CIAMPI «Vi racconto la mia festa»

CIAMPI «Vi racconto la mia festa» CIAMPI «Vi racconto la mia festa» colloquio Aldo Camillo ROMA Eg stata una bella festa, " tra intimi: pranzo in cam�pagna con i miei figli e le nipotine, cena in città con le persone che lavorano con me...». Presidente, il suo ottantesimo compleanno ha avuto anche un momento non propriamente inti�mo... Carlo Azegho Ciampi sorri�de. E' domenica, è una mattina di sole, il Presidente è nel suo appartamento privato al Quiri�nale. E racconta: «Quando ieri, alle 5 del pomeriggio, mia mo�glie ed io siamo tornati da Castelporziano, abbiamo visto che, nonostante il cambio della guar�dia (affidato non a caso ai cadet�ti dell'Accademia di Livorno, n.d.r.) fosse finito da un'ora, sulla piazza del Quirinale c'era�no ancora un migliaio di perso�ne che ci aspettavano. Prima ho chiesto di verificare che non ci fossero telecamere. Non c'era�no. Allora con Franca ci siamo detti che non potevamo far finta di nulla. E siamo usciti dal palazzo per andare a salutare; con la sensazione di essere in fondo in una grande famigha allargata.Poi i giornali l'hanno saputo ugualmente, ma non per colpa nostra...», E' stata una bella festa, dura�ta fino a mezzanotte, quando pare che la signora Franca abbia proposto un brindisi ai collabo�ratori, ringraziandoli «perché sopportate Ciampi». Il mattino dopo, il Presidente continua a ricevere telefonate e messaggi, dopo quelli della regina EUsabetta, di Putin, di re Juan Carlos, di Schroeder. E riflette sugli augu�ri che gli ha inviato Norberto Bobbio tramite la «Stampa», con quell'accenno alla «tua opera in difesa della memoria storica e dell'idea di Patria». «Lo faccio perché lo sento. La riapertura del Vittoriano, il ripristino della sfilata del 2 giugno, l'inno di Mameli, il tricolore: non sono i tasselli di un piano studiato a tavolino, sono cose che sento. E poiché le ho sempre sentite, le ho sempre fatte, sia pure ovvia�mente in forma diversa. Ad esempio, tra qualche mese, al�l'inizio di margo, andrò a Cefalonia. Dove ero già stato da gover�natore della Banca d'Italia per l'Ecofin dell'84, ed ero andato in forma privata al sacrario dei caduti italiani, a portare ima corona di fiori. Ora ci tornerò, nelle forme pubbhche che si confanno al mio attuale incari�co». Ciampi non crede né al�l'idea dell'8 settembre come morte della patria, né ai distin�guo su Cefalonia, indicata da alcuni storici come «inutile sacri�ficio». A questa visione il Presidente oppone il «dovere della memoria». «Ricordare spiega è un fatto doveroso. Perché sen�za memoria non può esserci fiducia nell'avvenire. Lo stesso discorso vale per Tambov». Tambov è imo dei più grandi cimiteri di guerra della seconda mondiale, a 500 chilometri da Mo�sca, nella foresta del Don, dove die�ci giorni fa Ciam�pi, in visita in Russia, è voluto andare nonostan�te i 12 gradi sotto zero e le difficol�tà dell'atterrag�gio a vista. «Semphcemente rac. conta oggi -, aven�do saputo che c'era un luogo do�ve tanti connazio�nali erano sepol�ti, avevo detto: "Se possiamo, andianjoci". Anche mia moglie era d'accordo. In Russia abbiamo perso due cugini, uno della mia famiglia, che era nella Cuneen�se, e uno della sua, di cui non conosciamo il reparto. Nell'Armir hanno combattuto e sono caduti anche tanti nostri compa�SbNimportala firma Tappa foper l'allaverso i P gni di scuola. Altri compagni li abbiamo ritrovati nel sacrario di El Alamein, in Egitto, dove siamo stati nel febbraio scorso». Ecco un'altra scelta di Ciampi: collegare i viaggi alla propria formazione personale e alla ri�flessione politica. «In Russia avrei potuto finirci anch'io. Do�po il corso allievi ufficiali ci fecero attendere per più di tre mesi, da fine luglio a inizio novembre del '42, prima di indi�carci la destinazione, che per me era l'Albania. Ci trasferimmo a Bari, ma dovemmo attendere la fine del mese per attraversare l'Adriatico. Nell'attesa circola�va la voce che saremmo stati dirottati sul fronte russo». Le visite ai sacrari dove sono sepol�ti soldati italiani diventeranno nei prossimi anni una consuetu�dine, spiega il Presidente. E racconta che, dopo El Alamein e Cefalonia, gli piacerebbe andare sui luoghi delle grandi battaghe del Risorgimento: al sacrario garibaldino di Calatafimi, e, «an�che se non c'è ancora una data», a quello di San Martino. Vittorie fondative della nazione, sullo quali non deve cadere l'oblio; anche perché, sostiene Ciampi, «c'è un legame tra libertà comunali. Risorgimento, Resistenza e Costituzione repubblicana. So�no convinto che rappresentino tappe tra loro legate di un unico processo storico». Il Presidente indica una «du�plice continuità»: dello Stato, tra il Regno d'Italia e la Repubblica, per cui Vittorio Emanuele II va considerato a tutti gli effetti «padre della patria»; e della «res publica», dall'Italia dei Comuni a quella della Costi�tuzione del '47. Ciampi si augu�ra