INTERVENTO
INTERVENTO INTERVENTO Un summit a Portaeomaro per rilanciare il tamburello Dopo 22 anni il torneo di tamburello a muro rischia disparire. Sul caso, aperto da «La Stampa», interviene Carlo Cenato, giornalista Rai, ex sindaco di Portaeomaro e presidente dell'Agenzia turistica locale di Asti. NON si uccide così una tradizione. Ma chi l'ha detto che è finita l'epoca del tamburello a muro! Mai come in questi giorni si sono lette tanta ipocrisia e tante lacrime di coccodrillo per uno sport mai davvero aiutato, anche da chi ne canta ora in modo troppo affrettato il de profundis. Adesso basta. Tanto per cominciare il tamburello a muro non è morto. I pochi che in questi anni ci hanno creduto davvero non ci stanno. Mi spiego, a costo di rendermi poco simpatico, ma premettendo che sono sempre stato un sostenitore del ruolo della Fipt e che potrei ancora esserto, a patto che essa sappia svolgere il ruolo che le competo nei confronti di tutti gli associati e non si limiti a pretendere le quote di Iscrizione valorizzando poi chi gioca a campo libero e sopportando a malincuore chi vuol mantenere in vita la variante del gioco a muro. Si parla di regole e scadenze per le Iscrizioni, facendo risalire la presunta fine del Tomeo del Monferrato a muro a una riunione prenatalizia disertata da molte società. E' noto che dipende da come si organizza se una riunione riesce o no. E la Fipt sa che a fine '97 l'unica società del «muro» in regola era il Portaeomaro. Nessuno ne ha tenuto conto: nel '98 sono state inventate addirittura delle società che hanno preteso di utilizzare, anche su pressione della Federazione, giocatori già tesserati per il Portaeomaro. Una di queste so¬ cietà, quest'anno passerebbe addirittura dal «muro» all'A2, grazie a quali diritti sportivi non è dato sapere. Ma voglio essere concreto, quindi sintetizzo alcune proposte. •Basta contrapposizioni «libero»«muro». Il gioco a muro ha una sua specificità, storia e dignità. E' momento di socializzazione e aggregazione in piccoli paesi che ne hanno oggi più che mai bisogno. •Da questo punto di vista è più importante preoccuparci di ricreare un gruppo dirigente sensibile a questi temi e interessato più al ruolo sociale dell'organizzatore sportivo che alla composizione di una squadra vincente in partenza. •Fissare regole chiare e accettate da tutti che consentano di formare squadre più o meno equilibrate. Non ci si preoccupa soltanto del livello tecnico delle formazioni, si incentiva l'inserimento di giovani, si promuovono tornei giovanili e notturni. •Se qualche squadra senza muro sarà disponibile a partecipare la si accetterà a braccia aperte. •Creato il «gruppo» se la Fipt dimostrerà di capire finalmente che il «muro» è patrimonio dell'intero movimento e ci vorrà ancora iscriveremo le nostre società. Se non ci vorrà, ne prenderemo atto e sceglieremo una forma associativa diversa. Per essere concreti fino in fondo, fissiamo subito un appuntamento: venerdì alle 21, nella Biblioteca di Portaeomaro, è indetta una riunione aperta a tutti coloro che hanno voglia per davvero di contribuire a non lasciar cadere il filo del discorso del tamburello a muro. Una raccomandazione: sarà vietato parlare di letteratura, di filosofia dello sport e assetti dirigenziali federali e dintorni. Carlo Cerreto
Persone citate: Carlo Cenato, Carlo Cerreto
Luoghi citati: Asti
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