Rattoppi istituzionali
Rattoppi istituzionali Oggi il rapporto di Maccanico sulle riforme: il bilancio è in rosso Rattoppi istituzionali Michele Ainìs FINE legislatura, tempo di bilanci. Cade perciò a fagio�lo la presentazione del Rappor�to sulle questioni istituziona�li, firmato dal ministro Macca�nico e in calendario a Monteci�torio stamattina, per fare il punto sulle riforme fatte e sugli scenari ancora aperti. Un bilancio in rosso? Si, rispet�to alle reboanti promesse del 1996; e non certo per colpa di Maccanico, che di questa in�terminabile vicenda è protago�nista e testimone a un tempo. Fu lui infatti il primo ministro alle riforme, nel 1988; un ministero che ha poi dato lavoro a molti altri suoi colle�ghi. Ma sta di fatto che in questa legislatura siamo pas�sati dall'ambizione di ridise�gnare il mondo (con la Bicame�rale), alla «politica dei piccoli passi», delle revisioni chirurgi�che e parziali. Che per la verità non sono state poche: quattro modifi�che alla costituzione nel giro d'un anno (l'ultimo), a fronte delle sette intervenute nel mezzo secolo precedente. E cosi abbiamo via via incassa�to il giusto processo, il voto degli italiani all'estero, nuovi e più ampi statuti per le regioni, l'elezione diretta dei loro presidenti; ma anche, e senza scomodare la costituzio�ne, l'accorpamento dei mini�steri, la riforma di scuola e sanità, robuste dosi di delegifi�cazione. L'esito, però, è stato qualche volta opposto rispet�to ai desideri. La delegificazio�ne, per esempio, ha fatto cre�scere la quantità di regole in vigore, e per i cittadini non sarà più consolante annegare sotto un'onda regolamentare anziché legislativa; il nuovo volto delle regioni ha finito per mettere ancor più in risal�to limiti e carenze della forma di governo nazionale, come dimostra proprio quest'ultimo scorcio di legislatura, il difficile rapporto fra i «gover�natori» regionali e un presi�dente del Consiglio non eletto neppure in Parlamento. È il paradosso di ogni riforma par�ziale: se rattoppo una sola manica della mia giacca, l'al�tra sembrerà incongrua, fuori posto. Di toppe invece ne servireb�bero molte, e il Rapporto ha il pregio di farne un censimen�to. Per cambiare la legge elet�torale, che non piace a nessu�no ma intanto rimane sempre lì, manco fossero le tavole di Mosé. Per rivitalizzare il refe�rendum. Per ottenere governi finalmente stabili, legittimati da un chiaro voto popolare. E poi la camera delle regioni. Una legge sui partiti (in Ger�mania c'è dal 1967). Sulle autorità indipendenti, che sbucano ovunque come fun�ghi (ormai ci sono più authorities che partiti). Eccetera, ec�cetera. Un'ultima doverosa infor�mazione: la cerimonia odier�na si svolge alla Sala della Lupa (che ospitò a suo tempo i lavori della Bicamerale) e fra i relatori c'è Massimo D'Alema (che ne fu il presidente). Come dire? L'assassino torna sem�pre sul luogo del delitto. micheleainis@tin.it Una riunione della Commissione Bicamerale nella sala della Lupa. Presiede Massimo D'Alema
Persone citate: D'alema, Macca, Maccanico, Massimo D'alema, Michele Ainìs
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