«Si dichiara deceduto in Russia il soldato» di Fabio Pozzo

«Si dichiara deceduto in Russia il soldato»Dopo cinquantanni finalmente la verità dall'ex Urss sui dispersi nella tragica ritirata italiana «Si dichiara deceduto in Russia il soldato» In tribunale i fascicoli di ventinove savonesi partiti con l'Armir IL CASO TUTTI I NOMI DEI CADUTI SAVONA. Erano stati dichiarati dispersi sul fronte russo. Oggi, grazie alla «glasnost» del dopo Urss, di quei soldati, nativi della provincia di Savona e caduti durante la tragica campagna bellica del 1941-43, si è finalmente potuto sapere quando e dove sono deceduti. E potuto dichiararne ufficialmente la morte, con sentenza del tribunale. LA PROCURA. A scrivere ai magistrati di Savona è stata la presidenza del Consiglio, attraverso la Commissione interministeriale atti giudiziari Caduti in guerra. Nelle lettere si comunica che il ministero della Difesa è venuto a conoscenza dagli archivi di Stato dell'ex Urss della data di cattura del soldato, del suo internamento presso tal campo o ospedale, della data del decesso. I fascicoli sono stati istruiti dall'ufficio della segreteria civile della procura. C'era da de¬ cidere quale procedura seguirequella della rettifica della dichiarazione di morte presunta (atto già certificato ai familiarnell'arco di questi ultimi 50 anni) oppure quella della dichia razione di morte. Nel primo caso, la normativa prevede la citazione in contraddittorio delle parti. In pratica, la procura avrebbe dovuto cercare i parenti, convocarli. Sarebbe pas¬ sato troppo tempo, ancora. Così Savona ha scelto la seconda strada: il procuratore capo Vincenzo Scolastico ha chiesto al tribunale di dichiarare direttamente (con sentenza) la morte di quei dispersi dei quali il ministero delia Difesa ha appurato definitivamente la sorte. Un atto che viene notificato alle Anagrafi e agli Stati civili, e che anche dopo cinquant'anni può comportare conseguenze legali: può influire ad esempio sullo spostamento dell'asse ereditario, quando si tratta di stabilire chi dei coniugi sia morto per primo. IL TRIBUNALE. I fascicoli sono stati distribuiti ai giudici relatori, chiamati ad illustrarli successivamente al tribunale collegiale. Quest'ultimo emette la sentenza. Ce ne sono già state diverse, altre seguiranno nei prossimi giorni. I NOSTRI SOLDATI. Sono 29, finora, i fascicoli dei militari del Savo¬ nese dispersi sul fronte russo presi in esame dai magistrati. I loro nomi: Francesco Affabile (Savona), Bernardo Bonora (Albenga), Mario Merello (Testico), Ilario Ivaldo (Calizzano), Vittorio Siri (Urbe), Antonio Torcello (Quiliano), Luigi Ferrare (Cairo), Armando Danio (Stellanello), Francesco Fazio (Quiliano), Giuseppe Odisio (Albenga), Giacomo Bottazzi (Savona), Pietro Cigliuti (Millesimo), Egidio Badano (Sassello), Secondino Barbaria (Ortovero), Domenico Divizia (Stellanello), Luigi Bottaro (Alassio). E poi Secondo Grignolo, Pietro Care, Aldo Ferraro, Giuseppe Fernandez, Giuseppe Trentarossi, Francesco Moraci, Armando Colombi, Pasquale Parodi, Armando Enrico, Giovanni Alberto, Angelo Gaia, nando Zunino, Francesco Faccio. IL FRATELLO DELL'ALPINO. Giovanni Bottazzi, savonese, ha 80 anni. Del fratello Giacomo gli ri¬ mane l'ultima lettera. «Io ero con la Divisione Julia sul fronte greco. Giacomo mi scrisse dalla Russia il 22 dicembre '42, dicendomi che era sul Don e che comunque sarebbe andato avanti... Non ho più saputo nulla, sino a credo cinque anni fa, quando il ministero della Difesa ci ha inviato una lettera che diceva che Giacomo era stato dichiarato ufficialmente disperso. I miei genitori, le mie sorelle avevano fatto tante ricerche: c'era chi diceva in un modo, chi in un altro...». Oggi, dopo oltre cinquant'anni, la dichiarazione di morte in tribunale. «Il tempo ha lenito il dolore, ha pacificato il cuore. Apprendere dopo tanti anni che mio fratello è veramente morto sul fronte russo non rappresenta certo una sorpresa. Ma era giusto che sapessimo, ufficialmente, la verità ». Fabio Pozzo I soldati italiani costruiscono un ponte di barche sul fiume Dniepr Una triste processione di prigionieri