La «banda texana» di Bush per la Casa Bianca di Augusto Minzolini

La «banda texana» di Bush per la Casa Bianca La «banda texana» di Bush per la Casa Bianca Nella squadra molti governatori Augusto Minzolini inviato a NEW YORK Sui giornali già li chiamano la «gang texana». E il nomignolo, da cui certo non traspare simpatia, anticipa l'atteggiamento di ostilità preconcetta con cui il governo di George W. Bush dovrà fare i conti se arriverà mai alla Casa Bianca. E' fatale: se oggi il personaggio più impopolare è il Gore che non am�mette la sconfìtta; domani l'uomo meno amato dall'opinione pubblica americana sarà sicuramente Bush l'usurpatore, cioè il Presidente che è arrivato alla Casa Bianca prenden�do meno voti del suo avversario. E' il frutto avvelenato di questo man�dato presidenziale che si è consuma�to ancor prima di cominciare nei tribunali e nelle arringhe degli avvo�cati. Bush forse non avrà neppure la luna di miele con il paese, cioè quei cento giorni iniziali in cui, secondo tradizione, ogni Presiden�te degli Stati Uniti gode della fidu�cia incondizionata degli americani. No, dopo un'elezione come que�sta non è tempo di matrimoni. La gang texana sarà chiamata subito sulle barricate: prima per convince�re poi per resistere. Proprio per questo la formazione che Geoide Junior, sotto i consigli di Geoide Senior, potrà mettere in campo sarà un mix di esperienza e di novità e si poggerà soprattutto sui governatori per evitare di togliere risorse importanti da un Senato perfettamente diviso a metà tra repubblicani e democratici: porta�re un senatore del Gop al governo significa, infatti, andare automati�camente in minoranza nella came�ra Alta (i due partiti hanno 50 senatori ciascuno). Semmai Bush per strappare la maggioranza in Senato offrirà un ministero a qual�che senatore democratico, come ha già fatto invano con quello della Louisiana, John Breaux. Com'era prevedibile per supera�re le difficoltà già siamo al mercato dei voti. Siamo di nuovo ai paragoni con l'Italia. Succede sempre cos�quando i governi si poggiano su maggioranze esigue. Insomma, per George W. si pre�parano giorni duri. Ecco perché nella sua squadra avranno un ruolo importante gli uomini cerniera, cioè quei personaggi che hanno collaborato con entrambi i Bush. Gente come il vicepresidente, Dick Chehey, ministro della difesa con George Senior. Oppure Colin Powell, capo di stato maggiore ai tempi del primo Bush e ora già segretario di Stato in pectore. Oppu�re Andrew Card (a lungo capo della lobby dell'auto) che con George Senior era il numero due nello staff della Casa Bianca e con George Junior è stato promosso a numero imo. O ancora Condoleezza Bice, oscuro consigliere del presidente ai tempi del vecchio Bush e consigliere alla sicurezza nazionale nel go�verno del giovane Bush. Fin qui gli uomini ponte tra i due Bush. Poi ci sono i collaboratori che hanno se�guito George W. in questa campa�gna elettorale, gente che il neo-pre�sidente ha conosciuto come gover�natore del Texas e che ha voluto con se nella corsa alla casa Bianca: Karen Hughes, quella donna arci�gna che ha ironizzato su Gore in questi mesi in Tv, dopo essere stata portavoce del Bush governatore avrà lo stesso ruolo con il Bush presidente; mentre per il consiglie-, re economico Larry Lindsay, che da anni si sforza di spiegare gli arcani segreti dei numeri a quell'ignoran�te del suo capo, è pronto o il ministero del Tesoro o la scrivania di capo del consiglio economico della Casa Bianca. Infine sarà un amico del Presidente anche il prossi�mo capo del Pentagono: Bush ave�va offerto quel ruolo di primo piano al democratico Nunn che però ha declinato; ora tra i papabili c'è un ex-senatore repubblicano amico delle lobby dell'industria militare, DeanCoats. Dopo il girone dejgli uomini cer�niera e degli amici di George W., c'è il girone dei governatori che lasce�ranno i loro Stati per avere un molo a Washington. Si tratta di una rappresentanza nutrita. Il battistra�da è Marc Bacicot, governatore a scadenza del Montana senza possi�bilità di rielezione, che dando batta�glia come un qualsiasi scrutatore nei seggi di Palm Beach e di Miami Dade si è guadagnato o il ministro della Giustizia o quello degli Inter�ni; per la giustizia è in corsa anche il governatore dell'Oklahoma, Frank Keating; un nome forte per il ministero dell'educazione è invece quello di Tommy Thompson che come governatore del Wisconsin ha rivoluzionato il Welfare State; e infine un posto nel governo lo avranno sicuramente anche il go�vernatore della Pennsylvania, Tom Ridge, e quello del New Jersey, Christine Whitman. Gli .equilibri al senato e al Con�gresso di Washington obbligano George W. a mettere in piedi un governo con pochi senatori e tanti governatori. Ma in fondo per un Presidente che ha fatto la sua cam�pagna elettorale contro i politicanti della capitale va bene così. Difficil�mente, invece. Geoide W. riuscirà a dare un senso a un'altra promessa della sua campagna elettorale: ima presidenza che avrebbe dovuto uni�re repubblicani e democratici. Quel�lo che sta avvenendo nelle Corti della Florida, infatti, avrà degli strascichi infiniti. Difficilmente i due partiti dopo aver fatto la faccia feroce per settimane potranno con�cordare una tregua. Lo scontro, in un modo o nell'altro, durerà fino alle elezioni di medio termine. Per cui è molto difficile che qualche esponente democratico darà ascol�to alle lusinghe di governo quando il giovane Bush approderà alla Casa Bianca. Un giorno che, grazie ai tribunali americani che mai come in questa occasione dimostrano di rispondere a logiche politiche, tar�da a venire. Il clima avvelenato e incerto delle elezioni ha impedito al repubblicano di arruolare qualche ministro tra le file dei democratici in nome della riconciliazione Oltre ad alcuni collaboratori del padre e ai fedelissimi di Austin non può ingaggiare alcun senatore senza perdere la maggioranza del partito in Senato Il candidato repubblicano alla Casa Bianca e, fino a ieri, probabile futuro presidente George Bush Jr.