Borse, vince il «fai da te»

Borse, vince il «fai da te» Borse, vince il «fai da te» Pocaflducia nei fondi pensione Mario Sensini ROMA Gli italiani continuano a diser�tare i fondi pensione. Sono sempre di meno quelli che considerano l'esigenza di ac�quistare una casa come la principale ragione per rispar�miare, e molti di più quelli che abbandonano i titoli di Stato e si lanciano con entusiasmo negli investimenti rischiosi e nella Borsa. Quasi tutti hanno piena consapevolezza del fatto che la pensione pubblica non sarà sufficiente, ma moltissi�mi non sono affatto entusiasti delle possibilità che oggi gli si offrono per costruirsi una pen�sione integrativa. E' soprattut�to in questo atteggiamento che si sintetizza la crescente ten�denza del risparmiatore al «fai da te», evidenziata dal nuovo rapporto annuale della Bnl e del Centro Einaudi presentato ieri a Roma. Solo un lavoratore su cin�que ha aderito a un fondo aperto o di categoria e meno di un quarto degli intervistati appare intenzionato a sotto�scrivere un fondo pensione nel futuro. Nel 2000, per la prima volta, si è ridotto il numero dei risparmiatori che hanno scelto le polizze vita per far fronte alle esigenze del proprio futu�ro. E, se interpellati sulle intenzioni, addirittura il 39,80Zo degli intervistati si dice convinto di poter fare da solo per risolvere il problema. Che esiste ed è ben presente, ma che continua a non trovare risposte adeguate in termini politici, tanto da spingere i consumatori a regolarsi di con�seguenza. Per prepararsi ad una quar�ta età non più protetta dalla previdenza pubblica i rispar�miatori italiani preferiscono semmai rivolgersi direttamen�te ai mercati mobiliari. La tendenza alla crescita dei por�tafogli azionari era in atto da tempo e il 2000 la consolida, a scapito dei titoli di stato e delle obbligazioni. Nel 2000 il 26,407o degli intervistati ha di�chiarato di aver operato in Borsa, il 70Zo in più rispetto all'anno precedente. E chi si è avvicinato alla Borsa, magari grazie alle privatizzazioni di grandi aziende pubbliche non lo ha fatto tan�to con l'ottica del cassetista, ma con quella del trader. Chi investe in Borsa non si accon�tenta più di assistere passiva�mente all'evoluzione delle quo�tazioni, ma piuttosto usa Inter�net ed il «trading on line» (il 5,7^0 degli intervistati) per muovere il proprio portafo�glio. Con l'affermarsi della società dell'informazione, tra l'altro, la percezione del mer�cato globale è molto più netta, e lo dimostra anche il fatto che è in continua crescita la quota di azioni estere nel portafoglio degli italiani (5,7")*) del patrimo�nio complessivo nel 2000 con�tro il 4,50Zo del '99 e il 2,20Zo del '98). La casa è ancora una delle principali ragioni per rispar�miare (per il 2107o degli intervi�stati), ma soprattutto viene considerata ancora di gran lunga «il miglior investimento possibile». E sono sempre di meno gli italiani che credono che gli investimenti immobilia�ri siano troppo onerosi a causa delle imposte: il 14,l% nel 2000 contro il 24,507o del '93. Se un freno c'è, è semmai quello dei prezzi degli immobili che non appaiono alla portata di molte famiglie. A fronte di tutti questi feno�meni, la domanda d�risparmio gestito diminuisce: il patrimo�nio dei fondi comuni italiani, che era cresciuto nel '99 del 180Zo, quest'anno difficilmente aumenterà più del 5^0. Con il calo dei tassi di interesse indot�to dall'euro scende l'appetibili�tà dei titoli di stato, ma anche quella dei fondi obbligaziona�ri. Ma non c'è una fuga dei fondi: ai risparmiatori piaccio�no per la liquidabilità dell'in�vestimento e anche per la flessibilità. Piuttosto che uscire ed in�cassare le perdite, i risparmia�tori oggi preferiscono cambia�re la tipologia dei fondi, passa�re da uno all'altro, diversifi�cando ed quilibrando i propri investimenti. Cos�come que�sta tendenza generale alla ge�stione personale non può esse�re intepretata come una fuga dalla banca. Che, come sottoli�nea il rapporto Bnl-Centro Ei�naudi, riesce ad assecondare questo fenomeno mettendo a disposizione dei propri clienti un numero sempre maggiore di strumenti sofisticati. Le banche restano comunque il vero punto d�riferimento per il risparmio, e superano addi�rittura l'Europa nelle istituzio�ni di cui fidarsi. Chissà se, dopo la vicenda dei mutui usurari e dell'anatocismo, sa�rà cos�anche il prossimo anno.

Persone citate: Mario Sensini

Luoghi citati: Europa, Roma