ATTENTI AI TRUFFATORI E AGLI «AFFARI SICURI» di Glauco Maggi
ATTENTI AI TRUFFATORI E AGLI «AFFARI SICURI» ATTENTI AI TRUFFATORI E AGLI «AFFARI SICURI» E, normale diffidare delle novità. Protetti dalla certezza delle abitudini, sappiamo che ogni modifica può comportare qualche pericolo e, quantomeno, lo sforzo necessario per adeguarsi. Prendiamo l'euro (e lasciamo da parte i vantaggi: ci mancherebbe che non ce ne fossero, con tutto quello che s'è fatto per arrivarci!). Bene, di fronte alla moneta unica è consigliabile mantenere un atteggiamento di estrema prudenza, senza però chiudersi a riccio. Se sbaglia, infatti, chi pensa che l'introduzione della nuova divisa («virtuale» dall'I gennaio '99 e «tangibile» solo dall' 1 gennaio del 2002) sconvolgerà da subito ogni aspetto pratico della vita economica delle famiglie, è in fallo anche chi innalza un muro psicologico («Non ci capisco niente!»). Così, come sempre, la strada migliore per affrontare questa innovazione si dimostra .quella del buon senso, rafforzata da grande cautela nei comportamenti quotidiani. Con il buon senso, del resto, legioni di emigranti italiani per tutto il Novecento, dall'Australia all'Argentina, hanno superato l'ostacolo di trattare con una diversa valuta: importante era trovare un lavoro, l'effigie stampata sui soldi guadagnati e quante banconote occorressero per fare la spesa, lo imparavano in fretta. Ora questa esperienza di cambiare moneta toccherà tutti noi, ma avremo il vantaggio di farlo nella stessa lingua, con la stessa banca, con lo stesso supermercato, con lo stesso ufficio stipendi. Oltretutto, non sarà un passaggio traumatico, perché durerà i 3 anni e rotti che ci separano dalla scomparsa irreversibile della lira. Attenti, però, a non trasformare in negativo il vantaggio di avere tutto il tempo necessario a digerire il cambiamento. La fase intermedia, con la convivenza dei due regimi (la vecchia lira nelle tasche e il nuovo euro nelle «invisibili» transazioni finanziarie), è una tentazione troppo forte perché qualche malintenzionato non tenti di sfruttarla. Per esempio, bussando alle porte delle persone più indifese e proponendo impossibili «cambi» o «affari». L'euro come denaro contante non esisterà fino al 2002 (e le prove tecniche sul campo, come quella in atto nei negozi di Bra, in provincia di Cuneo, e di un'altra decina di città hanno valore, appunto, sperimentale); la lira continuerà a valere fino a quella data e non c'è alcun motivo perché debba essere ritirata dalla circolazione. Chiunque offrisse o, peggio, imponesse depositi o cambi delle attuali banconote, lo farebbe a fini truffaldini. Nessun funzionario di alcun ente privato o pubblico (Comuni, Inps e così via) ha il diritto, e tanto meno il dovere, di «aiutare la gente a risolvere in fretta il problema delle lire e dell'euro». Non esiste, oggi, un astratto e urgente «problema euro». Perché non diventi tale occorre allora usare, con la giusta diffidenza, anche la massima disponibilità a capire e a informarsi. Quando la diffidenza si trasforma in ottusa chiusura psicologica diventa invece la migliore alleata di chi è animato dalle peggiori intenzioni, e potendo agire sul solo piano emozionale (e non razionale) disarma più facilmente le sue vittime. Glauco Maggi
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