Arafat e Barak: oggi prendere o lasciare di Aldo Baquis

Arafat e Barak: oggi prendere o lasciare Arafat e Barak: oggi prendere o lasciare Scade l'ultimatum di Clinton per firmare l'accordo Aldo Baquis TEL AVIV Il presidente palestinese Yasser Arafat e il premier israeliano Ehud Barak sono giunti a un bivio storico. Oggi scade infatti l'ultima�tum del presidente Bill Clinton e devono decidere se accettare" o respingere le sue proposte di com�promesso per la soluzione del con�flitto. Si tratta di scelte laceranti. Israele è chiamato a decidere se in cambio di un accoro definitivo con i palestinesi è disposto a cedere a Yasser Arafat il 95 per cento della Cisgiordania, i rioni arabi di Geru�salemme est e la Spianata delle Moschee: quella che nei testi sacri ebraici è indicata con il termine di Monte Moriah o Monte del Tem�pio. Negli ambienti della destra nazionalistica israeliana sono ore drammatiche. Qualcuno già propo�ne di avviare una grande campa�gna di disobbedienza civile contro il governo dimissionario di Barak. La Autorità palestinese, da par�te sua, deve stabilire se in cambio di un accordo definitivo con Israe�le è disposta accettare sul suo territorio tre zone omogenee di insediamento ebraico popolate da circa 150 mila coloni. Finora la posizione palestinese è che tutte le colonie sono illegali e che tutti i coloni devono rientrare in territo�rio israehano. Più grave ancora, per Arafat, la rottura del primo dogma della Organizzazione per la liberazione della Palestina, quello del Diritto del ritorno per milioni di profughi palestinesi. In base alle proposte di Clinton, costoro potranno «ritor�nare nella loro patria»: ossia nel futuro stato palestinese, ma non nel territorio israeliano. Se non accettassero, Barak ed Arafat do�vrebbero riprendere da capo il filo del negoziato con la amministra�zione di George W. Bush. Peggio ancora: Barak, in una intervista televisiva, ha previsto che sfuman�do adesso un accordo sulle propo�ste di Clinton, il Medio Oriente si awierebbe verso un confronto ar�mato. Il premier si è chiesto anche se, in questo caso, gh accordi di pace di Israele con Egitto e Giorda�nia resisterebbero ai contraccolpi. Oggi Barak convocherà il suo gabinetto ristretto, nella previsio�ne di essere pressoché costretto ad accettare il progetto del presiden�te Clinton. Si recherà poi da re Abdallah di Giordania e gioved�sarà a Sharm el Sheikh per chiede�re il sostegno del presidente egizia�no Hosni Mubarak. Arafat ha rilevato ieri che esi�stono ancora numerosi ostacoli e il suo portavoce Nabli Abu Rudeina ha preannunciato che prima di decidere se rispondere affermati�vamente o menò i palestinesi chie�deranno ulteriori schiarimenti. De�cisioni di tale portata, ha spiegato, non possono essere prese nel giro di poche ore. Secondo il capo dell'intelligence militare israelia�na, generale Amos Malca, la rispo�sta finale di Arafat sarà positiva nella sostanza. In tal caso, già nei prossimi giorni 0 presidente pale�stinese sarebbe invitato a Washin�gton, dove polsi recherebbe anche Barak per colloqui separati con Clinton. Fra le varie idee, vi è la organizzazione della prima visita a Gerusalemme di Mubarak per suggellare la pace israelo-palestinese. Ma i problerpi rimasti sul tavolo sono formidabili. Il proget�to Clinton assegna ad esempio ai I palestinesi la superficie della Spia�nata delle Moschee. Il sottosuolo, sembra di capire, sarebbe in qual�che modo sotto controllo di Israele che potrebbe impedire gh scavi archeologici del Waqf, l'ente per la custodia dei beni islamici. Questa distinzione non viene assoluta�mente accettata da parte palestine�se. A Gerusalemme est, il piano Clinton assegna ai palestinesi i rioni arabi e ad Israele quelli ebraici: si tratta di una cintura di quartieri nuovi, che costituisce un anello attorno alla città. «Anche in futuro ci sentiremo quindi accer�chiati dagli israeliani» ha notato ieri il quotidiano palestinese al Quds. La' prospettiva che milioni di profughi debbano rinunciare al sogno decennale di rientrare nelle loro case e nei loro villaggi semina già nervosismo nei popolosi campi profughi di Cisgiordania e di Gaza. «Se Arafat cedesse su questo pun�to, diventerebbe per noi im tradito�re» ha affermato ieri un profugo di Gaza. Barak che alla vigilia di critiche elezioni è dato in forte svantaggio rispetto al leader del Likud Ariel Sharon deve affronta�re in casa uno sdegno non inferio�re. Il sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert (Likud) lo ha parago�nato a Nabuccodonosor e all'impe�ratore romano Tito, che distrusse�ro rispettivamente il primo e il secondo Tempio di Gerusalemme. Le proteste turbano ormai i vertici dell'esercito israeliano. Un genera�le valoroso Effy Fein (Eitam) ha ieri lasciato la divisa in gesto di protesta per la imminente sparti�zione di Gerusalemme e adesso progetta di darsi alla politica atti�va nelle file della destra religiosa. Il cuore di Gerusalemme: Il Muro del Pianto, sovrastato dalla Spianata delle Moschee. A sinistra, Yasser Arafat