«Nessuno mi ama, meglio morire» Studentessa italiana s'uccide nei boschi di Nancy

«Nessuno mi ama, meglio morire» Studentessa italiana s'uccide nei boschi di Nancy Era appena tornata nella scuola forestale dopo le vacanze ad Abbiategrasso «Nessuno mi ama, meglio morire» Studentessa italiana s'uccide nei boschi di Nancy PARIGI. Si è uccisa nella foresta che tanto amava e che era la sua ragione di vita, di una vita dalla quale si sentiva respinta perchè si vedeva brutta, forse perchè a 23 anni non aveva mai avuto mi ragazzo fisso. Chiara Cestari, studentessa di Scienze forestali a Padova, era scomparsa i! 3 gennaio - appena tornata dalle vacanze a casa, ad Abbiategrasso - dagli alloggi per studenti dell'Istituto forestale di Nancy dove si trovava nell'ambito del programma europeo Erasmus, Si è impiccata a un albero, con ima cinghia dello zainetto, nella foresta di Luneville, una trentina di chilometri a est di Nancy. L'hanno ritrovata ieri pomeriggio. Un'ora prima il padre Giorgio, che si è precipitato nei giorni scorsi a Nancy per seguire le indagini, aveva detto che se Chiara aveva scelto di morire, sarebbe' stata trovata in foresta: «Se ha voluto cercare il conforto della morte dalle sue angosce, penso che abbia scelto la foresta che tanto amava, nei posti dove andava abitualmente con la scuola, anche di notte, ad ascoltare le voci degli animali notturni, il verso del cervo, del capriolo...». Già prima della certezza, sia il padre sia la madre Rosalia, in attesa ad Abbiategrasso, si erano espressi più volte all'imperfetto. Forse se lo aspettavano da anni, Chiara era soggetta a crisi depressive, come il 3 gennaio, alla partenza da Milano. «Poi mi passa, non preoccupatevi», aveva detto ai genitori, che la descrivono entrambi come una ragazza «chiusa, pignola, troppo esigente con sè stessa: non si presentava agli esami, alla facoltà di scienze forestali di Padova, se non era più che preparata, e prendeva tutti trenta». Ci aveva già provato, nell'estate '96, troppe aspirine, se l'era cavata con un'emorragia. Dice la madre: «Scriveva di sentirsi non bella, non riusciva a fare amicizie, a inserirsi, aveva paura di non essere accettata. Ragazzi? No, mai, solo amici: era strana, timida, lo hanno detto anche i professori di Padova». Parlando con i compagni di studio, il padre ha capito che «Chiara si sentiva isolata, non integrata, anche perchè parlava appena il francese, a livello scolastico». E' stato Pascal, im ragazzo della Savoia che parla un pò d'italiano, a bussare alla porta di Chiara quando i genitori, dal 4 al 6 gennaio, hanno continuato a telefonare, sempre più preoccupati, per sapere se era arrivata bene. La stanza era chiusa a chiave, e solo mercoledì scorso, dopo le numerose telefonate e la constatazione che la ragazza non era comparsa alle lezioni, la porta è stata forzata. Dentro c'era il bagaglio chiuso, coi regali di Natale. Forse l'angoscia è montata durante le ore di viaggio che l'allontanavano da casa, che la riportavano a confrontarsi col mondo esterno, quel mondo nel quale si sentiva di troppo, e ha cercato rifugio nella sua foresta. Resta da capire con quale mezzo abbia percorso tutti quei chilometri da Nancy a Luneville. [Ansa]

Luoghi citati: Abbiategrasso, Milano, Padova, Parigi