Un uomo di Dio in guerra con la giustizia

Un uomo di Dio in guerra con la giustizia --— ; . ;—:—— : ——-——; : ; ,—— , — .— PERSONAGGIO CONTROVERSO TRA ACCUSE INFAMANTI E DEVOZIONE Un uomo di Dio in guerra con la giustizia L'arcivescovo: mi infangano, ho la coscienza immacolata la storia FuivioMilone inviato a LAGONEGRO (Potenza) DISSERO che sotto la porpo�ra cardinalizia si nascon�deva un diabolico finan�ziatore d�una banda d�usurai. E lui, dapprima inferocito, di�pinse i magistrati come comuni�sti complottardi, e poi, più sere�no, affidò la testimonianza del�la sua coscienza immacolata al Padreterno prima che agli uomi�ni. La storia dell'arcivescovo Michele Giordano, primo caso giudiziario in Italia che impone a un principe della Chiesa d�indossare �panni di imputato di reati infamanti, ha attraversato per trentaquattro mesi gli uffici ovattati d�due Palazzi simbolo del potere terreno ed ecclesiale: il tribunale di Lagonegro, una brutta costruzione di cemento armato dall'architettura vaga�mente futuribile, e la Curia napoletana che, dietro la"sua' maestosa facciata, ha nascosto il drainma d�un ministro d�Dìo con ìlnome imbrattato dal fan�go di un'accusa terribile. Questa storia intrisa di vele�no comincia in un freddo febbra�io del '98, quando per la prima volta due magistrati della pro�cura della repubblica di Lagone�gro ordinano alla guardia d�finanza di violare gb uffici della Curia d�Napoli per una perqui�sizione, l^el palazzache si affac�cia sul Largo Donriàregma vie�ne interrogato l'avvocato Aldo Palumbo, responsabile delle Opere di' 'Religione, 'che morirà alcuni mesi più tardi. Ma la bomba scoppia ad agosto, con l'arresto di Mario Lucio Giorda�no, fratello del cardinale, con l'accusa di avere messo in piedi un vasto giro d'usura in Val d'Agri, nel cuore della Basilica�ta. Due giorni dopo l'inchiesta travolge direttamente l'arcive�scovo, raggiunto da un avviso di garanzia per concorso in associazione a delinquere fina�lizzata all'usura, a cui verrà aggiunta in seguito l'accusa di appropriazione indebita. Da quel momento è guerra aperta fra i magistrati é il cardmale. Giordano, fuori di se, si lascia andare a commenti a tratti sprezzanti: «Dei giudici non mi fido, posso provarlo»; «Il tintinnio delle manette di cui ha parlato il presidente della repubblica Scalfaro è cosa grave»; «Non sono come Berlu�sconi che combatte una batta�glia anche per cose personali, ma sono anni che vado dicendo che il problema della giustizia in Italia sta diventando incande�scente»; «I giornali e le procure sono d'accordo, ognuno enfatiz�za le azioni dell'altro»; «Ho letto che ci sarebbero delle in�tercettazioni telefoniche. Se avessi parlato con il Papa? E' stata violata la sovranità delir. Chiesa». I magistrati, però, sonc decisi a proseguire nel loro cammino: accusano il cardinale di avere finanziato con circa un miliardo e mezzo la «Cooperati�va del credito» all'ombra della quale si sarebbe svolto il giro di usura: prestiti concessi con inte�ressi fino al trecento per cento. E poi c'è l'appropriazione inde�bita: seicento milioni di quel miliardo e mezzo, spiega Taccusa. sarebbero stati sottratti alla Curia dall'avvocato Palumbo «su istigazione dell'arcivesco�vo». Neanche Giordano arretra di un passo. Durante gli interro�gatori nega di aver mai saputo dell'attività del fratello: «Se ne fossi stato a conoscenza gli avrei date una mazzata in te�sta». Interviene anche il Vatica�no, che denuncia la violazione degii accordi fra Stato e Chiesa. Sulia vicenda è costretto a pronunciarsi anche l'allora presi�dente del consiglio. Romano Frodi, a cui tocca spiegare che neoSur.a irr'^olarita è stata commessa. E lui, Giordane, fidu�cioso, si alfidu alia giustizia di Dio: «Sono sereno' davanti a Lui, e ho la certezza che la verità trionferà anche in tribu�nale».

Persone citate: Aldo Palumbo, Mario Lucio Giorda, Michele Giordano, Palumbo, Romano Frodi, Scalfaro

Luoghi citati: Italia, Lagonegro, Napoli, Potenza