Amo dipingere perchè fa star bene gli altri

Amo dipingere perchè fa star bene gli altri J PAUSA CAFFÉ' Amo dipingere perchè fa star bene gli altri LEI impiega il suo tempo libero per dipingere. La considera una vocazione? E' un desiderio innato. Ho sempre usato i colori. Purtroppo, quando ero ragazzo, a casa mia volevano che pensassi soprattutto al lavoro e consideravano la pittura un po' una perdita di tempo. Mi ci sono potuto dedicare seriamente solo quando ho raggiunto l'indipendenza economica. Per me dipingere è una necessità: lo faccio almeno due ore ogni giorno. Chi sono stati i suoi primi estimatori? Il gallerista Emiliano Serra e Franco Merlino. Sono stati loro a incoraggiarmi. Merlino mi aveva indirizzato alla pittrice Amelia Platone, affinché mi desse una mano tecnicamente. Con lei, in seguito, era nata una grande amicizia. E' stata lei a convincermi a partecipare a concorsi di pittura, a mostre collettive e ad allestire la mia prima personale. Quando si è svolta la sua prima personale? Nel 1991, alla libreria «Cabiria» ad Asti, per interessamento di Amelia, che in quell'occasione mi aiutò pure ad appendere i quadri. Tra i titolari della libreria c'era anche Laurana Lajolo. Poi si è impegnato anche in attività di carattere sociale. Quasi subito dopo ho cominciato a lavorare con gli ospiti del Centro diurno di psichiatria di via Baroncini. Ho organizzato corsi di pittura, come «arteterapia», in collaborazione con la dottoressa Eliana Gai, psichiatri, psicologi e assistenti. Come è andata? Bene, direi. Alla fine dei lavori abbiamo allestito una grande mostra a palazzo Mazzetti, alla quale hanno partecipato gli ospiti dei Centri diurni di tutto il Piemonte. Da quell'esperienza è nato anche un libro, dal titolo «I colori della mente». Che cosa ha ricavato da quella esperienza? Ciò che ho cercato di dare agli altri con la pittura mi è tornato sotto forma di affetto, ma anche di arricchimento della mia sensibilità. Spero che chi ha visto quei lavori abbia capito quanta e quale carica creativa ed umana ci sia nelle persone che vengono emarginate. Come considera la sua pittura? Diciamo una sorta di figurativo-astratto, che si basa soprattutto sull'uso del colore. Nei miei quadri è sempre molto vivo. Cerco di arrivare a una stilizzazione delle forme, che lasci comunque intrawedere la fisionomia dei soggetti. Le piace lo sport? Oltre a dedicare due ore al giorno alla pittura, vado a correre per almeno un'ora. Per tenermi in allenamento e per sca- ricare la tensione che si accumula davanti al cavalletto. La pittura non è poi una cosa rilassante, come molti credono. Anni fa, con Walter Schiavinato, più volte campione italiano di «body building», ho fondato una palestra di ginnastica, l'«Athletic club». Proprio in quel periodo ho capito che potevo conciliare la pittura con un altro lavoro. Armando Brignolo Maurizio Sorga Carrer, 43 anni

Persone citate: Amelia Platone, Emiliano Serra, Franco Merlino, Laurana Lajolo

Luoghi citati: Asti, Piemonte