Caccia grossa al «voto di Dio» di Massimo Franco

Caccia grossa al «voto di Dio» La corsa all'elettorato cattolico: un'indagine di Massimo Franco Caccia grossa al «voto di Dio» Quanti democristiani dopo la De Luigi La Spina GRANDE la confusione sotto il cielo della politi�ca italiana. C'è chi alza lamenti allarmati per la soverchiante voce della Chiesa sul «pensiero debole» dell'attuale nostra società civile. Altri inve�ce, anche alla luce di recenti indagini demoscopiche, guarda�no con crescente preoccupazio�ne alla dilagante secolarizzazio�ne di un Paese sempre meno obbediente ai dettami dei vesco�vi e della morale cattolica. La vecchia distinzione fra laici e cattohei, spartiacque di oltre un secolo di vita pubblica in Italia, pare appannarsi nelle concrete scelte pohtiche del nuovo millennio. D'altra parte, sono proprio gli inediti proble�mi della bioetica, sull'onda dei progressi anche inquietanti del�la scienza, a far risorgere, con inaspettata virulenza, polemi�che e schieramenti che sembra�vano obsoleti. Da quando i picconatori del muro di Berlino, con l'attiva e determinante complicità di un Papa polacco, hanno infranto anche la diga democristiana, pilastro del sistema politico ita�liano nella seconda parte dello scorso secolo, la «questione cat�tolica» è tornata al centro di tutte le ipotesi sul futuro del nostro Paese. Un «nodo» di inter�rogativi che riguardano entram�be le sponde del Tevere: sia quella vaticana, al tramonto di un grande e complesso pontifi�cato, sia quella italiana, all'al�ba, sempre piif. tardiva, di una incerta seconda Repubblica. Ecco perché l'ultimo libro di Massimo Franco, inviato di Pa�norama e editorialista HfcAwBnire, intitolato suggestivamen�te I voti del cielo per la Baldini 8Castoldi editore, esce in que�sti giorni nelle librerie con meri�toria tempestività e con altrettanto meritorio coraggio. L'au�tore, uno dei più acuti entomolo�gi della politica italiana, affron�ta, infatti, il cuore della più grande rivoluzione del nostro sistema istituzionale a cavallo del millennio. Lo fa con un metodo peculiare, del resto tipi�co del suo giornalismo, quello dell'analisi dei problemi intrec�ciata al profilo, intriso di risvol�ti inediti, dei principali attori sul palcoscenico della nostra vita pubblica. Un metodo che ^«coccola» le curiosità del letto�re, ma che lo induce, contempo�raneamente, a una riflessione approfondita e illuminante su un problema cos�centrale per il nostro futuro. Il libro racconta una grande caccia e una grande illusione. E' quella per afferrare «i voti del cielo», quelli dei cattohei libera�ti dai rassicuranti steccati de�mocristiani. Ma è anche la vana pretesa di «legare un fanta�sma», come dice l'autore. La parte più interessante del libro, infatti, è proprio quella che analizza il mondo cattolico e le sue profonde divisioni, demo�lendo tanti luoghi comuni della politica italiana. A partire da una apparente contraddizione: perché i partiti italiani cercano il consenso e il favore della Chiesa e dei suoi vescovi, con una strumentalità persino inde�cente, proprio quando tutte le più recenti indagini dimostrano che la capacità di condiziona�mento delle diocesi e dei parro�ci è assai ridotta? E' vero che la fede, in Italia, diventa sempre di più «un fatto privato che non impone alcuna coerenza con le scelte elettora�li», ma, come osserva il sociolo�go Ilvo Diamanti, è anche vero che, «la mobilità generalizzata del voto caratterizza i cattohei più delle altre componenti del�l'elettorato. Assieme alla ten�denza a decidere, solo all'ulti�mo momento, il partito per cui votare». Il suffragio dei cattoh�ei non solo, rileva Franco, «è la variabile più destabilizzante del sistema», ma, pur spostando percentuali esigue dall'uno al�l'altro dei due poh della politica italiana, può essere determinan�te per la vittoria di uno schiera�mento. Il racconto di questa illuso�ria caccia ai «voti del cielo» si apre simbolicamente sulla cu�riosa e significativa inversione di ruoli nell'ultimo trasloco al Quirinale. La fantasiosa politi�ca italiana ci offrì, infatti, nella primavera dello scorso anno, un colpo di teatro memorabile. Il più cattoheo dei presidenti della Repubblica italiana, in gioventù pubblico schiaffeggiatore di dame scollate, devoto al culto mariano e col distintivo dell'Azione cattolica sempre al�l'occhiello. Oscar Luigi Scalfaro, lascia il supremo Colle im�partendo una lezione di laicità deUo Stato davanti al Papa e a tutti gli sbigottiti più alti digni�tari della Chiesa. L'ex governa�tore della Banca d'Italia, il laico Carlo Azeglio Ciampi, non solo viene votato in Parlamento an�che dai partiti cattolici, dopo la durissima sconfitta del leader popolare Marini neUe trattative per la-candidatura, ma^presto diventa «l'azionista di Dio», co�me icasticamente lo definisce Massimo Franco, testimonial della più tradizionale famiglia italiana, modello ed esempio del buon cattoheo italiano nel nuovo secolo. I profondi mutamenti nei rapporti tra i grandi poteri della società italiana nell'ultimo de�cennio sono poi contrassegnati da altre figure a «doublé face» di questa passerella pohtica. C'è il convento laico della Ban�ca d'Itaha occupato da un prio�re cattolicissimo, studioso di Tommaso d'Aquino, Antonio Fa�zio. C'è il professore del collegio Agostinianum, fondato da pa�dre Gemelli, la Normale dei cattohei. Romano Prodi, che arrivato a Palazzo Chigi deve scontare il gelo d'Oltretevere e la diffidenza del suo antico assistente spirituale, il capo dei vescovi italiani, Camillo Ruini. C'è, infine, l'ex radicale Rutelli che in gioventù riteneva l'anti�clericalismo «un obbligo demo�cratico e religioso» e ora si trasforma nel «sindaco del cie�lo», fratello maggiore dei Papaboys neh'anno del Giubileo. Uomini e cose che scavalca�no i sacri confini, che allargano e stringono inopinatamente il corso di quel Tevere di spadoliniana memoria. Vicende tumul�tuose che lasciano indietro pre�giudizi e comodi schemi menta�li. Meno male che qualcuno ci avverte, ogni tanto, che le no�stre idee devono correre più in fretta. Tutti cercano il favore della Chiesa, ma la capacità dicondizionarmtodei parroci è assai ridotta: come voler legare un fantasma Una riunione della direzione De nel luglio 78, dopo II rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. In basso Massimo Franco

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