«Cifre da usuro nell'appello Cogest» di Franco Cavagnino

«Cifre da usuro nell'appello Cogest» Scontro politico sulle misurazioni. Per Cristofanini (Cdu) la ditta ha potuto spadroneggiare «Cifre da usuro nell'appello Cogest» «Non è stato premiato chi pretendeva di incassare meno» ASTI. Ma le rilevazioni della Cogest di chi sono fighe? «Di nessuno e i genitori adottivi (la giunta del Polo ndr) sono degeneri» ironizza il segretario del Cdu, Roberto Cristofanini. La polemica politica su uno dei più controversi nodi amministrativi degli ultimi mesi è quanto mai aperta. Giusta come principio la manovra varata dalla giunta Bianchino è diventata oggi una «macchina» difficile da tenere in carreggiata. Che la scelta di portare l'evasione allo scoperto fosse indovinata lo dimostrano, come ha ricordato Montanella (Ds) in Consiglio comunale «gli 8 mila astigiani che, è stato accertato, pagavano la tassa più del dovuto». Ma il peso dei benefici consente di pareggiare quello delle ingiustizie lamentate da centinaia di cittadini? «E' singolare - polemizza Cristofanini - che a parere di alcuni consiglieri che sino al giugno '98 sostenevano la maggioranza, le rilevazioni sarebbero nate in maniera chiara e solare. Secondo costoro è stata l'incapacità della giunta Florio a far sì che la Cogest, allora scelta come la migliore, ma oggi scaricata dagli stessi rappresentanti della passata amministrazione, potesse spadroneggiare». Il segretario del Cdu invita a dare un'occhiata al capitolato d'appalto per capire come la Cogest sia stata messa in condizione di «operare molto liberamente»: «Si legge infatti - precisa - che la ditta ag- giudicataria dovrà provvedere all'esame e formulazione delle controdeduzioni sui ricorsi presentati dagli utenti in sede amministrativa avverso alle operazioni di rilevazione ed accertamento». Ma Cristofanini pone soprattutto l'accento su quella che egli stesso definisce la vera vergogna: «La giunta Bianchino affidò un incarico così delicato ad un privato pagandolo a percentuale sull'incassato. E che percentuale: il 24,80%. Questa perversa remunerazione invita a fare del proprio meglio ed ancora un po' per stanare il popolo degli evasori». L'esponente del Cdu sottolinea infine un terzo aspetto, già evidenziato in Consiglio comunale dal consigliere Finello (Forza Italia). Riguarda l'appalto risalente al 1997. «Non vi è stata alcuna intenzione, da parte della commissione competente, di premiare tra le ditte concorrenti quella che pretendeva di meno. Per capitolato - spiega Cristofanini - era previsto che i partecipanti potessero chiedere sino al 40% sull'incassato. Erano però messi sullo stesso piano tutti coloro che pretendevano una percentuale inferiore al 25%, cifre che in altre occasioni sarebbero giustamente considerate da usura. Nella gara sono state così premiate con lo stesso punteggio entrambe le ditte concorrenti, a fronte di richieste molto diverse: una del 24,80%, l'altra del 12,72%. L'appalto è stato vinto dalla prima ditta secondo valutazioni legittime, ma discutibili e ovviamente a scapito del Comune e dei cittadini. E così un'operazione di perequazione è diventata un'infelice atto di vessazione». Franco Cavagnino

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