Giro del mondo in meno di 80 giorni di Stefano Mancini
Giro del mondo in meno di 80 giorni Giro del mondo in meno di 80 giorni Al via The Race, la «regata dei folli» Stefano Mancini inviato a BARCELLONA Finiti i mari da esplorare, la sfida è di attraversarli nel modo più velo�ce e spregiudicato, con lo stesso motore che spingeva le prime navi alla scoperta di oceani e terre lontane: 0 vento. «The Race», la corsa, è l'ultima di queste sfide, partorita dalla fantasia di un fran�cese. Bruno Peyron, figlio di un comandante di petrohere. Sei catamarani e 72 marinai di equipaggio (una sola donna) parti�ranno alle due del pomeriggio di oggi da Barcellona, di fronte al Museo marittimo. Qui, nel XIV secolo, si costruivano le migliori navi d'Europa. Prue verso Gibilter�ra, i sei team lasceranno il piccolo Mediterraneo, costeggieranno l'Africa, doppieranno il Capo di Buona Speranza, aggireranno l'An�tartide, lambiranno la Tasmania, taglieranno la Nuova Zelanda at�traverso lo stretto di Cook, passe�ranno Capo Hom e approderanno a Marsiglia dopo 27 mila miglia di navigazione. Tempo previsto: ima settantina di giorni, senza scali. A bordo vengono imbarcati cibo, ac�qua e attrezzature per tutti e per tutta la durata dell'impresa. E' una sfida al confine della foiba. Peyron aveva vinto nel '93 il Trofeo Giulio Veme ed era stato il primo a circumnavigare il pianeta in meno di 80 giorni. Negli anni trascorsi in mare aveva pensato a una gara «no limits», senza regole tranne quella della rotta e del divieto di sosta. Una sfida anche peri progettisti, che hanno costrui�to «mostri» da 40 nodi (oltre 70 chilometri l'ora). Come il «PlayStation» di Steve Fossett, miliardario abilissimo a far fruttare i propri record di maratoneta dell'aria (mongolfiera), dell'asfalto (24 ore di Le Mans) e del mare. Il catamara�no di Fossett misura 38 metri, cinque e mezzo più di «Club Med» (condotto in passato proprio da Peyron e ora affidato al neozelan�dese Grant Dalton). Su «Club Med» c'è l'unico mari�naio italiano, Stefano Rizzi, ex «Luna Rossa». «Navigare a bordo di questi catamarani giganti non ha niente a che fare con la vela agonistica tradizionale dice -. Nulla è paragonabile all'eccitazio�ne di volare su un solo scafo e raggiungere velocità a volte dop�pie di quella del vento». Gli altri concorrenti sono «Innovation Explorer» (ex «Code One») del francese Loick Peyron e «Team Adventure» dell'americano Cam Lewis (due imbarcazioni sorelle di «Club Med»). Di concezione più vecchia è «Warta Polpharma», co�struito nell'87, detentore del re�cord di traversata atlantica (6 gior�ni, 13 ore 3' 32"), usato da Peyron per il Trofeo Veme. Skipper è un polacco, Roman Paszke. Altro catamarano storico è «Te�am Legato», classe '83. Sir Peter Blake, patron del «Black Magic» detentore della Coppa America, lo condusse alla vittoria del secondo Trofeo Veme. Era il '94 e la barca si chiamava «Enza». Tony Bullimore, 60 anni di vita e 300 mila miglia di mare sulle spalle, la comprò, la portò in cantiere e la sottopose a un restauro che le fece guadagnare una trentina di metri di lunghezza. E' lui il più anziano degli skipper al via dal porto di Barcellona. E' sopravvissuto a un naufragio nel�l'Oceano Indiano durante la Vendée Globe del '96-'97, giro del mondo in sohtaria, e conta di porta�re a casa la pelle anche questa volta. E' una sfida per pochi, «The Race». Esserci è già un punto d'or�goglio, soprattutto in questa edizio�ne che chiude il millennio. All'ap�pello manca 0 «Team Philips» di Pete Goss, affondato il 10 dicem�bre. Gli oiganizzatori speravano di avere qualche iscritto in più. «Me�glio pochi ma buoni», si consolano. «Sono equipaggi di gente matura assicura Peyron -. Se sommiamo le migha di navigazione di tutti e 72 totalizziamo 100 giri del mondo». S* s --^. Il catamarano «Pia/Station» dell'americano Steve Fossett (nella foto a fianco)
Luoghi citati: Africa, America, Barcellona, Europa, Marsiglia, Nuova Zelanda
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