Stretta di mano ad Algeri di Maria Grazia Bruzzone

Stretta di mano ad Algeri Stretta di mano ad Algeri Etiopia ed Eritrea firmano la pace Maria Grazia Bruzzone inviala ad ALGERI Nel Palazzo delle Nazioni di Alge�ri, sul bordo del mare, alla presen�za del Segretario di Stato america�no Madeleine Albright, del Segre�tario generale dell'Onu Kofi An�nan, dei rappresentanti dell'Orga�nizzazione dell'Unità Africana e del rappresentante speciale della presidenza dell'Unione europea sen. Rino Serri, i presidenti del�l'Etiopia Melos Zenawi e dell'Eri�trea Isaias Afeworki hanno infi�ne siglato la pace. Il presidente algerino Abdlelaziz Bouteflika, che ha attivamente contribuito al processo di pace e ospita la cerimonia, spinge i due leader ad abbracciarsi: ma forse è troppo, e Zenawi e Afeworki si limitano a stringersi la mano. Non di meno l'applauso che si leva è lungo e carico di emozione. La firma di un trattato di pace è sempre un momento solenne. Ma l'accordo di ieri, che arriva a sei mesi dalla fine delle ostilità fra Etiopia ed Eritrea, non solo conclude ima guerra cruenta du�rata trenta mesi e costata 50 mila morti e 600 mila profughi; non solo pone le premesse per la dehcata operazione di definizio�ne dei confini sotto il controllo delle truppe Onu e per la successi�va fase di ricostruzione; ma po�trebbe segnare l'inizio di un'in�versione di tendenza di un pro�cesso di pace nel martoriato con�tinente africano. A cominciare dal Corno d'Africa. «Dalla Somalia abbiamo dei segnali positivi, tanto che il 18 dicembre ima delegazione sarà a Roma», dice il sen. Serri, il sotto�segretario alla Farnesina che ha contribuito alle faticose trattati�ve fra Etiopia ed Eritrea insieme con il responsabile per l'Africa del Dipartimento di Stato ameri�cano Susan Rice e all'inviato speciale del presidente Clinton, Anthony Lake. Non a caso il presidente algeri�no Bouteflika ha definito quella di ieri una «intesa storica», e di «pietra miliare» hanno parlato gli stessi leader di Etiopia ed Eri�trea. Mentre la signora Albright si è confessata ottimista ricordan�do che quando ha assunto il mandato l'Africa era in fiamme: i progressi sono possibili. «L'Africa non può più permet�tersi il lusso di un altro decennio di guerre», ha detto Kofi Annan. Ma ha anche sottolineato come la pace oggi sia tutta da costrui�re, coi 1500 osservatori dell'Onu già sul posto, i 4 mila Caschi blu che stanno per arrivare «ma non dovranno restarci per sempre». E ha ricordato gli oltre 200 mila rifugiati che ancora vivono nei campi e l'urgente bisogno di aiuti dell'Etiopia colpita da una grave carestia. «L'assistenza alle popo�lazioni di questi due Paesi dev'es�sere una priorità per la comunità intemazionale oltre che per gli stessi governi etiopico ed eri�treo», ha detto ancora il Segreta�rio generale delle Nazioni Unite. Nel trattato, oltre che della definizione dei confini (che pren�deranno come base quelli segnati all'inizio del secolo) e dei corridoi aerei, si parla dell'uso dei porti (cruciale per l'Eritrea quello etio�pico di Assab) e della ricostruzio�ne di un'economia transfrontalie�ra. L'Italia farà la sua parte mandando 200 uomini speciahsti in logistica, trasporti, assisten�za sanitaria. E agli «aiuti allo sviluppo» ha già stanziato 290 miliardi per l'Etiopia e 260 per l'Eritrea. La stretta di mano fra i leader di Etiopia ed Eritrea: al centro, Bouteflika