La sfida di D'Amato su Irpeg e Sud di Roberto Giovannini

La sfida di D'Amato su Irpeg e Sud La sfida di D'Amato su Irpeg e Sud «Licenziamenti liberi nelle nuove imprese» Roberto Giovannini ROMA Antonio D'Amato va all'assalto, e detta le sue condiziom draconiane per liberare il Tfr da destinare ai fondi pensione. Taglio di dieci punti dell'Irpeg sulle imprese. Sospensio�ne delle nonne sui licenziamenti stabilite nello Statuto dei lavoratori per le nuove assunzioni al Sud. Ridiscussione delle nonne per favo�rire l'emersione delle imprese e del lavoro sommerso, varando nuove leggi. Assegnare alle agenzie di lavo�ro interinale e alle società private del settore tutte le attività oggi seguite dal collocamento pubblico. Sgravio di almeno un punto percen�tuale della contribuzione sociale per le pensioni a carico delle impre�se. Al tavolo del negoziato governoparti sociali il numero uno degli industriali ha presentato nei giorni scorsi una «agenda» aggressiva. Tan�to aggressiva da preannunciare se davvero si aprisse prima di Natale una trattativa a tre un muro contro muro totale. Uno scontro durissimo: se non con tutte e tre le centrali sindacali, sicuramente con la Cgil di Selcio Cofferati. Il documento di Confindustria poche pagine, consegnate alla Presi�denza del Consiglio nei giorni scorsi non è una «piattaforma» formaliz�zata ufficialmente. In una nota, Confindustria afferma che «i temi» contenuti nel testo «sono soltanto alcune delle numerose ipotesi sulle quali è in corso una riflessione da parte delle forze che si sono attivate per arrivare in tempi brevi a ima soluzione». H testo, però, più precisa�mente è un elenco di proposte e di ipotesi che per gli industriali dovran�no essere, esaminate nel confronto «su Tfr, competitività, sommerso e flessibilità». Come appare evidente, il documento contiene richieste di�rompenti, sul versante delle relazio�ni sindacali e dei costi fiscali e pensionistici. Ai leader di Cgil-CislUil il testo è stato esposto sommaria�mente da Giuliano Amato la scorsa settimana, nel corso di un incontro sul Tfr, con effetti da «shock». E una fonte autorevole della Presidenza del Consiglio definisce con un pizzi�co di ironia il documento «ricco di toni un po'"ultra"». Vediamone i contenuti più signi�ficativi. D primo tema è quello della flessibilità in uscita, la possibilità di licenziare. Confindustria non vuole più la cancellazione secca dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori (che resterebbe come regola generale) ma una «sospensione» delle norme sui licenziamenti per i nuovi assun�ti, in alami casi da individuare in base alle fasce di età e alla collocazio�ne geografica. Ovviamente, a parti�re dal Mezzogiorno. La moratoria sarebbe limitata a un periodo di tre o quattro anni, e poi si procederebbe a una verifica. Sempre sul piano della flessibilità, si propone una maggiore liberalizzazione dei con�tratti a tempo determinato. H secon�do tema forte è quello dei contributi previdenziali. La Confindustria vor�rebbe una sorta di «anticipo» della riforma delle pensioni: la proposta è quella di ridurre di un punto circa i contributi sociali, compensando co�sili «costo» della cessione del Tfr ma anche alleggerendo il peso della previdenza obbligatoria sul costo del lavoro. In un sistema contributi�vo, però, ima riduzione dei contribu�ti versati significa un taglio alla futura pensione. Segue il capitolo fiscale. La richiesta è quella di un tagho generalizzato in tutto il paese di dieci punti dell'Irpeg, la tassa sui redditi d'impresa. Segue quella di una trattativa con Bruxelles perché il credito di imposta sugli investi�menti sia applicato al lordo dell'am�mortamento, e non al netto come oggi. Infine, nuove leggi per favorire l'emersione delle imprese e del lavo�ro sommerso, e una totale liberaliz�zazione e privatizzazione del collo�camento (È manodopera, attribuen�do un ruolo fondamentale alle socie�tà di lavoro interinale e alle agenzie private. Va da sé che su queste basi le chances di intesa sono modestissi�me. Il govemo vuole trattare, ma è proprio difficile che un governo sostenuto dal Pedi e dai Ds privatiz�zi il collocamento o consenta libertà di licenziamento al Sud. Cisl e Uil, forse, su alcuni dei temi potrebbero discutere; ma Sergio Cofferati po�trebbe facilmente stoppare tutto. Il leader Cgil, intanto, non ci sta a passare come «il Signor no», e punta il dito sulla impraticabihtà delle richieste di Confindustria. Ma 1'* agenda» indicata da D'Amato sem�bra adattarsi a meraviglia ai pro�grammi elettorali fin qui esposti dalla Casa delle Libertà. Se Berlusco�ni vincesse le elezioni... II segretario Cgil Sergio Cofferati e il presidente di Confindustria Antonio D'Amato

Persone citate: Antonio D'amato, Cofferati, D'amato, Giuliano Amato, Sergio Cofferati

Luoghi citati: Bruxelles, Roma