Il Pirata: «Un'assurdità le prove non esistono»

Il Pirata: «Un'assurdità le prove non esistono» LO SFOGO DEL CAMPIONE Il Pirata: «Un'assurdità le prove non esistono» Intervista Pierangelo Sapepi»; ARCO Pantani, dopo la sentenza. Come va? Cosa prova? «Amarezza. Un'amarezza infini�ta. Non solo mia. E' la stessa amarezza delia mia famiglia, dei miei compagni di squadra, di tutti i miei tifosi». E' una giornata come quel�la di Madonna di Campi�glio, Giro d'Italia 1999. Allo�ra minacciò il ritiro. E og«Adesso butterò giù questo en�nesimo boccone, però io sono qua, e mi alleno. Dimostrerò a suon di pedalate di che pasta sono fatto. Continuerò con gli allenamenti e le gare. I miei avvocati invece faranno tutto ciò che è possibile, faranno tutti i ricorsi necessari, per dimostra�re che quello che mi è stato fatto è ingiusto». Le pongo una riflessione. Otto mesi di carcere per aver investito e ucciso un bambino con l'auto e per non averlo soccorso. Sei mesi di condanna per l'ema�tocrito alto. Che ne pensa? «Prima di fare una considerazio�ne su questo, vorrei fare un passo indietro. Io sono stato condannato senza prove e con una legge che non è applicabile a questo tipo di reato. E' una doppia assurdità. Sono stato condannato in base a una ipote�si. I miei difensori, i miei consu�lenti scientifici hanno ampia�mente messo in luce come non ci siano certezze su quegli sbal�zi ematici del mio sangue. E poi lo stèsso pubbUco mitìistero aveva chiesto la non punibilità. Eppure sono stato condannato. In tutte le aule di tribunale c'è scritto: "La legge è uguale per tutti". Evidentemente, non è verQ. Detto questo, ho già detto tutto. Che posso rispondere d'al�tro?' La mia è ima condanna senza senso e non solo in riferi�mento ad altre sentenze». Pantani, lei è mai stato trovato positivo a un con�trollo antidoping? «Mai». A Madonna di Campiglio? «Non fui trovato positivo. Fui fermato perché avevo l'emato�crito alto. Fu una misura pre�cauzionale, per la mia salute, come si è soliti dire in questi casi». Quante volte è stato con�trollato? «Mah, non lo so. Non li ho contati. Centinaia e centinaia». E mai beccato... «Mai». Dopo questa sentenza, se�condo lei, cosa succederà invece a quei corridori che vengono trovati positivi? «Ecco. Me lo chiedo proprio. Ce ne sono parecchi, mi sembra. Gli danno l'ergastolo?». Quanti altri corridori sono stati fermati come lei con l'ematocrito alto? «Tanti: Non tengo il conto. Ma non sono stato l'unico». Cosa fanno adesso? Condan�nano anche loro? «Non lo so, non lo so. Ma il problema è un altro. Avendomi condannato senza i risultati di un controllo che attestasse di fatto l'assunzione di Epo, ora cosa succede? Che è dimostrato che basta questo per asserire di aver trovato l'Epo negli atle�ti?». Ha detto che è stato un processo assurdo. Perché? «Basta un esempio. Si è dato ascolto alla dichiarazione di ima persona che, sotto interro�gatorio, ha detto che uno di nascosto può entrare in ospeda�le e dare l'Epo a tutti. Le pare possibile? Ci facciamo tutti rico�verare in ospedale per prendere l'Epo di nascosto? E' un posto dove si può fare davvero di tutto senza controlli?». Parliamo del futuro... «Meglio». Continua ad allenarsi, vuol tornare a vincere... «Sì. Però, anche se passerà, anche se ce la farò a riemergere, il male è stato fatto. E mi ha lasciato un segno indelebile. E non solo a me. Penso alla mia famiglia, ai miei cari, a tutti quelli che mi vogliono bene». Che messaggio manda al procuratore Guariniello? «Spero che abbia dei figli». Ai giornalisti? «Io spero di farcela. Vi chiedo una cosa, però: come fa un atleta ad andare avanti nel suo lavoro quando sono due anni che si accaniscono contro di lui?». Chi si accanisce? I giornali�sti? «I giornali fanno i titoli. Mi hanno dato del dopato. Ma non c'è mai nessuna prova». Nessuno che l'ha aiutata? «Non c'è nessuno che si è espo�sto a dire una parola per me. Mi devo sempre difendere da solo. E poi passo ancora per uno che si lamenta, per vittima». E la gente, il pubblico? «Ho paura che finiscano per crederci a forza di martellare così. A forza di scrivere Pantani ha preso l'Epo in ospedale, quando non è vero. Se perdo anche loro, è la fine. Mi sembra di vivere un incubo. I miei risultati li ho ottenuti solo con il sacrificio, con l'amore e la passione. In questa storia, fino a prova contraria, dovrei essere considerato la vittima, non il responsabile. E invece oltre al danno anche la beffa: non solo ho rischiato di morire perché investito da un'auto, ma si è cercato persino di dimostrare la mia sottoposizione a pratiche dopanti. Io voglio evitare di diventare il capro epsiatorio di una lotta al doping, in cui mai atleta ha rivestito la qualità di imputato ma, tutt'al più, di parte lesa». I suoi colleghi come si sono comportati? «Molta sohdarietà. Mi fa piace�re che mi vogliano ancora bene. L'anno scorso, dopo un anno che ero stato fermo, la squadra aveva qualche dubbio sulla mia voglia di tornare. Adesso ci crediamo tutti». La stagione comincia que�st'inverno. Che cosa ci dob�biamo aspettare da Panta�ni? «Credo che farò la Milano-Sanreiru^é pure gualche classica in Belgio». II Giro e il Tour? «Tutt'e due. L'anno scorso li ho fatti con tanta volontà, ma senza base. Per questo voglio cominciare già a fine febbraio in Spagna, con la Vuelta Valenciana. Voglio arrivarci in for�ma, tentare di vincere». Tra Giro e Tour che cosa preferisce? «Come tracciato, il Tour que�st'anno mi è più congeniale. E' stato fatto bene, pensando an�che a chi va forte in salita. Però, al Giro ci tengo». Armstrong e Ullrich? «Spero di incontrarli». Ha guardato se c'è una tappa che va a Madonna di Campiglio? «No. Per fortuna non c'è». «Butterò giù questo ennesimo boccone e dimostrerò a suon di pedalate di che pasta sono fatto»

Persone citate: Armstrong, Guariniello, Pantani, Ullrich

Luoghi citati: Arco, Belgio, Campiglio, Italia, Milano, Spagna