In sordina i morti per l' uranio del Kosovo di Vincenzo Tessandori

In sordina i morti per l' uranio del Kosovo Nuovi casi emergono in Portogallo, Francia, Spagna: tutti militari dell'Alleanza uccisi dalla leucemia In sordina i morti per l' uranio del Kosovo La Nato: la composizione delle bombe non è un segreto da anni Vincenzo Tessandori Non fece notizia la morte di Hugo Paulino, di anni 23, in un ospedale di Lisbona, nel marzo passato. Il ragazzo era rientrato dal Kosovo dove i portoghesi controllano la zona di Klina, a gomito a gomito con quelle di Pec, Decani e Djakova, affidate all'Italia e di Istoc, alla Spagna. Suo padre ora dice che ad am�mazzarlo sia stato l'uranio impo�verito dei proiettili Nato. I risul�tati dell'autopsia sono finora limasti segreti, accusa «Diario de Noticias», il maggior quotidia�no della capitale. Lo Stato mag�giore delle j forze armate ripete quella che pare diventata la promessa più ripetuta, e forse, purtroppo la meno mantenuta nelle ultime settimane: traspa�renza. Come si vede, parlare di certi argomenti risulta difficile per chiunque. Ma non è quella della morte del ragazzo porto�ghese la sola notizia: un altro soldato è deceduto in Spagna, tre in Francia. Tutti, pare, per leucemia. Eppoi, ci sono quelli che si sono ammalati: alcuni consapevoli di esser condanna�ti, altri che corrono un rischio enorme. E chi è partito prima per la Bosnia, poi per il Kosovo, ora trema. L'esordio, chiamiamolo così, dei proiettili all'uranio avvenne nella guerra contro Saddam Hus�sein: gli Stati Uniti nejfecero un impiego massiccio. E quando, in seguito, centinaia di veterani accusarono sintomi allarmanti. scoppiò una furibonda polemica ancor oggi ben lontana dall'esse�re sopita. Per questo ha il sapore un po' insipido del tentativo di gettare acqua sul fuoco il comu�nicato nel quale il Dipartimento di Stato americano sottolinea come appaia «improbabile che l'esposizione all'uranio impove�rito sia causa di malattie non diagnosticate da cui sono colpiti alcuni veterani della guerra del Golfo». Nessuno aveva avverti�to del rischio uranio che i milita�ri avrebbero corso in Bosnia, ma alla polemica innescata da Ser�gio Mattarella, ministro della Difesa italiano, che ha acpusato l'Alleanza jjer il ritardo con cui ha dato le informazioni, da Bru�xelles si risponde senza rispon�dere. «No comm.ent», ripeftono i portavoce della Nato. «Nessun commento sulle prese di posizio�ne da parte degli altri Stati membri». Poi, però, qualche commento è filtrato, e pure velenosetto. Per dire, hanno sottoli�neato, la «sorpresa» perle dichia�razioni del ministro, non foss'altro perché «l'utilizzo di armi Du (depleted uranium, uranio impo�verito) nelle operazioni in Bo�snia non è un segreto da anni e non c'è stato in sede Nato alcun tentativo di nasconderlo». Il punto, lasciano capire in manie�ra esphcita a Bruxelles, è che «il problema sanitario non è emer�so fino a tempi molto recenti» perché i militari italiani potreb�bero non aver informato i politi�ci della situazione e per questo il nodo è diventato importante solo cos�di recente. Tutto lascia pensare che senza le denunce fatte dalla stampa dei casi di leucemia, questa tragedia sareb�be rimasta un ennesimo segreto. Ora che il caso dell'uranio è di dominio pubblico, hanno aperto fascicoli la magistratura ordina�ria e quella militare, competen�te per le indagini sui fatti che riguardano i soldati italiani al�l'estero. Antonino Intelisano, procuratore miUtare di Roma, garantisce che l'inchiesta «pro�cede a tutto campo, a 360 gra�di». Il che non significa che si sia fatta molta strada: «Non ci sono novità ma certo continuiamo a lavorare e abbiamo acquisito già da tempo i dati raccolti da una serie di associazioni priva�te», assicura Intelisano. L'Osser�vatorio per la tutela dei militari non è stato interpellato: «Ma se ci chiama, siamo a completa disposizione», assicura il mare�sciallo Domenico Leggiero del Cocer di Roma. Certo, appare lunga, e difficile la via che .do�vranno percorrere la giustizia in grigioverde e quella civile. Ma ne vale la pena.

Persone citate: Antonino Intelisano, Domenico Leggiero, Hugo Paulino, Intelisano, Istoc, Mattarella, Saddam Hus