Paolo II ha parlato anche dello Iahvè degli ebrei «Non è vero che è un giudice crudele» Risolto il giallo di Cattolica: l'albanese uccisa dall'uomo al quale era legata per amore Il killer della ragazza nella scarpata Tradito dal numero di telefono sul polso della vittima RIMINI. L'assassino ha un nome, la vittima ancora no. E' stato arrestato ieri mattina a Fratta Valera, in provincia di Lodi, un milanese di 25 anni sospettato di aver ucciso con un colpo di pistola alla tempia la giovane sconosciuta trovata morta il 2 gennaio ai margini dell'A14 tra Riccione e Cattolica. L'uomo, che si chiama Rocco Alex Donati, è accusato di omicidio volontario e porto abusivo d'arma da fuoco. Donati legato sentimentalmente alla vittima, consumatore di cocaina e ricercato per evasione dagli arresti domiciliari dalla sua casa di Buccinasco dove era detenuto per rapina al momento dell'irruzione delle forze dell'ordine era in compagnia di una giovane donna e di altri due uomini appena arrivati da Milano. Gli investigatori riminesi, in trasferta in Lombardia, sono arrivati al presunto colpevole partendo da un numero di telefono cellulare annotato con la biro blu sul palmo della mano sinistra della vittima. Ma a incastrare il milanese c'è anche un testimone che ricorda di aver visto la coppia a Riccione poco prima dell'omicidio avvenuto, secondo l'autopsia, tra mezzanotte e le due del 1° gennaio. L'uomo quella sera, a bordo della sua auto sequestrata ieri nel blitz milanese, sarebbe passato a prendere la ragazza all'hotel Splendor di Riccione, dove lei alloggiava e dove in passato erano stati anche assieme. Il giallo dell'autostrada non può considerarsi però ancora risolto, né va in archivio come delitto passionale. Manca l'identikit certo della vittima, quasi di sicuro albanese, clandestina, sui 18-20 anni, conosciuta come Silvia. E soprattutto, come suggeriva la spietata esecuzione, dietro all'omicidio c'è dell'altro: le indagini hanno aperto uno squarcio su un grosso traffico di droga. Più di una persona è nel mirino degli maturanti che non escludono un collegamento con uno dei delitti che hanno insaguinato il Milanese nelle ultime settimane. La ragazza era stata trovata mor- ta verso le 10 del mattino del 2 gennaio scorso in una scarpata lungo la corsia sud a un chilometro dall'uscita per Cattolica. Avvolta in un giacchetto con la foto di Di Caprio stampata sul cuore. Alla diffusione della notizia, però, non erano seguite segnalazioni in grado di portare a una identificazione certa. Dall'autopsia intanto arrivavano conferme di segni di bruciature sulle braccia e di una vaccinazione anti-vaiolosa sulla coscia, oltre a una novità inattesa: la vittima era malata di tubercolosi. A circoscrivere le ricerche è stata la testimonianza di un automobilista pesarese che si è presentato dai carabinieri dicendo di aver dato un passaggio da Misano a Riccione alla giovane assassinata la sera del 31 dicembre. L'ordine del sostituto procuratore Daniele Barberini di setacciare gli alberghi della zona ha portato alla svolta: l'individuazione dell'hotel Splendor, a Riccione, dove la giovane aveva trascorso le sue ultime notti. [a. ro.]

Persone citate: Daniele Barberini, Fratta Valera