Ue: l'ora della verità per la Commissione Santer di Francesco Manacorda

Ue: l'ora della verità per la Commissione Santer Altissimo rischio di delegittimazione Ue: l'ora della verità per la Commissione Santer L'Europarlamento vota giovedì la sfiducia contro il «governo» Ue BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Commissione europea affronta da oggi la settimana più difficile dei suoi quattro anni di vita. Giovedì il Parlamento di Strasburgo voterà infatti una mozione di censura sul comportamento dell'esecutivo e - sebbene appaia impossibile che la mozione raccolga i due terzi dei voti necessari per essere approvata - gli eurodeputati potrebbero esprimersi comunque a maggioranza contro la Commissione, sfiduciandola di fatto. Già questo pomeriggio, durante il dibattito parlamentare, toccherà al presidente dell'esecutivo Jacques Santer dimostrare che le accuse di cattiva gestione, clientelismo e corruzione sono esagerate e che la Commissione non merita la censura. Le sue dichiarazioni potrebbero essere decisive visto che alcuni gruppi - tra cui quello dei popolari tedeschi - hanno fatto sapere che decideranno come votare dopo averlo ascoltato. Se anche la Commissione eviterà la sfiducia del Parlamento, quelli che potrebbero comunque rischiare il posto o almeno la credibilità politica sono alcuni Commissari, contro i quali verranno presentate mozioni che ne criticano l'operato e ne chiedono le dimissioni. E' il caso di Edith Cresson, ex primo ministro francese ed oggi responsabile della Ricerca a Bruxelles, e del vicepresidente della Commissione Manuel Marin. Contro di loro che sono entrambi socialisti e vengono accusati di aver esercitato scarsa sorveglianza permettendo così alcune truffe, ha presentato una risoluzione il gruppo liberale. Un'altra risoluzione, presentata dai conservatori, ne prende di mira addirittura sei: oltre alla Cresson e a Marin, anche il finlandese Erkki Liikanen, il greco Christos Papou- tsis, la svedese Anita Gradui e l'italiana Emma Bonino. Anche in questo caso si tratta (tranne che nel caso della Bonino) di Commissari socialisti. Così il gruppo socialista al Parlamento europeo - che pure sostiene la Commissione del popolare Santer - minaccia adesso di presentare per rappresaglia una mozione contro due Commissari vicini a popolari e liberali: l'austriaco Franz Fischler e l'olandese Hans van den Broek. Lo scontro tra Parlamento e Commissione è la paradossale conclusione di una crisi politica innescata da alcune truffe - o sospette truffe - tra i funzionari dell'esecutivo Ue, e alimentata poi da un Parlamento in cerca di successi facili, da una Germania in crisi d'identità e da alcuni errori tattici di Santer. A dicembre, dopo che il Parlamento aveva rifiutato di dare il suo nulla osta al bilancio comunitario '96, il presidente lo ha sfidato a esprimersi sulla fiducia alla Commissione, ottenendo così - suo malgrado - il voto di giovedì. E la settimana scorsa Santer ha fatto di nuovo salire la tensione annunciando che se la mozione di censura dovesse raccogliere una maggioranza semplice, la Commissione continuerà il suo lavoro come se nulla fosse successo. Molti dei Commissari vedono dietro gli attacchi la lunga mano della Germania, i cui eurodeputati si sentono liberi di tirare addosso alla Commissione: i popolari perchè ormai all'opposizione, i socialdemocratici per non essere superati da popolari e verdi nelle richieste per il ribasso del contributo tedesco alle casse europee. La salvezza potrebbe venire stamane dall'incontro tra la Commissione e il governo di Bonn, che dal 1° gennaio esercita la presidenza dell'Ue. Francesco Manacorda

Persone citate: Edith Cresson, Emma Bonino, Erkki Liikanen, Franz Fischler, Jacques Santer, Manuel Marin

Luoghi citati: Bruxelles, Germania