«Ho spinto una mia compagna ad abortire» di Raffaella SilipoClaudio Martelli

«Ho spinto una mia compagna ad abortire» La confessione di Martelli in tv: una ferita dimenticata, una scelta difficile e dolorosa «Ho spinto una mia compagna ad abortire» «L'avevo rivelato tanti anni fa a Madre Teresa Lei, guardandomi negli occhi, scoprì l'episodio» il privato che diventa pubblico TANTI anni fa, ho spinto una mia compagna ad abortire». Claudio Martelli si racconta a cuore aperto nel talk show di Daniele Luttazzi Barracuda, stasera su Italia 1. La politica, il rapporto con Craxi, ma anche le esperienze più private: per l'ex ministro della giustizia l'incontro è una sorta di «contrappasso», almeno a sentire Luzzatti, che lamenta una censura subita nell'89 «in pieno dominio psi». Il faccia a faccia è peraltro interessante e mai scontato, Martelli si mette in gioco, esce dal cliché e dà ai telespettatori un inedito ritratto di sé. Martelli, come mai racconta un'esperienza così privata come quella di un aborto? «In realtà è una vicenda che avevo a lungo rimosso: la prima persona a cui ne ho parlato è stata Madre Teresa di Calcutta, tanti anni fa». Madre Teresa? E come è andata? «Quando l'ho incontrata lei mi ha osservato a lungo, con quegli occhi così acuti, e non so cosa le è passato per la testa, ma mi ha chiesto: "Perchè lei è cosi infelice?"» E lei cosa ha risposto? «Io ho iniziato a parlare in generale di cosa mi stava succedendo in quel periodo, i problemi, i nemici. Lei mi ha guardato fisso e mi ha detto: "Dimmi la verità, tu hai mai spinto una tua compagna ad abortire?" Allora le ho raccontato tutto». Dunque era una ferita ancora aperta? «Era una ferita che non sapevo di avere, che avevo dimenticato, ma quando lei me ne ha parlato finalmente l'ho sentita e accettata. Non vorrei neanche drammatizzare, oggi. Certo è stata una scelta difficile, dolorosa, ma eravamo due ragazzi e non eravamo pronti a diventare genitori». Chi era più deciso di voi due? «Io non nego la mia responsabilità. Certo non può superare il cinquanta per cento: la decisione finale in questi casi non può essere affidata ad altri se non alla donna». Lei non ha figli, ma cosa pensa del futuro che attende i bambini di oggi? «Penso che stiamo regalando ai nostri figli un ghetto culturale terrificante, rispetto ai loro coetanei francesi, inglesi o tedeschi. Per questo credo ci si debba impegnare molto sul fronte dell'educazione: bisogna sollevare il velo di ignoranza che avvolge la nostra società e insegnare loro a essere davvero europei». Dai figli ai padri, per lo meno spirituali. Come sono i suoi rapporti con Craxi oggi? «Non abbiamo più rapporti. E se lei va a leggere quello che scrive Craxi nei suoi fax, capila che non ci sentiamo più». Craxi ha detto recentemente che lei aveva comperato a suo nome una villa siili'Appia Antica. Ci racconta la sua versione? «Questa è un'amnesia. Una delle tante amnesie, o bizzarrie, di cui soffre Craxi in questo periodo. Io non ho mai acquistato ville in vita mia. Ho affittato dieci anni fa una villa insieme a numerosi amici, tra cui Rosi Greco, Angelo Rizzoli, Titti Oliva, Enzo Figus. Ma Craxi in questo non c'entrava nulla». Qual è il suo impegno politico, oggi? «La cosa che più mi interessa è ricoStruire il filo interrotto della storia socialista, nel progetto di una sinistra moderna, europea e italiana. In concreto sto lavorando da anni in un'associazione no profit per l'assistenza giudiziaria e sanitaria degli stranieri in Italia». La sua posizione attuale sull'inunigr azione? «Una politica molto ferma verso i clandestini, giusta e generosa verso gli stranieri che lavorano con noi e pagano le tasse e cui devono essere riconosciuti diritti, compreso quello al voto, come hanno gli italiani all'estero. Coerentemente con il ruolo che mi ha dato il ministro Livia Turco, la cosa su cui mi sto concentrando oggi è proprio la nuova legge sulla cittadinanza». Raffaella Silipo «Non eravamo pronti a diventare genitori Alla donna spetta la decisione finale» Claudio Martelli intervistato da Daniele Luttazzi

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