Manovra, alt alle mega-pensioni di Roberto Giovannini
Manovra, alt alle mega-pensioni Manovra, alt alle mega-pensioni Uno stop per magistrati e dirigenti di Stato Roberto Giovannini ROMA Sorpresa. Proprio in Zona Cesarmi, alla vigiha del voto definitivo sulla Finanziaria 2001 approvata da Palazzo Madama stamattina, con 168 favorevoli e 100 contrari il governo si è accorto che qualcuno, a cominciare dagli alti magistrati, dai professori universitari e da alti dirigenti della pubblica ammini�strazione stava per mettere le ma�ni su una pensione davvero "d'oro". Sfruttando una possibihtà offerta dalla riforma Dini, con il decisivo aiuto di qualche sapiente circolare amministrativa e pareri inteipretativi, alcune migliaia di "grand commis" di Stato erano in procinto di portare a casa assegni previdenziali maggiorati di un importo tra il 25 e il 400Zo. Per bloccare l'operazione, scoperta in extremis dai tecnici dei ministeri economici, di Palazzo Chigi e degh istituti previdenziah, TEsecutivo ha dovuto provvedere di gran camera. E' stato cos�inseri�to nel cospicuo pacco di emenda�menti approvati dal Senato nella serata di marted�un emendamento che fa slittare di due anni l'opzione per il passaggio dal siste�ma pensionistico retributivo a quello contributivo, originaria�mente fissata dalla riforma Dini al primo gennaio del 2001. Un rinvio che spiega Massimo Antichi, consigliere del ministro del Lavoro Salvi su cui una volta superata la fase di emergenza si dovrà comun�que ritornare. Una questione davvero compli�cata. Nel 1995, al momento del varo della riforma Dini, per raffred�dare le dinamiche della spesa pre�videnziale si decise il passaggio da un sistema di calcolo della pensio�ne di tipo retributivo (basato cioè sul salario o sul reddito percepito dal lavoratore) a uno di tipo contri�butivo (che legava la pensione futura ai contributi effettivamen�te versati). La pensione retributiva è di norma più conveniente: a parte possibili buchi nei versamen�ti, il vero vantaggio deriva dal fatto che in genere le carriere salariali dei lavoratori si impenna�no negli ultimi anni, quando si ha alta anzianità e spesso salari mag�giori. Per la pensione calcolata col metodo contributivo vengono inve�ce valutati tutti i contributi versati nell'intera vita lavorativa, compre�si quelli di quando si era giovani e "apprendisti", con buste paga "leg�gere". Secondo la riforma Dini, il sistema contributivo applicava per i nuovi assunti; inoltre, avreb�bero potuto sceglierlo il primo gennaio del 2001 anche coloro che avessero già maturato nel 1995 15 ànjSTdi contifeiÉiohè. Costóro avrebbero avuto ima pensione più leggera, ma avrebbero potuto sfrut�tare la possibilità di andare in pensione già a 57 anni di età. Ma una norma mirata al rispar�mio avrebbe premiato proprio una serie di cittadini ad alto reddito, con una carriera cosiddetta "zooming": rapida e ad alta intensità retributiva. E' proprio il caso dei magistrati (circa 1000), di altri 1000 professori universitari e di qualche migliaio di alti dirigenti dello Stato per i quali, successiva�mente alla riforma Dini, era stata approvata una norma che consenti�va l'opzione per il contributivo anche a chi aveva un'età di pensio�namento fissata a 70 anni. Passan�do da un metodo di calcolo all'al�tro, apparentemente meno conve�niente, questi cittadini sarebbero riusciti a portare a casa una pensio�ne più ricca, molto più ricca : dal 25 al 400Zo, addirittura. Merito della possibihtà di andare in pensione in età avanzata (scelta che il sistema contributivo e la riforma Dini pre�miano), oltre che di ima normativa attuativa particolarmente favore�vole, oltre che creativamente inter�pretata. Di qui il blitz del governo, che ha rinviato al 2003 l'opzione: ovvero a una data in cui sicura�mente si sarà posto rimedio alla scappatoia fin qui consentita dalla legge. La norma introdotta in Fi�nanziaria, afferma Antichi, ha sventato «il tentativo di qualche alto burocrate di costruirsi aumen�ti ingiustificati della pensione. Il tentativo è stato operato dopo la riforma Dini sia attraverso erro�nee circolari applicative degh enti previdenziah, nonché prevedendo per alcune categorie già privilegia�te di beneficiare di coefficienti di trasformazione per età superiori ai 65 anni". E dopo il s�del Senato il pacchet�to di finanza pubblica passa alla Camera per la terza lettura: si comincia in Commissione Bilan�cio, e poi si andrà in Aula. Il voto finale e la conversione in legge della manovra 2001 sono previsti per sabato 23; e tutti, ma proprio tutti, escludono l'eventualità che Montecitorio possa introdurre mo�difiche che imporrebbero un quar�to passaggio al Senato. Allo stesso tempo, un po' di timore c'è: baste�rebbe un microemendamento, una disattenzione per imporre ai sena�tori lo spauracchio di una quarta lettura successiva alla pausa nata�hzia. Comunque vadano le cose, non ci saranno conseguenze se non per le vacanze di Natale dei parlamentari. Anche un improba�bilissimo ricorso all'esercizio prov�visorio del bilancio in realtà com�porterà un risparmio per i conti pubblici, visto che non entreranno subito in vigore gli ingenti sgravi .fiscali previsti. Secondo il sottose�gretario al Tesoro Piero Giarda «per effetto di tutte le votazioni fatte al Senato il saldo netto da finanziare è migliorato di 100 mi�hardi», anche se il rimaneggiamen�to delle tabelle di bilancio "accre�scerà la velocità di spesa".
Persone citate: Antichi, Dini, Massimo Antichi, Piero Giarda
Luoghi citati: Roma
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