Ginzburg, un illuminista che si ostina a credere nella ricerca della verità di Marco Belpoliti

Ginzburg, un illuminista che si ostina a credere nella ricerca della verità Ginzburg, un illuminista che si ostina a credere nella ricerca della verità RECENSIONE Marco Belpoliti NELL'ARCO di due anni Carlo Ginzburg ha pubbli�cato due libri di saggi, rompendo un silenzio edi�toriale che durava dall'epoca de II giudice e lo storico (1991) dedicato, come si ricorderà, al processo Sofri. Occhiacci di legno (1998) e il recentissimo Rapporti di forza. Storia, retori�ca, prova sono due libri pensati e scritti avendo come prospetti�va spaziale e culturale gli Stati Uniti, o meglio, l'Università della California a Los Angeles, dove Ginzburg si è trasferito da dieci anni. A dire il vero, Rap�porti di forza è nato, almeno in parte, a Gerusalemme, da una serie di conferenze, e poi perfe�zionato a Berlino. 11 lettore si chiederà: cosa c'entra la geografia con la scrit�tura di un libro? I libri sono sempre legati al luogo in cui sono stati pensati e scritti. Senza Bologna e il clima intel�lettuale e politico degli Anni Settanta, forse non sarebbe na�to Il formaggio e i vermi (1976), cos�come Storia notturna, il libro più impegnativo e più affascinante di Ginzburg, usci�to nel 1989, è dedicato non a caso al tema del «complotto» e risente del revisionismo stori�co, come del rinascente antise�mitismo in Europa, prima anco�ra che in Italia. Una volta Paolo Fossati ha affermato che era quasi ovvio per un ebreo dedi�carsi allo studio degli eretici. Cambiando orizzonte culturale e geografico, uscendo da Bolo�gna, e inserendosi sempre di più in quel mondo di clerici vaganti che hanno la propria sede di studio negli States, e viaggiano tra l'Europa e il Me�dio Oriente là dove sono alcuni dei centri intellettuali oggi più vivi -, è naturale che Ginzburg abbia cominciato a fare i conti con alcune questio�ni che riguardano il rapporto tra storia e retorica. Perciò anche questo ultimo libro, come i precedenti, è un libro politico. Quello che è in gioco non è più, come negli Anni Settanta, la storia di un mugnaio inquisito dalla Chiesa e dai suoi organi di controllo, ma lo statuto stesso dell'indagi�ne storica, il cui scopo è la ricerca della verità. Ginzburg attacca in modo deciso quella parte della cultura occidentale che partendo da un testo di Nietzsche, Sulla verità e la menzogna in senso extramora�le, letto da Paul de Man e da altri «decostruzionisti» negli Anni Settanta, sostiene l'impossibilità di una distinzione tra narrazioni storiche e narrazio�ni immaginarie. Come a dire che per lui, la ricerca storica non può non approdare a una ricostruzione di quello che è accaduto: la prova è necessaria e la conoscenza storica ancora possibile. Il primo nemico intellettuale di Ginzburg, che è pur sempre un illuminista critico, è il relati�vismo culturale, quello che con�duce, a suo avviso, a equipara�re le culture tra di loro, come se non esistessero differenze irri�ducibili tra una cultura e l'altra. Rapporti di forza è costrui�to attraverso cinque saggi e una lunga prefazione, a sua volta un vero e proprio saggio. Ginzburg analizza il rifiuto ari�stotelico della storia a favore della poesia; mette a fuoco il metodo seguito da Lorenzo Val�la per smascherare la donazio�ne di Costantino; rilegge un testo «occidentale» su una rivol�ta indigena nelle Isole Marianne; cerca di decifrare lo spazio di una riga bianca nell'Educa�zione sentimentale di Flau�bert; ripercorre le origini de Les demoiselles d'Avignon di Picasso. Sono saggi densi, che funzio�nano per piccoli spostamenti, attraverso un'argomentazione discorsiva minuziosa e insieme ampia, e che hanno un doppio livello di lettura: la dimostra�zione rigorosa fondata su una sterminata bibliografia specia�listica e la dichiarata ispirazio�ne «politica» del saggio stesso. È una mediazione tra i metodi dello storico, le sue regole obiet�tive, e le ispirazioni culturali e politiche che necessariamente muovono la ricerca. Ginzburg non si astiene dall'intervenire con la sua viva voce. È questa voce, più ancora dell'accuratez�za dello studioso, quello che fa di Carlo Ginzburg un autore di rilievo, e persino un narratore. Tuttavia nessuno dei saggi approda alle conclusioni che l'autore si prefigge nella prefa�zione: l'intenzione di fondo è cos�forte che l'oggetto trattato finisce per risultare troppo limi�tato. Ginzburg sembra a pro�prio agio con orizzonti tematici o fatti storici più vasti di quelli disegnati in questi pur acuti saggi. Nel novero delle numero�se discipline che Ginzburg mo�bilita per la sua analisi ne manca una che funziona un po' da cartina di tornasole del suo atteggiamento di fondo: la psicoanalisi. Lo si vede molto bene nell'ultimo saggio, dedica�to a Picasso e al suo lavoro. Fra tutte le vie che gli si parano davanti nel corso della sua discussione, Ginzburg non im�bocca mai quella che lo porte�rebbe a fare i conti con i temi dell'aggressione sessuale, la violenza, le radici stesse della creatività dell'artista spagnolo. L'uso del dato psichico risulta decisivo, ma Ginzburg tende invece a risolvere il problema attraverso un quadro formale «puro», quasi «classico», che lascia fuori dalla porta tutte le impurità che il tema dell'arte (e non solo quello) implicherebbe. Dai due libri che Ginzburg ha pubblicato in Italia, restano esclusi alcuni saggi di argomen�to ebraico, di cui uno davvero importante e decisivo per com�prendere il suo lavoro: Unius testis. Lo sterminio ebraico e il principio di realtà. La vera questione con cui lo storico si misura in questo ultimo libro è proprio il tema dell'ebraismo. Ci gira attorno, lo sfiora, lo lambisce, ma non l'affronta. L�stanno le radici della sua in�quieta intelligenza critica, del suo continuo interrogarsi e po�lemizzare sul tema della prova e della verità. È una zona oscura che uno scrittore di storia cos�acuto come Ginz�burg prima o poi dovrà affron�tare, non senza mettere in gio�co se stesso. UN LIBRO POLITICO CONTRO IL RELATIVISMO CULTURALE: ALLE RADICI DEL SUO INTERROGARSI SULLA NECESSITA' DELLA PROVA CE' L'EBRAISMO, LA SUA «ZONA OSCURA» Carlo Ginzburg: cinque saggi di metodologia della ricerca storica m Carlo Ginzburg Rapporti di forza. Storia, retorica, prova Feltrinelli, pp. 161, L 38.000 SAGGI