UN VIOLONCELLO TORINESE
UN VIOLONCELLO TORINESE STAGIONE RAI UN VIOLONCELLO TORINESE Enrico Dindo suona Schumann Esulpodio c'è Emilio Pomarico ■■ARA' certamente piacere al ■ipubblico torinese riascoltare 1 un suo concittadino sahto alla notorietà intemazionale come En�rico Dindo. Violoncellista di 35 anni, a lungo prima parte al Tea�tro alla Scala e vincitore, nel 1997, del prestigioso Concorso Rostropovich di Parigi, Dindo è intensamen�te occupato in una attività solisti�ca che lo porta in tutto il mondo a raccogliere entusiastici successi. Lo stesso Rostropovich lo ha diretto proprio all'Auditorium del Lingotto d�Torino. Ed è ancora qui che lo si ritroverà, gioved�4 gennaio alle 20,30 e venerd�5 alle 21, per la stagione Rai. Lo affian�cherà sul podio Emilio Pomarico, fratello dell'oboista Francesco Po�marico, pure questo un gradito ritomo. Due gli autori previsti, entram�bi di altissima levatura: Robert Schumann e Johannes Brahms. Sarà appunto il «Concerto per violoncello in la minore op. 129» di Schumann a segnare l'esibizio�ne di Dindo. Si tratta di una pagina innovativa nel suo genere. Infatti all'epoca della sua creazio�ne il violoncello come solista era quasi caduto nell'oblio, e Schu�mann nel rilanciarlo in simile molo gli assegnò un peso prepon�derante rispetto all'orchestra: cir�costanza questa che contribu�al successivo arricchimento della let�teratura specifica. Prima si ascolterà, sempre di Schumann, l'Ouverture d�«Manfred op. 115». L'opera intera è classificabile, con qualche riserva espressa dallo stesso autore, come melologo, ossia un lavoro che alcema declamato e musica. Ma in pratica la sola Ouverture è rima�sta in vita e viene eseguita con ima certa frequenza nelle sale da concerto, per la sua mirabile espressività e per il conflitto di sentimenti che essa evoca. Brahms chiuderà la serata con una pagma che meriterebbe di essere ascoltata più d�frequente, la «Serenata n. 1 in re maggiore op. 11». Scritta a 25 anni per un'orchestra media, è suddivisa in sei tempi ed evoca atmosfere non soltanto notturne, ma d�carattere agreste e boschivo. E' nel comples�so uno sguardo ai modelli di Mo�zart e Haydn, ma con una sensibili�tà più moderna che, pur non disde�gnando il ritomo in auge del sette�centesco Minuetto (quarto tem�po), fa d�questo lavoro uno dei capisaldi del lascito artistico ro�mantico. [1. o.] AL UNGOTTO GIOVEDÌ 4 E VENERDÌ 5 GENNAIO Il direttore d'orchestra Emilio Pomarico. A destra Enrico Dindo
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