Ronconi si misura con Giordano Bruno di Osvaldo Guerrieri

Ronconi si misura con Giordano Bruno Incontro con il direttore artistico del Piccolo Teatro alla prima prova del «Candelaio» Ronconi si misura con Giordano Bruno E crea un gruppo di attori per quattro spettacoli Osvaldo Guerrieri inviato a MIUNO Luca Ronconi? Pensate a un gatto nella bambagia e avrete l'immagi�ne di un uomo golosamente attivo: fino alla temerarietà. Al Piccolo Teatro, e con lo stesso gruppo d'attori. Ronconi prepara quattro spettacoli contemporaneamente. Sono «Lolita», la sceneggiatura che Vladimir Nabokov preparò per il film di Stanley Kubrick, in scena al teatro Strehler dal 17 gennaio; «Phoenix» di Marina Cvetaeva (3 aprile) ; «I due gemelli veneziani» di Goldoni ( 13 marzo) e «Candelaio» di Giordano Bruno il 17 maggio. Un fuoco d'artificio creativo, come ai tempi del Fabbricone, trent'anni fa, e non un exploit esibizionistico. La setjuenza dei «juattro spettacoli serve a mettere in luce un progetto, è indispensabile per mostrare un programma e non un séguito di testi, «cosa del tutto inconsueta per il teatro italiano», dice il regista. E deve dare l'idea «li un cantiere, «fi un luogo nel «juale, oltre a sviluppa�re un percorso teatrale, si forma uno spirito d'appartenenza, e cioè l'intreccio «Ji un teatro con un gruppo d'attori. E' gioiosamente pole�mico Ronconi/ dice sorri�dendo verità terribili. Per esempio che oggi gli attori o si mettono in proprio o sono scrittura�ti: «Se l'appartenenza fosse nella nostra cultu�ra teatrale, non si ve«irebbero attori che con «juattro scalzacani si mettono in giro per il mondo». Non si vedreb�bero neppure gli attori che trasfor�mano il teatro in una succursale della tv, «inseguendo schemi e bas�sezze del piccolo schenno». In uno stanzone del Piccolo, ecco dunque Ronconi circomìato «iai suoi «appartenenti». C'è il fior fiore del teatoó' itàlSno. Attènti come scolari. Vediamo Massimo De Francovich, Galatea Ranzi, Franco Branciaroli, Laura Marinoni, Mas�simo Popolizio... Sono tanti, quasi «Attravd'app ima ventina, a loro si aggiungono i «iiplomati del Piccolo. E' la prima prova a tavolino del «Candelaio». Molti siedono a un tavolo lunghissi�mo, da una parte e «iall'altra del maestro; i più giovani sono rag�gruppati in sala. E' il primo incon�tro con un testo «impossibile» (ma Ronconi lo mise in scena a Prato nel '68), pubblicato a Parigi nel 1582, e raramente rappresentato, perché abnorme e anomalo. Ronco�ni ne spiega la struttura, si soffer�ma sull'inizio macchinoso costitui�to «la dediche e da parlate, «ia un antiprologo e (Ja un proprologo. Sembra ci tenga molto. Anticipa che la lettera di dedica sarà recitata «in modo scandalosamente natura�le: dove c'è da sputare si sputa. dove c'è da farla cacca si caca». Si sofferma sulla genialità di Giordano Bruno, sulla sua comples�sa natura di scrittore, disegnatore e alchimista («vi farò vedere alcuni suoi tiisegni»); rivela come Bruno entri nella commedia nei panni del pittore Gioan Bernardo, «potrem�mo dire che fa il proprio ritratto in negativo». Descrive il luogo ideale della commedia, «un luogo pericolo�so, tutto di lathi. I primi tre atti sono l'elaborata preparazione di una notte terrificante, una di cjuelle notti nelle periferie romane o torinesi in cui hai paura persino di andare in farmacia». Spiega: «Biso�gna creare quel tipo «M atmosfera. Lo scopo non è l'allegria, ma l'umor nero». Aggiunge; «Cancelliamo ogni idea rinascimentale, o baroc�ca, o napoletana. Gli abiti saranno i nostri, non per fare i moderni a tutti costi, ma perché è necessario avere indumenti che facciano rico�noscere le tipologie sociali. Non abbiamo più la lettura minima dei costumi». L'esposizione è a largo spettro, passa ai personaggi. Ronconi maschieggia, femmineggia e mosseggia come fosse un comico dell'Arte. Da quanto tempo non lo si vedeva sulla cresta dèi gioco come adesso. Ma è riuscito a portare il Piccolo dalla sua parte. E allora è felice. Questo programma, discusso e «lifeso, è lo specchio del suo orgoglio d'artista. I «juattro titoli, pur nella diversità, sono legati da ima logica. Come nel biliardo, seguono la «hnamica delle sponde e dei rimpalli. «Candelaio» è l'anticipo ideale di un testo scientifico che sarà realiz�zato l'anno prossimo, «Infinity» di John D, Barrows. «Foenix» è la variante femminile «li «Lolita», con quella bambina che s'innamora del vecchio Casanova e vuol fugire con lui dal castello di Dux. «Lolita», poi, conterrà un doppio specchio inter�no: sarà interpretata da due attrici, una delle quali è la proiezione «ii Annabelle, la bambina di cui s'inna�morò il piccolo Nabokov. Il succo di tutto ciò? «A piacere di fare le cose cjuando le cose ti vengono incontro». «Attraverso questo cantiere voglio creare lo spirito d'appartenenza, che l'Italia ignora. E' l'intreccio di un teatro con gli stessi artisti» Il regista lavora a «Lolita» di Nabokov, «Phoenix» d�Marina Cvetaeva e «I due gemelli veneziani» di Goldoni In alto, Luca Ronconi, qui sotto la protagonista di «Lolita», che il regista porterà in scena

Luoghi citati: Italia, Parigi, Prato