«Così sono stato contaminato nei Balcani»
«Cos�sono stato contaminato nei Balcani» «Cos�sono stato contaminato nei Balcani» La testimonianza di un militare che ora ha la leucemia Corrado Grandesso corrispondente da CAGLIARI Un altro militare malato di leucemia. Un caporalmaggiore di 23 anni, che vive a pochi chilometri da Cagliari, ha rac�contato d'essere stato in Ma�cedonia nella primavera del '99 e di aver scoperto un anno fa di soffrire del morbo di Hodgkin, la. malattia che ha ucciso Salvatore Vacca, il primo nome della drammati�ca Usta di morti, possibili vittime della contaminazio�ne dell'uranio impoverito, materiale usato per fabbrica�re micidiali munizioni, in gra�do di perforare le corazze dei carri armati. Da mesi il mili�tare è in chemioterapia. L'allarme è scattato appun�to nell'agosto del 1999, trop�po tardi per tentare di strap�pare alla morte il caporalmaggiore Salvatore Vacca, classe . 1976, di Nuxis, piccolo paese sardo, nel cuore del Sulcis. Solo in agosto i medici aveva�no scoperto che il male oscu�ro di cui soffriva era la leuce�mia. Partito per la Bosnia con i commilitoni della Brigata Sassari impegnata in una mis�sione di pace, quel giovanot�tone che amava lo sport, il calcio soprattutto, aveva ini�ziato a star male in marzo: era rientrato a casa debole, stanco e dimagrito. A maggio era stato ricoverato per dodi�ci giorni nell'ospedale milita�re dove gh era stato diagnosti�cato un ipertiroidismo per via di un ingrossamento al collo. Il 9 settembre è morto. Una morte apparsa per molti versi misteriosa. Ma non per il padre del ragazzo, Giuseppe Vacca, ex sottuffi�ciale dei carabinieri, e la madre Peppina Secci. Per en�trambi il killer del figlio ave�va già allora un nome: uranio impoverito. «Nostro figlio è stato avvelenato da quella sostanza», ripetevano in lacri�me i due genitori. Perché si facesse luce sulla tragèdia, Giuseppe Vacca ha inoltrato denunce, sollecitato indagi�ni, fino ad ottenere l'apertura di due inchieste, una della Procura militare di Roma, l'altra di quella di Cagliari. Per un lungo periodo di tem�po, il caso è stato circondato da un diffuso scetticismo. Nessuno pareva accettare co�me reale l'ipotesi che il caporalmaggiore fosse stato vitti�ma di una contaminazione nucleare. Poi sono emerse altre vicende drammatiche. Prima quella del soldato di Assemini (centro a una venti�na di chilometri da Cagliari), morto di leucemia, dopo aver prestato servizio nel poligo�no interforze di Teulada (pae�se sulla costa sud-occidenta�le della Sardegna). Nell'ospe�dale Careggi di Firenze è morto il sergente pugliese Andrea Antonaci, reduce anch'egli dalla ex Jugoslavia. E a Roma il maresciallo Dome�nico Leggiero, delegato del Cocer Esercito, ha reso noto domenica pomeriggio che un militare della Croce Rossa (di cui non ha fatto il nome) è stato stroncato dalla leuce�mia dopo avere prestato ser�vizio in Bosnia. Quattro croci cui si somma�no altrettanti casi di giovani ricoverati o sottoposti a esa�mi dopo una permanenza più o meno lunga nei Balcani. Sull'identità dei giovani am�malati il riserbo è assoluto. L'Esercito non conferma l'ipotesi della leucemia provo�cata dal contatto con uranio impoverito contenuto nei pro�iettili utilizzati dalle truppe della Nato nei Balcani. Il responsabile del comando mi�litare autonomo della Sarde�gna, generale Angelo Lunardo, ha negato che esista un nesso causale certo tra ima probabile contaminazione e le morti denunciate in questi giorni. La smentita si è som�mata a quella sulla base di Teulada, dove aveva prestato servizio Giuseppe Pintus: nel poligono hanno precisato i generali non sono mai state mai usate armi con caratteri�stiche analoghe a quelle ra�dioattive usate nei paese del�l'ex Jugoslavia. II ragazzo che vive a Cagliari ha raccontato di essersi ammalato un anno fa Nella primavera del'99 era tornato da una missione di pace in Macedonia
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