Un guidatore sceglie la barbarie. E il cliente è preso in mezzo

Un guidatore sceglie la barbarie. E il cliente è preso in mezzo LETTERE AL GIORNALE Un guidatore sceglie la barbarie. E il cliente è preso in mezzo In strada senza regole Ho la patente dal 1957 e ringraziando il cielo non ho né subito né causato incidenti di rilievo. Negli ultimi due decenni ho visto progressivamente degradare le condizioni della circolazione, per il comportamento sempre più incivile degli automobilisti e per il menefreghismo dei tutori del traffico: assenteismo, incompetenza, persecuzione vessatoria verso i casi più innocui e contro i più deboli meapaci di difendersi. Tale situazione che mi ha visto impotente e sofferente per troppo tempo, a causa di un mio comportamento testardamente civile, mi ha fatto maturare la convinzione che sarebbe stato meglio per me e per la mia salute adeguarmi. Adesso da tre mesi circa, a Milano, passo con il rosso, supero il tram a sinistra, lascio la macchina in terza fila (ma con i lampeggianti di emergenza accesi), attraverso il centro senza minimamente tener conto della segnaletica stradale, non mi preoccupo di segnalare a chi segue il cambio di direzione, e così via. Grande la mia sorpresa nel constatare che impiego molto meno tempo negli spostamenti, mi diverto a guidare e non subisco travasi di bile. Perché non ci ho pensato prima? A fronte di ciò non ho rilevato conseguenze amministrative, anzi «beccato» una volta sulla corsia preferenziale dei mezzi pubblici, uno sporadico vigile mi ha fatto segno di continuare la mia corsa ma più in fretta perché dietro di me c'era l'autobus e altre 14 auto (ovviamente private). Mi sembra che questa sia la soluzione del traffico: nessuna regola, nessun controllo. Per pagare gli stipendi dei vigili basta proseguire con le multe di sosta vietata nelle estreme periferie della città, dove non c'è traffico, le auto di giorno non danno fastidio a nessuno e dove i vigili come nella mia via a fondo cieco possono lavorare in pace, tranquilh, senza contestazioni. Più che una autentica soluzione al traffico, sarebbe un adeguamento a uno stato di fatto. Ma che lo si I sappia tutti: in fondo siamo in democrazia. Giovanni Perotti, Milano Addebito e accredito in contemporanea Ho recentemente acquistato quote di un fondo azionario gestito da una multinazionale. Il mezzo di pagamento è stato il bonifico bancario. Con mia grande sorpresa il giorno di riferimento per l'attribuzione delle quote era 11 giorni dopo la mia sottoscrizione: ci ho rimesso mi bel po' di soldi. La Consob, da me interpellata, ha preso per buono l'operato della società di gestione e quanto da essa dichiarato. Ora vorrei che un rappresentante del governo mi spiegasse perché l'organismo preposto alla sorveglianza e al controllo di tali operazioni permette che nei contratti di gestione dei fondi non venga indicato il numero di giorni massimo, riferito al mezzo di pagamento, entro il quale la società si impegna a concludere l'operazione, lasciando ampia discrezionalità (quindi possibilità di speculare) alle due società che hanno interessi comuni a far pagare all'ignaro cliente. Perché le operazioni di addebito/accredito non avvengono in contemporanea (salvo diversa indicazione del cliente) utilizzando terminali collegati in rete? Francesco Aloigi, Mongrando (Bi) Udine, tre bare nell'indifferenza Le feste di questi giorni, l'atmosfera natalizia hanno distratto l'opinione pubblica dalla strage di Udine del 23 dicembre nella quale sono periti tre agenti di PS. Dopo i funerali, dopo il dolore e la tristezza rimane la rabbia, lo sdegno per un episodio che è di gravità inaudita. Sono sconcertato. Anche per l'mdifferenza della gente dalla quale m'aspettavo una reazione forte di sdegno, di rabbia. La questione di fondo è proprio la latitanza dei pubblici poteri. Del Parla- mento, innanzi tutto, che non vara leggi adeguate ed efficaci contro tutta la criminalità. Vecchia e nuova, extracomunitaria o «domestica», poco importa. Del governo che evita accuratamente di agire con la necessaria fermezza in quanto è terrorizzato, atterrito d'alienarsi i consensi dei moderati, dei cattolici