Giustizia, ora il sindaco scende in campo con Carli
Giustizia, ora il sindaco scende in campo con Carli Imperia critica i trasferimenti dei propri magistrati Giustizia, ora il sindaco scende in campo con Carli IMPERIA. «Sono furibondo. Non ammetto lo smembramento della procura imperiese. Mi rivolgerò al ministro, cercherò di sensibilizzare i nostri deputati. Credo che si stia cercando di capovolgere parametri politici consolidati sulla base di criteri "aziendali": è Imperia il centro nevralgico della provincia, non dimentichiamolo, e come tale non può vedere sviliti certi servizi, nè si possono deludere le grandi aspettative di giustizia della nostra gente». Forse fa violenza a se stesso il «mite» Davide Berio. Ma non risparmia grinta e asprezza nel commentare le ultime notizie sui trasferimenti di tre pm imperiesi, prestati per ragioni organizzative - sarebbe più giusto dire regalati a Sanremo e Savona, con la conseguenza di aver creato i presupposti per il clamoroso abbandono del procuratore Luigi Carli, che ha già chiesto il trasferimento. Per il Consiglio giudiziario, il provvedimento è da inserire nell'ottica di una complessa razionalizzazione, termine ormai abusato da grandi società ed enti per giustificare scelte impopolari. Ancora il sindaco: «Non si può spiegare con criteri da fabbrica il depauperamento di risorse negli uffici giudiziari. Per Imperia debbono prevalere valutazioni politiche: è capoluogo, quindi, per dignità, importanza, storia, non può e non deve essere "degradato". Il ministero dimentica che è in costruzione un Palazzo di giustizia da 50 miliardi? Lo vuole far diventare una cattedrale nel deserto? E' "ottimizzazione", questa?». Sul problema è intervenuto anche Salvatore Grenci, consigliere comunale della Sinistra indipendente, anch'egli fortemente critico con la filosofia che ha ispirato i «tagli» imperiesi: «La riduzione degli organici giudiziari non rappresenta un accadimento "inaspettato", come afferma il Presidente della Provincia, ma fa parte di una logica perseguita con accanimento che vuole Imperia in subordine non solo da un punto di vista amministrativo. Le scelte suggerite dal Consiglio giudiziario della Corte d'Appello di Genova rappresentano il tentativo di un suggello definitivo, questa volta giuridico amministrativo, di una politica che, dagli Anni Ottanta a oggi, porta la responsabilità di un lento ma inesorabile impoverimento delle risorse e dello smantellamento dell'apparato produttivo, prima lasciato arretrare sotto i colpi delle ristrutturazioni, poi travolto da una dissennata corsa al terziario». Conclude Grenci: «Il problema dello smantellamento della procura non tiene conto di fatti innegabili come l'aumento delle cause e deve essere inserito in un progetto legato alla concreta possibilità di rilancio. L'allontanamento dei tre pm può innescare importantissimi processi di cambiamento nella vita della città e condizionarne, negativamente, le sue prospettive di sviluppo». [m. v.] A sinistra il sindaco di Imperia Davide Berio; a fianco l'avvocato Mario Giribaldi
Persone citate: Davide Berio, Luigi Carli, Mario Giribaldi, Salvatore Grenci
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