SFOLLATI A CUNEO

SFOLLATI A CUNEO SFOLLATI A CUNEO Quaranta chilometri al giorno in bici andando a scuola ai tempi della strage di Boves Ul N recente necrologio, scotto dell'età, scrive Franco Rambaldi, torine�se, classe 1927 ha riaperto un'altra finestra dei ricordi su di un singolare periodo di vita scolastica vissuto nei roventi anni della seconda guerra mon�diale. Approdato a seguito di av�venturosi sfollamenti, nell'an�no scolastico '43: '44, alla 1" liceo del Silvio Pellico di Cu�neo, vi ritrovai, pur essi sfolla�ti, i valentissimi professori, già dell'Alfieri di Torino: Boat�ta, Pareyson ed Angeloni ed un bel numero di compagni. Era�no tempi in cui ogni giorno era un'avventura da prima pagina degli attuali Tg, come nel mìo caso che arrivando in biciclet�ta da Ruata Chiusani frazione di Centallo (dieci chilometri) dovevo, quattro volte al gior�no, superare, col sistematico controllo dei documenti e del�la cartella, i posti di blocco fascisti di Madonna dell'Olmo e del Ponte Nuovo. E mi capitò pure di dover risalire, per due volte, la colon�na tedesca che si riordinava, prima di dirigersi su Boves a compiere le note tragiche im�prese delle quali da scuola udivamo i sinistri boati. Ed era avventura dover coniuga�re lo studio con la vita della città dove facevano capolino i primi partigiani mentre i fasci�sti, dalle loro caserme, arriva�vano anche nella scuola, con tanto di minacciosi armamen�ti, a far opera di propaganda e di arruolamento. Questa situa�zione fortemente incideva, non tanto su di noi allievi quindici-sedicenni, quanto sui nostri professori, maggiormen�te coinvolti nelle gravi vicen�de del momento. Fu cos�che in breve tempo, uno dopo l'altro, prudentemen�te si eclissarono, ormai indaga�ti per attività nella Resisten�za, i professori Boatta (lettere) e Pareyson (storia e filosofia). Si poneva pertanto la necessi�tà di sostituirli, con chi? il prof. Italo Mario Angeloni (Sto�ria dell'arte) arguto, colto deli�cato pittore e non troppo so�spettabile per motivi d'età, ne aveva i titoli e cos�fu insedia�to nelle cattedre vacanti che comportavano numerose ore di presenza. E fu per noi una piacevole novità anche perché al professore, dispostissimo a farsi distrarre, bastava una domanda pertinente perché per tutta l'ora dissertasse dot�tamente a dispetto delle solite temute interrogazioni. Direi che non perdemmo nulla di qualità ma acquistammo mol�to di umanità e sapere. Non erano tempi, né era prudente fare foto di gruppo, ma il ricordo dei vari Adolfo Sarti, Saverio Vertone, Bordiga, Einaudi, Marenzana, Piecatto, Porro, Peluttiero, Fagio�lo, i due Cavallo e Ghio Mode�sto che con la «meta» faceva le uova al paletto sotto il banco durante l'ora di don Graglia, sono incancellabili. L'anno successivo, necessi�tà di famiglia mi riportarono a Torino sotto gli ultimi bombar�damenti ed alle roventi giorna�te della Liberazione e, dei vecchi compagni cuneesi, ec�cetto quelli emersi nella vita pubblica, non ho saputo quasi più nulla. Chissà se qualcuno dei superstiti desidera fare uno scambio di questi ricordi? Sono ancora Franco Rambaldi 011/7711035. Estate del 1944: un gruppo di sfollati a Ruata Chiusani, frazione di Centailo, fa il bagno nella Stura di Demente

Luoghi citati: Boves, Cuneo, Torino