e dei garantisti a ol¬ tranza. Di taluni magistrati che interpretano in maniera troppo elastica e permissiva le norme sulla custodia cautelare. Ne abbiamo avuto recentissime e clamorose dimostrazioni. Per la verità, forse, anche noi italiani siamo colpevoli. L'eccessivo e ottuso garantismo annichilisce ogni concetto di giustizia e di equità. Le istituzioni si adeguano. Nessuno chiede giustizia sommaria ma è altrettanto inaccettabile che la criminalità prenda il sopravvento sulla società civile. Ne sa qualcosa il Meridione che da anni paga un prezzo altissimo. Chi ha massacrato quei tre agenti a Udine ha agito in assenza di un reale deterrente, contando sulla sostanziale impunità. Questo principio, nel nostro Paese, vale per chiunque delinque. Quelle tre bare allineate ne sono l'ultima, tragica conseguenza. Francamente ho qualche dubbio che le autorità politiche e istituzionali ne siano consapevoli. Gianluigi Rimedi, Milano Grillo merita qualche battuta acida Ho letto l'articolo di prima pagina sul Grillo che non ride più e condivido pienamente le opinioni di Massimo Gramellini. Non faccio assolutamente parte di quelli che non credono più a nulla se non a lui (il Beppone Millenarista), credo anzi che bisogna essere non dei disfattisti, bensì delle persone dotate di capacità di analizzare le cose da svariati punti di vista. Tra questi, quello che mi spinge a pensare che l'ex comico sia diventato degno di essere bonariamente attaccato in prima pagina per qualche battuta un po' acida. Andrea Merlo merio.p@flashnet.it I rischi di epidemia dell'uomo «maializzato» Va bene che gli investimenti finora fatti dalle industrie biotecnologiche in allevamenti di suini transgemei destinati alla «donazione» d'organi all'uomo sono tali da non consentire un facile ripensamento, ma è pur sempre importante informare a proposito di clonazione e trapianti uomo-animale che: 1) Nessuno xenotrapianto (trapianto uomo-animale) è mai fino a oggi riuscito e i primi esperimenti clinici hanno avuto esito letale, preceduto da lunga e atroce agonia. 2) Il chirurgo Thomas Starzl di Pittsburg, Usa, primo promotore degli xenotrapianti, definisce «chimera postoperatoria» il paziente trapiantato, in quanto le cellule dell'animale «donatore» si diffondono in tutto il suo corpo (Lancet 1992 e 1993, Nature Med., 1995). Per migliorarne le possibilità di sopravvi¬ venza ed avere un paziente più «chimerico» (si dovrebbe dire più maializzato) viene suggerito infatti di trapiantare anche il midollo osseo deU'animale nell'uomo. 3) L'introduzione nell'uomo di un organo d'altra specie può scatenare, come riconosciuto da tutti gli scienziati ma denunciato solo da alcuni, epidemie virali imprevedibili, dovute al riattivarsi nell'uomo di virus latenti nell'animale (è avvenuto, secondo le ipotesi più accreditate, con l'Aids, il virus Hiv essendo derivato dal virus Siv delle scimmie). Dice Jonathan Man, virologo della Southwest Foundation for Biomedicai Research: «Basta una singola trasmissione da un animale a un essere umano per dare il via ad un'epidemia». 4) Uno studio della multinazionale svizzera Sandoz (recentemente fusa con la Giba-Geigy per dare vita alla Novartis) prevede che nel 2010 ogni xenotrapianto possa costare 10.000 dollari e che l'introito annuale da organi d'animale si aggiri sui 5 miliardi di dollari. Poco importa dunque se per la lotta ai mali del secolo non vi saranno più risorse per la prevenzione, più ragionevole (si evita di ammalarsi e di sottoporsi a trapianto) e assai più economica... poco importa se l'onere, ormai insostenibile in tutti i Paesi, della spesa sanitaria, costringerà vasti settori della popolazione a restare senza assistenza medica (vedi parere n° 6 del Gceb della Commissione Europea, 22 maggio '97). Noi dobbiamo fare di tutto perché le industrie rientrino dei loro investimenti e perché la fabbrica dei pezzi di ricambio non si tramuti in un fallimento... Fabrizia Pratesi, Roma Comitato Scientifico Antivivisezionista

Persone citate: Andrea Merlo, Fabrizia Pratesi, Gianluigi Rimedi, Giovanni Perotti, Massimo Gramellini, Milano Grillo, Thomas Starzl

Luoghi citati: Lettere, Milano, Roma, Udine