Quei Romantici indiani strizzano l'occhio a Flaubert di Claudio Gorlier

Quei Romantici indiani strizzano l'occhio a Flaubert Quei Romantici indiani strizzano l'occhio a Flaubert RECENSIONE Claudio Gorlier UN'AUTENTICA, e dichiara�ta, educazione sentimenta�le costituisce la linea di forza di I Romantici, ro�manzo di esordio del trentenne indiano Pankaj Mishra, già noto e affermato saggista e commenta�tore politico in patria, in Inghil�terra e negli Stati Uniti. (Di recen�te un suo lucido editoriale ha denunciato il rischio di una peri�colosa svolta integralista indù in India). Difatti 0 protagonista-nar�ratore, il bramino Samar, avido lettore di autori europei che van�no da Nietzsche a Mann, da Pascal a Proust, da Kierkegaard e Henry James, contrae un vero e proprio debito culturale ed esi�stenziale con VEducation senti�mentale di Flaubert, nel cui pro�tagonista, Moreau, egli confessa di rispecchiarsi. Giovane laureato, Samar si stabilisce a Benares, per gli india�ni Varanasi, la città sacra sul Gange. Oui, ed ora, il mondo di Samar si sdoppia. Da un lato, egli frequenta la raffinata inglese espatriata Miss West, che sem�bra uscita da un romanzo di E. M. Forster, e il gruppo di europei che la circonda, affascinati da un'India che in realtà non esiste; dall'altro, si lega al giovane stu�dente Rajesh, un altro bramino che milita tra i ribelli sul campus dell'Università e, nello sforzo di mettere insieme le tormentose contraddizioni della sua comples�sa personalità, si sforza di trova�re la verità nell'antica poesia Urdù. Siamo nel 1989, in un periodo di instabilità politica e di forti contrasti religiosi e di casta. Samar, che si illudeva di trascorrere qualche tempo a Benares in isolata tranquillità, ne viene coinvolto e stravolto. Una giovane france�se, Catherine, lette�ralmente lo seduce, salvo a lasciarlo per ritornare nelle brac�cia del fidanzato. Così, l'educazio�ne sentimentale di Samar cono�sce una svolta traumatica, specu�lare rispetto alle inquietudini irri�solte di Rajesh. Si incontra qui il nocciolo genuinamente indiano del romanzo di Mishra, e stupi�sce che un recensore italiano abbia scorto in Samar un abban�dono delle sue radici. In realtà, ci troviamo di fronte alla funzione cruciale di alcuni principi filosofici inequivocabil�mente indiani, il maya, il sunRECENClaGo yata, idee che insieme guidano e vengono ridefinite dal modo con il quale gli individui le vivono. E allora, Flaubert può rischiare di mistificarle. Samar abbandona per anni Benares, viaggia per tutta l'India, dalle montagne al mare, turbato, inquieto, deluso. In questo suo pellegrinaggio egli si riconduce alla matrice romanti�ca che offre il titolo al libro, solitario, vagabondo, e la struttu�ra, a sua volta, si inarca, vagabon�da come Samar: la prosa serpeg�gia, spesso sovraccarica, ben af�frontata dalla traduttrice Federi�ca Oddera. Nel '97 Samar ritoma a Bena�res, per scoprire una città mutata ai suoi occhi, e l'anti-eroe Rajesh IONE dio er divenuto un crimina�le. Ma la sua educa�zione sentimentale si completa, nel segno della memoria e di un modo nuovo di guardare alle cose, grazie a un principio ancestrale, ilsamsfeara, termine sanscrito che appun�to sublima il potere della memo�ria, delle percezioni passate, ri�verberate nel presente, conclu�dendo il rito di passaggio. Che cosa può legare un giovane scrit�tore come Mishra a uno dei gran�di vecchi della letteratura india�na in lingua inglese come il novantaquattrenne R. K. Narayan? Per esempio, proprio il samska�ra. Basta leggere con attenzione i due romanzi di Narayan appena pubblicati in Italia: l'ormai classico JZ mago della finanza e l'agile Il nostro amico Sampath. Nel primo caso, in una prospet�tiva occidentale, potremmo parla�re di nemesi. Nella immaginaria Malgudi (in realtà Mysore, la città di Narayan che ricorre in quasi tutti i suoi libri) Margayya appellativo del dio Krishna: quello vero non lo ricorda più nessuno, compreso l'interessato a quarantadue anni si dedica a una modesta ma fiorente attività finanziaria. Seduto all'ombra di un imponente albero, nella piaz�za di Malgudi, viene considerato un vero mago della finanza, per�ché svolge un'opera di interme�diazione per ottenere prestiti dal�la potente Banca Cooperativa. Il suo nome, del resto, è una pro�messa: significa «colui che mo�stra la via». Margayya finisce per mettersi in proprio, in un primo tempo con notevole successo, ma poi, anche a causa degli interessati consigli di un falso amico, fallisce miseramente, incalzato anche da un figlio avido. Gli rimane soltan�to la consolazione di giocare con il nipotino, e, naturalmente, il samskara. Secondo un tratto ca�ratteristico della sua narrativa, Narayan fonde realtà e mito ance�strale, come bene chiarisce nella sua postfazione Enrico Reggiani. Le misteriose leggi della finanza possono essere propiziate rivol�gendosi a Lakshmi, la dea della ricchezza, e il libro è gremito di riferimenti alla grande tradizio�ne epica: tasso di interesse e, Mahabharata, tanto per sintetiz�zare la contaminazione peculiare dello scrittore, non meno della sua ironia. Pervasa di avventuro�sa ironia è la vicenda di II nostro amico Sampath, con il rapporto tra i due personaggi chiave, Srinivas, il quale ha lasciato il villag�gio per la città fondando un giornale, e il tipografo Sampath. Finché in un dedalo di storie quotidiane, spesso complicate non meno che ordinarie, a un certo punto l'irrequieto Sampath molla l'avventuroso editore, atti�rato e ingannato dalla nuova moda: il cinema. Srinivas incontra alla fine Sampath, diretto chissà dove do�po il crollo dei suoi progetti. Lui, invece, ha rimediato, e il giornale continua a uscire, punto fermo della sua esistenza, del suo quoti�diano. Cos�è per Narayan e per la grande arte indiana del racconta�re: il quotidiano e l'eterno, la realtà nel tempo e fuori dal tem�po, si intersecano, addirittura si identificano. Basta immergersi in loro, come in un placido fiume. L'ESORDIO DEL TRENTENNE PANKAJ MISHRA: IL BRAMINO SAMAR CONTRAE UN DEBITO CULTURALE ED ESISTENZIALE CON L'AUTORE DELL'EDUCATION SENTIMENTALE Il giovane scrittore ha in comune con il grande vecchio R. K. Narayan, di cui escono due romanzi, «Il mago della finanza» e «Il nostro amico Sampath», il samskara: termine sanscrito che sublima il potere della memoria, delle percezioni passate, riverberate nel presente, concludendo il rito di passaggio Esce da Guanda «I romantici», un'educazione sentimentale il cui protagonista si rispecchia nelle pagine di Flaubert: è l'esordio del trentenne scrittore indiano Pankaj Mishra Pankaj Mishra I Romantici Guanda, pp. 269, L 26.000 R. K. Narayan II mago della finanza/ZSo/e 24 Ore, pp. 247, L 32.000 R. K. Narayan II nostro amico Sampath /Warcosy Marcos, pp. 237, L 25.000 ROMANZI usK":

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