Prigionieri sull'Eurocity da Parigi a Porta Susa

Prigionieri sull'Eurocity da Parigi a Porta Susa Prigionieri sull'Eurocity da Parigi a Porta Susa Prigionieri sull'ultima carrozza di un Eurocity. Al buio, con i bagni inutilizzabili, i posti prenotati «rubati» da altri passeggeri, e la porta che conduce alla carrozza accanto che si blocca (chiusa) dopo neppure un'ora di viaggio. Un'avventura lunga da Parigi a Torino Porta Susa, nel cuore della notte, con 30 minuti di ritardo sulla tabella di marcia, otto persone per ogni scompartimento e una marea di altra gente accampata in corridoio: un gruppo di viaggiatori sulla carrozza-prigione, per protesta, alla prima stazione dopo Gare de Lyon ha tenuto spalancate le porte perché quel treno restasse fermo e qualcuno ascoltasse le loro proteste. Ma il macchinista è partito ugualmente. E per fare pipì, a metà strada, molti passeggeri della «prigione» sono scesi all'assalto dei bagni di una stazione, mentre qualcuno ha fatto ciò che doveva sul marciapiede. Un'odissea. Senz'altro più bre- ve, ma forse peggiore di quanto accaduto ai passeggeri dei due voli Meridiana Catania-Torino e Torino-Palermo. Racconta Luca Polselli, 24 anni, studente di ingegneria di Rivoli, portavoce di una rivolta collettiva che è finita con un esposto alle Fs. «Già alla stazione di Parigi abbiamo intuito che sarebbe stato un inferno. Malgrado molti passeggeri avessero prenotato co¬ me me i posti, le ferrovie non hanno esposto i tagliandi e così i nostri sedili sono stati occupati da un gruppo di francesi che non ha voluto sentire ragioni». Si parte con 40 minuti circa di ritardo, da Parigi. Duecentoquattromila e 800 hre il biglietto andata e ritorno, più 6 nula di una prenotazione inutile. Stretti come sardine, con un bagno inutilizzabile e l'altro trasformato in bagagliaio per chi stava in corridoio, sull'Eurocity l'esasperazione rischia più volte di diventare rissa. Non si respira. Non ci si può muovere. «S'immagini decine di persone ammassate come bestie prosegue Polselli -: siccome la carrozza nella quale eravamo ammassati era non-fumatori, prima c'è stata una lite tra chi voleva accendersi una sigaretta e chi non voleva che l'aria s'impestasse di fumo. Poi si è deciso: si fuma tutti insieme, per dieci minuti coi fmestrini aperti, e poi accendini spenti per un po'». Da comica. «Certo, ma non c'è stato niente da ridere quando la signora anziana ha cercato di andare in bagno e non ce l'ha fatta tant'era la gente sdraiata in corridoio, e quando la ragazza claustrofobia s'è sentita male, e quando la luce della carrozza s'è spenta e non si è più accesa, e quando in Francia, per poco, i cani dei poliziotti alla seconda stazione ci azzannavano tanta era la nostra rabbia». Le Fs promettono un'inchiesta: il treno dell'incubo era italiano, ma la responsabilità, per la prima parte del viaggio, era francese. Oggi stesso dalla direzione generale di Roma telefoneranno a Parigi per chiedere conferma della serie di incredibili disavventure, e - soprattutto - «per sapere chi sono i responsabili». Pagheranno, garantiscono a Roma: «Se quello che è scritto sull'esposto di questo ragazzo non è un'esagerazione, chiederemo conto ai colleglli di questo trattamento davvero imperdonabile». [m. acc] Come forma di protesta un gruppo di persone spalanca le porte della carrozza blindata ma il macchinista parte ugualmente

Persone citate: Luca Polselli