Senza volto i criminali albanesi di Francesco GrignettiMaurizio Molinari
Senza volto i criminali albanesi Il commissario Angioni: «Disattesi molti degli accordi con l'Italia per frenare i clandestini» Senza volto i criminali albanesi Distruttigli archivi del ministero di Tirana impossibile ricevere le foto segnaletiche ROMA. Il Parlamento albanese riunito in seduta straordinaria ha approvato la legge antigommoni ritenuta «indispensabile» dal governo italiano ed ora Tirana e Roma studiano nuove mosse contro i trafficanti di uomini. Il premier, Pandeli Majko, ne parlerà domani a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema. In agenda c'è in primo luogo la vulnerabilità della sorveglianza nell'Adriatico, denunciata ieri su «La Stampa» dal Guardasigilli schipetaro, Thimio Kondi. Il problema avrebbe dovuto essere risolto dalla sigla dei 10 punti dell'accordo D'Alema-Majko dello scorso 10 novembre, che comprendeva rigide misure di cooperazione in materia di ordine pubblico, incluso l'invio di militari italiani in Albania. Ma così non è stato. «Una parte di quelle intese è rimasta sulla carta», ammette il generale Franco Angioni, commissario straordinario del governo per gli aiuti all'Albania. Angioni assicura che «la collaborazione è buona», ma elenca le «cose che restano da fare»: la riorganizzazione delle forze di polizia non è stata completata; sono pochi i reparti di intervento mobile sul territorio; mancano norme e leggi importanti per la tutela dell'ordine pubblico. «Ma soprattutto - sottolinea - non è ancora operativo il nucleo di frontiera marittima che doveva installarsi sull'isolotto di Saseno per controllare il traffico dei natanti sottocosta». L'Italia è pronta infatti ad inviare uomini e mezzi promessi, ma gli albanesi non hanno ancora provveduto alle ne- ! cessane infrastrutture, lamentando carenza di fondi e chiedendo un intervento straordinario a Palazzo Chigi. «La volontà dell'Albania a cooperare non può essere messa in discussione - dice Angioni -, ma è un Paese con tempi diversi da nei e molti problemi ancora da risolvere». Il primo fra questi, confermano diplomatici e 007 italiani, è «il fatto puro e semplice che le gang criminali non sono state battute né smantellate e si muovono ancora con grande agilità sul territorio». Anche al Viminale ritengono che esistano ostacoli reali alla lotta alla criminalità nonostante i buoni rapporti con Tirana, testimonianti da «molti arresti ed estradizioni anche negli ultimi tempi» operati dalle autorità italiane. A Tirana, ad esempio, l'archivio delle foto segnaletiche dei ricercati è largamente carente da quando, durante l'assalto alle carceri, venne violato il ministero dell'Interno, dando alle fiamme centinaia di cartelline personalizzate. «Ora lo stanno ricostituendo - fanno notare al Viminale - ma è un lavoro lungo e complesso che a volte non permette l'immediata identificazione dei criminali che arrestiamo qui in Italia». Comunque, lo scambio di dati e informazioni per il Viminale «è buono» e lo ha dimostrato anche il recente giallo sulla presenza in Italia del super-boss Zani, risolto grazie ad un rapido controllo incrociato che ha Sopra: i mezzi militari forniti dall'Italia all'Albania. Accanto: il ministro della Difesa Carlo Scognamiglio con il suo collega di Tirana, Luan Hajdaraga permesso di appurare che non aveva lasciato il carcere. A Tirana negli ambienti governativi si invita però l'Italia a «non dimenticare che l'Albania non è la Svizzera, voi per nove morti a Milano siete in stato di emergenza, noi solo nell'ultimo mese abbiamo avuto 50 vittime e contiamo un kalashnikov ogni due abitanti». Tritan Shehu, ex ministro degli Esteri del partito democratico, invece punta l'indice contro il governo socialista di Majko: «Il Parlamento è lento nel fare le leg¬ gi, i capi della polizia nelle zone di frontiera nominati con criteri clientelari devono essere sostituiti, è urgente la creazione di un corpo di Carabinieri grazie al sostegno di consulenti stranieri sul modello della vecchia Gendarmeria di re Zog». «Ma per sconfiggere davvero i criminali - aggiunge Grecia e Italia devono abolire i visti, che fermano solo la brava gente perché i malviventi passano comunque». La legge sui gommoni è stato comunque un passo nella direzione giusta: stabilendo il limite di 70 cavalli per i motori e delle 20 miglia di velocità renderà più difficile l'opera dei trafficanti di uomini. «L'Albania adesso ha uno strumento giuridico importante contro gli scafisti», commenta il ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, che a Tirana ha ottenuto «rassicurazioni importanti» sulla lotta alla criminalità nell'Adriatico. Se ne saprà di più dopo l'arrivo di Majko - accompagnato dai ministri di Trasporti, Finanze ed Esteri - atteso domani a Roma da una fitta agenda: prima il Papa in Vaticano, poi Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, Francesco Cossiga all'ora di pranzo e vertice nel pomeriggio a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio su ordine pubblico e aiuti economici. «L'Italia è consapevole dell'impegno di Majko contro la criminalità e anche dell'esigenza di rendere più concreti e veloci gli impegni della cooperazione», assicura Umberto Ranieri, sottosegretario agli Esteri per l'Europa. Francesco Grignetti Maurizio Molinari Prima risposta albanese: approvata la legge antigommoni Domani il premier da D'Alema filili Sopra: i mezzi militari forniti dall'Italia all'Albania. Accanto: il ministro della Difesa Carlo Scognamiglio con il suo collega di Tirana, Luan Hajdaraga
Persone citate: Francesco Cossiga, Franco Angioni, Gianfranco Fini, Luan Hajdaraga, Pandeli Majko, Silvio Berlusconi, Umberto Ranieri
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