che sia possibile avere presto «un grande museo storico del�l'Unità d'Italia». Nell'attesa, rie�voca «la piena di sentimenti» provati cinque giorni fa a Pisa, visitando la casa di Mazzini. Perché non è un caso che questo viaggio della memoria sia venu�to alla vigilia dell'ottantesimo compleanno. «E' stata ima grande emozione ricorda oggi tornare sui luoghi dei miei studi. Primo presidente della Domus mazzi�niana dopo la Liberazione è stato l'insegnante di greco con cui mi sono laureato nel '41, il professor Augusto Mancini. -Un personaggio amato da tutti, e da Palermo olti capi anche r aprire tazione noi studenti a tal punto che correvamo alla stazione per fer�mare il treno e consentire a lui, che era rimasto con noi fino all'ultimo; di salirci. No, non era lui il protagonista dell'episodio che ho raccontato a Pisa, il professore che ci prendeva in giro mentre aspettavamo il nostro turno al�l'esame orale; quello era Gior�gio Pasquali, un altro grande gre�cista. Le consi�glio di guardarsi la foto di Manci�ni: è il tipico re�pubblicano, sem�pre con il fiocco, e una bella bar�ba. Era stato an�che deputato pri�ma del fascismo. Nato a Livorno, insegnava a Pisa e viveva a Lucca; era riuscito nell'impresa di con�ciliare in sé la Toscana». Ma per il Presidente Pisa non significa soltanto la formazione intellet�tuale e politica. «Con mia moglie siamo voluti andare anche alla Sapienza, dove ha studiato lei. Per arrivarci dal Lungarno si prende la via Curtatone e Monta�nara, in ricordo della battaglia del '48 in cui gli studenti volon�tari toscani ressero l'urto del�l'esercito austriaco. E siamo an�dati a rendere omaggio alla lapi�de del comandante di quel repar�to, che era un professore di matematica dell'università, ed era anche un prozio di mia mogUe, Leopoldo Pilla di Venafro. Caduto.sul campo». Poi c'è stato un incontro inatteso: quello con Elena Celsi, 82 anni, la compagna di studi che fece incontrare quei due giovani studenti. «E' vero, con mia moglie ci siamo conosciuti a casa sua. E' stato un caso rivederla, un puro caso assicu�ra Ciampi Forse qualcuno ha pensato che fosse tutto organiz�zato, invece no. Lei si è presen�tata agli uomini del cerimonia�le, che l'hanno fatta passare. Mi ha chiesto: "Mi riconosci?" Io ho detto la verità: "Mi spiace, no". Per fortuna l'ha riconosciu�ta mia moglie». La signora Celsi racconta che foste molto discre�ti, che nessuno si accorse di nulla...«E di che cosa si sarebbe�ro dovuti accorgere? sorride il Presidente con un filo di imba�razzo, prima di cambiare discor�so -. All'inizio era una simpatia tra compagni di studi. Avevamo diciannove anni...». Il pensiero toma all'agenda dei prossimi impegni. A comin�ciare da uno cui Ciampi tiene in particolare: «Marted�siamo a Palermo. Ci sono Kofi Annan e molti capi di Stato," il croato Mesic, l'austriaco Klestil, il po�lacco Kwasniewsky. Anche la lotta contro la mafia si fa a livello intemazionale. Andrò pure a Corleone, a inaugurare il centro di documentazione delle Nazioni Unite sulla mafia». Il giorno dopo, in Svizzera: «Ci tenevo a salutare il presidente Ogi a Berna prima che lasciasse la carica, avevamo stretto un ottimo rapporto. E poi a Losan�na, al Centro Monnet, uno dei padri dell'idea europea. Speria�mo di poterci andare dopo aver ricevuto buone notizie da Niz�za...». In questi giorni Ciampi si è tenuto in contatto costante con Amato, che non sempre gli ha riferito indicazioni incorag�gianti. «Ma aspettiamo prima di dare giudizi affrettati. Intanto un risultato importante l'abbia�mo già raggiunto». Il Presidente pensa alla firma della Carta dei diritti, che considera una tappa fondamentale in vista della cre�azione di un'area di valori e regole «da allargare in prospetti�va ai Balcani e al Mediterra�neo», e della promulgazione di un'altra Carta, ancora più im�portante. Essere il capo di Stato italiano che firmerà la Costitu�zione europea: ecco il prossimo traguardo che, il giorno dopo il compleanno, attende il nostro Presidente. Sabato è stato un bel compleanno, tra intimi: pranzo con i miei figli e le nipotine, poi la cena in città, con le persone che lavorano con me. E a mezzanotte il brindisi proposto da Franca Spero che arrivino buone notizie da Nizza. Un risultato importante dal vertice c'è già: la firma della Carta dei diritti. Tappa fondamentale per l'allargamento verso i Paesi dei Balcani Domani sarò a Palermo con Annan e molti capi di Stato. Andrò anche a Corleone, per aprire il centro di documentazione delle Nazioni Unite sulla lotta alla criminalità mafiosa Quando alle 17 siamo rientrati al Quirinale da Castel Porziano, io e mia moglie abbiamo avuto la sensazione di essere parte di una grande —* famiglia allargata. E' stato molto bello E' il momento cruciale della festa al Quirinale di sabato sera: Carlo Azeglio Ciampi alutato dalla moglie Franca Pilla taglia la torta, una cassata siciliana, per l'ottantesimo compleanno