Droghe, perché legalizzare

Droghe, perché legalizzare U punto di vista antiproibizionista: controllare il mercato Droghe, perché legalizzare Luigi Manconi E? ragionevole e giusto, in ma�teria di sostanze stupefa�centi, non disporre di certezze immutabili; ed è giusto che chi ritiene di possederle, quelle cer�tezze, non le brandisca come manganelli. Ma è altrettanto giusto pretendere che non si imbroglino le car�te. E, allora, pro�viamo a fare un po' di chiarezza, partendo dal�l'uso corretto del vocabolario. Liberalizza�zione. Va precisa�to che in Italia nessuno, proprio nessuno, vuole la liberalizzazione delle droghe. Li�beralizzazione è, piuttosto, il regi�me attuale, che vede la concorrenza tra molti operatori econo�mici, sia pure ille�gali (spacciatori grandi, medi e piccoli), che si ri�partiscono il controllo del mer�cato e dei consumatori, determi�nando prezzi e qualità della merce e sua disponibilità nel circuito commerciale, e consen�tendo ai clienti di acquistare il prodotto desiderato sulla base , delle proprie esigenze e prefe�renze. Legalizzazione. Quello che gli antiproibizionisti auspicano è un regime di legalizzazione: ovvero il controllo dello Stato, delle sue istituzioni e dei suoi apparati sul mercato delle dro�ghe. Questo spiega perché non c'è alcuna contraddizione tra quanto Veronesi ha disposto a proposito del tabacco e quanto afferma a proposito delle sostan�ze stupefacenti. E, infatti, nes�suno proprio nessuno, spero vuole mettere al bando il tabac�co né sanzionare penalmente chi ne fa uso. Si vuole adottare, piuttosto, per entrambi i prodot�ti lo stesso regime oggi in vigore per le sole sigarette: controllo dello Stato sulla produzione eia distribuzione, imposte e regole sul commercio, vincoli e limiti sul consumo. Tutto ciò a partire dal presupposto che le sostanze nocive, come le droghe, possono essere meglio controllate in regi�me di legalizzazione, piuttosto che nell'attuale sistema di libe�ro mercato illegale; e la contro�prova è fornita proprio dalle sigarette e dall'alcol: basti im�maginare quali danni produr�rebbero se fossero messi fuori�legge. E una ipotesi, quella della legalizzazione, che può essere contestata, ma che ha solide basi giuridiche e morali, tera�peutiche e sociali. E, tuttavia, si tratta di qualcosa di assai diver�so {e lontano, lontanissimo) da quanto proposto dal ministro Veronesi e da quanto viene sperimentato in Svizzera. Riduzione del danno. In Svizzera non è in corso alcuna legalizzazione (come non è in corso in Olanda): si sta adottan�do, piuttosto, una misura coe�rente con le strategie e le tera�pie di «riduzione del danno», e possibile anche in regime proibi�zionistico. Ai programmi di somministrazione controllata di eroina, nei diciotto centri autorizzati, sono ammessi quei tossicomani che abbiano un'età minima di vent'anni, uno stato di dipen�denza lungo al�meno un bien�nio, abbiano vi�sto fallire prece�denti trattamen�ti terapeutici e manifestino gra�vi deficit a livel�lo psichico o sani�tario o sociale. Dunque, tossico�mani considerati altrimenti non curabili. Va detto che, come prospetti�va di lungo perio�do, il programma di somministra�zione controllata è finalizzato all'astinenza; ma fino a quan�do iltossicomane non è in grado di tentare la disintossicazione quel trattaménto ha lo scopo di limitare i danni connessi al consumo di droga. Nella consa�pevolezza che primo imperati�vo morale, oltre che terapeuti�co, è impedire che il tossicoma�ne muoia di eroina di strada o si infetti di Aids, diventi spacciato�re o rapinatore, prostitute o prostituta, finisca in galera o nella marginalità sociale. È que�sta la precondizione perché quel tossicomane possa, in un altro luogo e in un altro momen�to della sua vita, decidere per l'astinenza. E possa rivolgersi a un servizio pubbUco o a una comunità, a uno psicoterapeuta o a un diverso progetto di vita, a don Ciotti o a don Picchi, alle sue sole risorse o a quelle della sua famiglia e della sua rete di rapporti. Senatore Verde 41 regime attuale è una liberalizzazione di fatto del traffico gestito dai criminali»

Persone citate: Luigi Manconi

Luoghi citati: Italia, Svizzera