Un quadro misterioso nella mansarda di Ongaro di Alberto Ongaro

Un quadro misterioso nella mansarda di Ongaro Un quadro misterioso nella mansarda di Ongaro RECENSIONE Sergio Vent ; SE la vita è ancora da conside�rarsi un'avventura, i romanzi di Alberto Ongaro sono da anni la strada migliore per catturarne fino in fondo e emozio�ni, anche quelle dignitosamente ac�cantonate per via dell'età. Salvo poi scoprire che la memoria più accesa indossa di solito i calzoni corti e il sorriso di una tenera compagna di banco. Antico esemplare di una razza riciclata più popolarmente nei Cussler e negli Smith, Ongaro ha avuto almeno in Italia molto meno di quanto avrebbe meritato. Successi dignitosi, anche un Cam�piello vinto con La partita, e alme�no un terzetto di titoli che non sfigurano accanto a nessun classico del ro�manzo d'intratteni�mento, tra elevato divertissement e perso�nalissima ricognizione delle potenzialità illi�mitate della letteratu�ra: La taverna del do�ge Loredan, Il segreto di Caspar Jacobi e il penultimo, intricatissimo e stilisticamente accurato Hollywo�od Boulevard. Per dare a Ongaro quel ch'è di Ongaro, diremo che i suoi romanzi contengono il sapore di un disimpegno mai disgiunto dalla volontà di offrire un prodotto di comprovata cultura, dove i Du�mas e i Gautier tendono il laccio ai Pérez-Reverte, in un ideale passag�gio di consegne del feuilleton d'auto�re, in cui l'esercizio di stile sfida la letteratura «impegnata» senza mai svilirsi nelle intenzioni. Con questo galoppante Segreto dei Ségonzac lo scrittore veneziano toma al romanzo di costume privile�giando i toni emozionali rispetto alla tensione più psicologica di altri lavori come Interno argentino. Il quadro trovato dal narratore in una vecchia mansarda parigina affonda le radici in un passato che una moderna, adolescente curiosità rico�struisce in un susseguirsi di colpi di scena che traggono ispirazione dal�l'avventura più sfrenata. Nel 1758 il giovane medico Philippe Ségon�zac viene ferito in un misterioso agguato nella regione della Marna, RECENSeVe SIONE io t ; mentre sta tornando a casa dal padre, il vec�chio maestro d'arme Michel. Ouest'ultimo è poi spietatamente ucci�so da due sicari che scoprono di non aver eliminato Philippe. Un nome pronunciato dal padre prima di morire spinge il giovane a Parigi, alla ricerca del truce, viscido Martin d'Épinal, che sembra all'origine del mistero. Il segreto ha radici remote, in una torbida storia in cui perversi vizi privati e pubbliche virtù sono lo specchio di un'epoca affascinante nei salotti e deprimente nei fetori dei vicoli popolari, un'epoca che vola inconsapevole verso il futuro prossimo della Rivoluzione. Per sco�prire la verità Philippe dovrà supe�rare duelli e agguati, letti di donne facili e incontri con la peggior feccia delinquenziale, ma la rivelazione dell'antico segreto è comunque im�pietosa, amara. La storia in cui compare da comprimario anche un virilissimo Casanova si legge d'un fiato, il ritmo non manca mai nei romanzi di Ongaro, né poteva mancare il tipico epilogo che è una sorta di marchio di fabbrica dell'autore, che dà in consegna ogni pagina prece�dente a un'emozione narrativa dav�vero unica, tra rivelazioni e commo�zione, svelando spesso i suoi truc�chi ma lasciando con arguzia e intelligenza una firma indelebile. Come la scena finale dei baci in «Nuovo Cinema Paradiso», gli epilo�ghi di Ongaro sono puzzle di elevato mestiere tutti da godere. Alberto Ongaro II segreto dei Ségonzac Piemme, pp. 368. L 34.000 ROMANZO

Luoghi citati: Italia, Parigi